Una delle sconfitte più immeritate di sempre contro una squadra di 11 portieri. Ma questo poco frega sia all'anti-popolo che al popolo. Come una vecchia canzone di quell'interista di un Pezzali, "loro sono chiusi ma alla prima opportunità salgon subito e la buttan dento a noi". Oh, è così è stato! Primo tiro in porta, gol, vittoria. A mia trentennale memoria non ricordo un esordio casalingo con sconfitta, nemmeno negli anni bui. Brutto segno? Calma e gesso... ma col gesso non vi fasciate la testa.
Analizziamo la gara. Allegri l'aveva previsto (come spesso fa) che sarebbe stata una partita brutta e scorbutica. Noi e Loro, dunque.
Noi una squadra che è ancora un cantiere aperto, con alcuni giocatori allertati e con le valige sul letto, con Marotta ancora in giro a fare shopping. Lì davanti ancora senza Morata e con la crisalide Coman, che stenta a trasformarsi in farfalla. Con Dybala che parte dalla panchina, con Alex Sandro che ci rimane.
Loro col piave che mormorava e le barriere da anno 15, ma del secolo scorso. Con in testa un unico pensiero: rintanarsi in difesa e cercare il pareggio da buona
italiana; pur essendo una provincia di confine. Tanto che Di Natale
nel primo tempo chiede a Colantuono
se può uscire a portare fuori il cane, visto che si annoia e soffre di
solitudine. Sembrano il Siena, hanno anche la stessa seconda maglia.
Logico che se non segni, puoi muoverti bene e dominare quanto vuoi ma
lo 0-0 è l'anticamera della sconfitta. Basta un contropiede e un po' di
"culo" dell'avversario, e sei fritto. L'impalcatura deve ancora essere messa a punto. Troppo tardi? Si e no. Siamo comunque ancora alla prima giornata e molte volte abbiamo, in questi anni, rischiato di perdere partite con questi catenacciari. Oggi ci è mancato il killer instinct della grande. Sono mancati coloro che dovevano sbloccare la situazione con "la giocata". La colpa del risultato è dunque solo la nostra, visto che senza quel gol non si sarebbe andati comunque oltre lo 0-0. La palla devi buttarla dentro, c'è poco da fare, non è la boxe.
Si il trequartista, ma ad esempio il cruccio maggiore sarà quello di trovare un esperto di
punizioni e rigori. Cosa comunque non facile dopo la partenza di Pirlo.
Non è che li trovi dietro l'angolo. Dobbiamo ancora riportare dalle vacanze la cinicità e sicuramente pecchiamo un po' di scarsa esperienza. Bene inteso, mettetevi in testa che quest'anno siamo una squadra sperimentale, che ha avuto il coraggio e l'obbligo di cambiare molto e duramente. Che avrà bisogno di un periodo per rodare i propri giovani. Quindi seguiamo il divenire degli eventi con beneficio di inventario. Quest'anno sarà tutto un azzardo e un rischio, ma serve per costruire il nostro futuro e non fare la fine dell'inter 2010. E se proprio dovesse andar male, dopo quattro campionati vinti, è tutt'altro che un "disastro" lottare ma non vincere, caro Reina. Piuttosto vediamo che fate voi avversari con la classifica azzerata. I conti si faranno sempre a Maggio
Ma in Italia questo non conta. Non quando batti la Juve. Puoi far
schifo ma la gente vede solo il risultato. "Udinese da scudetto" è un titolo che in Italia è sempre possibile, anche dopo la pochezza che ha fatto vedere oggi. Intanto accordate già i violini per la prossima, i giornali sono assetati di chiacchiere.
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