La prima stagione di The bridge fu una piacevole sorpresa: pur lontano dall'immortalità della serialità televisiva mostrò sicuramente pregi e caratteristiche originali. L'ambientazione "di confine" e gli scontri/collaborazioni tra agenti di nazioni diverse, divisi da cultura ed approccio alla legge, ma uniti dalla volontà di catturare i criminali si rivelarono una scelta azzeccata. Sotto il punto di vista dei personaggi, delle loro storie e psicologie insomma la creatura di Meredith Stiehm ed Elwood Reid fece centro.
Anche dal punto di vista della trama The bridge si rivelò appassionante, salvo mostrare fin da subito quei difetti che finirà per portarsi appresso anche nella seconda stagione: troppe storie, spesso esili e mal gestite, troppe sottotrame, una tendenza a chiuderle in maniera frettolosa e non del tutto convincente.
Se nei primi 13 episodi il filo conduttore era rappresentato da un serial killer molto originale, in questo caso si alza decisamente il tiro: un complotto che coinvolge tutte le alte sfere della giustizia e nel quale Sonya Cross e Marco Ruiz si ritroveranno invischiati fino alla gola, arrivando a non fidarsi più l'uno dell'altra.
Le sottotrame lasciate in sospeso vengono qui recuperate e a volte diventano parte integrante della trama principale, la caratterizzazione resta ottima e i nuovi personaggi appaiono interessanti e ben inseriti nel contesto (Eleanor Nacht/Franka Potente). Purtroppo se i pregi restano immutati anche i difetti finiscono per essere messi ancora di più in evidenza: a volte si ha la sensazione che ci si concentri troppo su cose futili perdendo il bandolo della matassa, finendo per concentrarsi su eventi di scarso rilievo che hanno poco da raccontare con persone che spesso finiscono per essere fatte fuori senza aver apportato quasi nulla ai fini della trama. Altre storie restano troppo sullo sfondo, si incontrano a volte in maniera sfumata, danno spunti a problematiche più complesse ma continuano a dare la sensazione di essere sovrapposte e non del tutto "utili" o ben amalgamate (Linder).
Purtroppo l'ultima puntata non fa che confermare certe impressioni: si avverte la sensazione che il tutto sia un po' troppo affrettato e anticlimatico, chiuso in maniera sbrigativa e poco esaltante, la "resa dei conti" di fatto finisce per essere una serie di sequenze scarne, prive di pathos, dove il tutto viene chiuso come deve essere chiuso ma è privo di tensione.
L'ultima puntata ha comunque il pregio di chiudere il cerchio e di risolvere i punti oscuri (cosa che non riusciva alla prima serie, che nei suoi ultimi 45 minuti lasciava troppe cose in sospeso), lasciando poche cose per strada. in un certo senso quindi più che un finale di stagione può essere interpretato come un finale di serie e in questo senso fa il suo dovere.
PRO
- Personaggi ben caratterizzati
- New entry ben inserite nel contesto
- Atmosfere a volte oscure e ad effetto
CONTRO
- Ancora troppi personaggi secondari
- Finale anticlimatico e privo di pathos
Voto 7
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