Pure Instinct (1996) **+ |
Bisogna dare atto al gruppo di non cullarsi sugli allori e di cercare di variare ad ogni album la formula: dopo l'hard rock melodico e commercialotto di Crazy world e l'hard rock venato di metal di Face The heat ecco questo Pure instinct, sostanzialmente un lavoro molto incentrato sulle ballate, che non disdegna però qualche brano più pesante. Purtroppo gli anni 90' sembrano non regalare al gruppo grosse idee e i brani ancora una volta per la maggior parte appaiono banali e strasentiti. Ecco allora che pezzi come Wild Child, But The Best For You, Stone In My Shoe finiscono per non esaltare e lasciare insoddisfatti. Le ballate come detto sono il motivo dominante dell'album e in questo ambito qualcosa di godibile c'è: la dolce eppure grintosa "When You Came Into My Life" (il pezzo migliore) o "Soul Behind The Face" si avvalgono di ritornelli azzeccati, pure "Does Anyone Know" appare piacevole mentre "You And I" forse sembra un po' troppo tirata per le lunghe e "Are You The One?" è forse troppo appesantita da orchestrazioni varie. Peccato
Canzoni migliori: When You Came Into My Life, Soul Behind The Face
Canzoni peggiori: But The Best For You, Stone In My Shoe, Are You The One?
Eye II Eye (1999) **- |
Gli anni 90' sono stati per il gruppo un decennio di ricerca di nuove strade sonore che però ha portato non tantissimi risultati a livello artistico. Il gruppo tenta un estremo tentativo proprio a chiusura del decennio, con un album nel quale suona irriconoscibile e presuntuoso nel voler cercare di fare qualcosa totalmente al di fuori dalle proprie corde. L'inizio di "Mysterious" è emblematico: sembra di stare in un album degli U2, stessa cosa in brani come "Freshly Squeezed". "Yellow Butterfly" e "Priscilla" tentano un compromesso fallendo, "Du Bist So Schmutzig" è l'unico brano cantato in tedesco della discografia e non è certo memorabile, "To Be No. 1" è quanto di più commerciale e inascoltabile abbia mai partorito il gruppo, "Aleyah" è particolare ma non affascina. Tutto da buttare? No, per fortuna come per tutti i loro dischi anche in quelli meno riusciti è possibile trovare 2/3 perle anche se stavolta non si tratta di vere e proprie perle quanto di brani buoni e apprezzabili: la title track per una volta riesce nel tentativo di contaminare il loro sound con qualcosa di nuovo (dedicata tra l'altro al padre di Meine, "A Moment in a Million Years" (il pezzo migliore dell'album) è una bella ballata per pianoforte e voce, un altro paio di brani buoni ("Obsession", 10 Light Years Away) e basta. Un album oltre che ben riuscito anche con tantissime canzoni, scelta infelice.
Canzoni migliori: Eye to Eye, A Moment in a Million Years
Canzoni peggiori: To Be No. 1, Mind Like a Tree, Yellow Butterfly, Freshly Squeezed, Du Bist So Schmutzig
Unbreakable (2004) ***+ |
Gli anni 90' sono passati ma il gruppo continua a sfornare dischi, dopo il calo pauroso avuto negli ultimi lavori forse è meglio appendere le chitarre al chiodo? E invece sorprendentemente il gruppo se ne esce con un album rock per davvero, con poche concessioni al commerciale, pieno di energia e che potrebbe essere definito per larghi tratti quasi più metal che hard rock. Basti ascoltare il riff pulsante dell'iniziale "New Generation" per mettere le cose in chiaro e stavolta non è solo uno specchietto per le allodole. "Love 'em or Leave 'em" prosegue subito con un hard rock veloce e "fresco" come ai vecchi tempi, stessa cosa la più grintosa "Deep And Dark" fino a "Blood Too Hot", il pezzo più duro del disco. Ma anche le ballate o i pezzi meno aggressivi funzionano, basti prendere "Maybe I Maybe You" che sembra fare il verso a "Still loving you" per poi esplodere in un ritornello fatto di chitarre che spiazzano e chiudersi quasi subito, oppure "Through My Eyes" potente e melodica allo stesso tempo. Ci sono anche dei pezzi evitabili e poco interessanti ("Borderline", "This Time") ma visti i precedenti si tratta di un disco molto più intressante.
Canzoni migliori: New Generation, Maybe I Maybe You, Through My Eyes
Canzoni peggiori: Borderline, This Time
Humanity: Hour I (2007) ****- |
Dopo la riuscita del disco precedente il gruppo insiste con un album che suona più melodico ma comunque mantiene intatta la qualità, anzi risultando perfino più riuscito. Se "Hour 1" può far quasi storcere il naso data la sua inusuale caratura metal, il resto dell'album è invece piuttosto diverso ed è pieno di ballate di qualità, cosa negli ultimi tempi poco riuscita.
I pezzi appaiono semplici ma trascinanti ("The Game of Life" , "Your Last Song", "The Future Never Dies", "Love Is War", l'ottima title track). Anche i pezzi più sostenuti appaiono di buon livello: "You're Lovin' Me to Death" è commercialotta ma può andare, "We Will Rise Again" ha un ritornello azzeccatissimo, "The Cross" si avvale della collaborazione di Billy Corgan. Quasi miracolosamente ci sono pochissimi pezzi non riusciti, un album davvero molto gustoso insomma, senza veri capolavori ma senza grandi ciofeche.
Canzoni migliori: Humanity, Love Will Keep Us Alive, The Future Never Dies, We Were Born to Fly, We Will Rise Again
Canzoni peggiori: Hour 1, 321
Sting in the tail (2010) ***1/2 |
L'ormai ex ultimo album degli Scorpions è un lavoro smaccatamente nostalgico, che finisce per far ritornare alla memoria i brani più famosi del passato (il riff dell'iniziale "Raised on Rock", le chitarre di Sly incredibilmente simili a Send me an Angel) cercando di salutare i fan con un ultimo grande disco. L'album sembra una via di mezzo tra gli ultimi 2: più potente e rock di Humanity ma meno scontato del (pur discreto) Unbreakable. Il risultato è sostanzialmente riuscito anche se non tutto funziona. Oltre alla citata "Raised on rock", colpiscono la veloce e potente "Rock zone" o "Turn you on" (che sembra uscita da uno degli album degli anni '80 del gruppo), carina anche "Spirit of rock". Le ballate sono poche ma tutte di ottimo livello: "Sly" ha un gran ritornello e un'introduzione molto familiare, "Lorelei" è forse più scontata ma ugualmente riuscita, la finale "The best is yet to come" è davvero ben congegnata (e fatta per essere urlata a squarciagola dal vivo) mentre forse il pezzo migliore di tutto il disco è "The good die Young" con i suoi saliscendi risultando potente eppure melodica allo stesso tempo (come da miglior tradizione Scorpions).
Un lavoro insomma di buon livello (più riempitivi ma anche più brani memorabili rispetto agli ultimi 2 dischi) e che chiude un trittico di album usciti negli anni duemila, che hanno segnato una risalita delle quotazioni del gruppo. Sting in the tail è soprattutto un buon modo per chiudere la carriera e salutare tutti i fan.
Come sappiamo però non è andata esattamente così
Canzoni migliori: The best is yet to come, The good die young, Sly, Lorelei, Raised on rock
Canzoni peggiori: Slave me, Let's rock
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