Inutile dire che stasera abbiam subito una delle sconfitte più immeritate degli ultimi tempi, non solo perchè giunta all'ultimo secondo dell'ultimo mnuto di recupero ma perchè per i nostri avversari si trattava del primo tiro in porta di tutta la partita, una partita come al solito condotta e sciupata solo noi, incapaci di trasformare in rete le tante occasioni avute, in una sera in cui il pareggio sarebbe stata lo stesso una sconfitta.
Inutile persino far presente agli anti-juventini che a parti invertite il livello del rosicamento sarebbe straripato dai bassi argini. Inutile quindi cercare di trarre qualcosa di positivo da questa partita, perchè come ho detto la sfortuna è occasionale e non sistematica. Se ti mangi tutti questi gol non puoi dare la colpa alla sorte o esaltare i portieri avversari oppure al campo, che pure ci aspettavamo fosse così. Un professionista - e soprattutto un campione - inventa un gol laddove non c'è, figurarsi se si può scusare un giocatore che indossa la maglia della Juve e sistematicamente, ormai da un po' di partite - eccettuata quella col Palermo, laddove si poteva dilagare e non lo si è fatto - si divora tutti questi gol.
Ecco perchè è ora di dire basta alle facili scuse che alcuni si trascinano per giustificare quello che ormai è evidente: questa squadra manca sia di un attacco irresistibile che di quella cattiveria e di quel cinismo che in questi anni l'ha contraddistinta. Non a caso lo scorso anno la partita di Genova fu emblematica nello scudetto dei record, risolta dalla genialità tipica delle grandi squadre, dopo aver rischiato addirittura di andare sotto con un rigore. Per certi versi quindi questo stesso Genoa-Juve rischia di diventare l'emblema opposto. Senza Pirlo che risolse (quella e molte altre), senza quell'attegiamento spietato che ci ha fatto vincere (quella e molte altre).
Questo mondo al di là dello specchio deve farci riflettere. Non cominciamo con la stucchevole disputa sul chi deve giocare tra Llorente o Morata, sulla sfortuna o sui portieri avversari da pallone d'oro. Qui ci si deve interrogare se davvero siamo capaci di ritornare quel che eravamo o davvero questa non è l'annata giusta. Attenzione la mia non è una reazione esagerata a caldo, sono sempre stato quello che predicava calma, che diceva: "è ancora lunga". Ma il calcio va anche letto tra le righe e partite come queste (come quella opposta dello scorso anno) danno degli indizi significativi, come le linee su una mano per una zingara, e in panchina non c'è un Conte che può dare la scossa, ma piuttosto chi, per carattere ed indole, non ha dato in passato buone dimostrazioni di saper regire bene agli schiaffi.
Avrei voluto parlarvi dell'indolenza dell'arbitro ad esempio, di come sistematicamente abbia ammonito un sacco di bianconeri e lasciato passare i loro, ma anche questo è del tutto inutile e il fatto che sia ancora lunga potrebbe addirittura essere una male. Potrebbe dare la sensazione di poter recuperare qualcosa che se inizi a perderla va solo peggio. Questa cosa è la testa!
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