Importantissima vittoria della Zebra nella tana del Lione, ottenuta più con la testa che con le gambe. Dopo un'altra partita di appannamento generale, strappiamo via questo 1-0 d'inerzia, con un blitz di Bonucci, dopo esser comunque cresciuti nella ripresa.
Dopo un inizio di studio e presa delle misure (tipico dei match lungi 180 minuti), in cui il loro timore si avverte nell'attenzione che ci mettono nel chiudere gli spazi, la Juve mette in scena un primo tempo all'insegna del lancio lungo, in cui però mancano la precisione di calcolo e la fisicità di Llorente, sponda essenziale in questo tipo di gioco. La montagna (come ci avevano soprannominati i francesi) fa fatica a muoversi, sotto il peso della sua superiorità tecnica e il periodo "fisologico". Il Lione invece può affidarsi alla sua freschezza anagrafica per approfittare degli errori e ripartire in velocità. Buffon deve fare un paio di parate delle sue per opporsi al loro vantaggio.
Tevez si danna l'anima ma non ci riesce proprio a trovare il maledetto gol europeo. In fondo però è l'unico che li davanti che crea problemi, lì dove Osvaldo non decolla. Isla non riesce ad aprire corsie sulla fascia e quando arriva a tu per tu col portiere si allunga la palla. Poi Tevez si ferma, uscendo per precauzione per un fastidio all'adduttore, e Conte decide di ritornare la passato. Giovinco-Vucinic, come l'anno scorso. Il cambio da nuova spinta ai bianconeri che iniziano a crederci e crescono. Abbandonati i fastidiosi lanci lunghi iniziamo finalmente a proporci in avanti con le benedette triangolazioni, che portano Vucinic a mangiarsi un gol a porta libera. Così, ad un passo dallo 0-0, come l'anno scorso quando gli attaccanti faticavano a trovare il gol, ha dovuto pensarci un difensore: Bonucci.
Archiviata la pratica, forse nel migliore dei modi, possiamo tornare ad occuparci del campionato con maggiore serenità. Sempre con la consapevolezza che continuando così, con tutti questi impegni, se alla fine riusciamo a vincere qualcosa, in un paese normale saremmo una squadra stoica. Non mollate ragazzi!
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