The Walking Dead ha portato gli zombie alle masse, insegnandoci che pure uno show sui non-morti può essere per famiglie. Tra una "Casa nella zombie-prateria", un "Karate (o Aikido) Kid" lo show ha cominciato a dare sempre più importanza ad i personaggi e alla loro psicologia e meno ai "vaganti". Su 16 puntate di stagione più della metà sono dedicate a liti e rappacificazioni, a lotte di potere, decisioni difficili, contrasti, amicizie. Un bel titolo del tipo "L'amore al tempo degli Zombie" ci poteva stare insomma.
Ti ritrovi così a sperare nella puntata "boom", quella che (a sorpresa) torna finalmente all'action e alla sua natura originaria, quella che metterà i personaggi finalmente davvero in pericolo e magari ci scapperà il morto (naaaa, al massimo qualche comparsa, qui i protagonisti non possono morire, sarebbe un bello shock per i milioni e milioni di spettatori scoprire che in un mondo invaso dagli zombie il loro personaggio preferito può morire).
Poi arriva Z Nation, targato Asylum e ti aspetti all'opposto una trashata megagalattica inguardabile per quanto demenziale e stupida. La prima puntata non fa molto per farti cambiare idea: dialoghi demenziali, personaggi stupidi, telecamera che si muove manco fossimo su una nave, fotografia "sporca" e di serie b. Ti dici, "qui si va proprio sul pesante", però hai bisogno di un ritorno alle origini e Z Nation lo è: qui si muore anche se fino al secondo prima eri il protagonista assoluto, lasciamo da parte tutte quelle riflessioni e conflitti interiori, vogliamo lo splatter e il trash, che va bene che Romero ci ha insegnato che gli zombie sono una metafora della società ma c'è a anche a chi piace Lucio Fulci.
Dice Lucio Fulci, si, ve la ricordate la scena (s)cult "Zombie contro Squalo? Ecco, qua abbiamo gli zombie radioattivi, gli zombie mutati, gli zombie tornado, perfino una svolta soprannaturale verso la fine.
Na bella schifezza che si guarda solo per ridere insomma. S...No.Dopo le prime puntate lo show incredibilmente sembra acquistare una sua "sostanza" (no, non quelle che piacciono a Doc, o almeno non necessariamente): i personaggi pur caratterizzati in maniera macchiettistica acquistano un loro perchè laddove quelli di The Walking Dead sono così scandagliati, analizzati, che alla fine finiscono per fare delle cose che magari 4/5 puntate fa non avrebbero mai fatto. Qui invece i personaggi sono loro e basta, sai cosa faranno, sai cosa penseranno però le situazioni sono varie e spettacolari. In una puntata non sai cosa aspettarti: campane giganti che volano e uccidono zombie, carillon che si sentono a chilometri di distanza, ma soprattutto situazioni diverse.
Se The walking dead è "La casa nella prateria" che diventa "Assalto a Alessandria", Z Nation è un road movie (in questo caso serie) che mette i nostri personaggi ogni puntata in una situazione particolare e sfiziosa, mostrandoci quanto l?America è cambiata e impazzita dopo l'invasione.
La vera variante dello show però e quella che dà maggiormente senso alla serie è il personaggio di Murphy. La prima stagione è costruita su di lui, è lui lo scopo, va portato dal punto a al punto b in un certo periodo di tempo, anche a costo di perdere la vita o di lasciarsi altri cadaveri per strada.
Ti ritrovi così a sperare nella puntata "boom", quella che (a sorpresa) torna finalmente all'action e alla sua natura originaria, quella che metterà i personaggi finalmente davvero in pericolo e magari ci scapperà il morto (naaaa, al massimo qualche comparsa, qui i protagonisti non possono morire, sarebbe un bello shock per i milioni e milioni di spettatori scoprire che in un mondo invaso dagli zombie il loro personaggio preferito può morire).
Poi arriva Z Nation, targato Asylum e ti aspetti all'opposto una trashata megagalattica inguardabile per quanto demenziale e stupida. La prima puntata non fa molto per farti cambiare idea: dialoghi demenziali, personaggi stupidi, telecamera che si muove manco fossimo su una nave, fotografia "sporca" e di serie b. Ti dici, "qui si va proprio sul pesante", però hai bisogno di un ritorno alle origini e Z Nation lo è: qui si muore anche se fino al secondo prima eri il protagonista assoluto, lasciamo da parte tutte quelle riflessioni e conflitti interiori, vogliamo lo splatter e il trash, che va bene che Romero ci ha insegnato che gli zombie sono una metafora della società ma c'è a anche a chi piace Lucio Fulci.
Dice Lucio Fulci, si, ve la ricordate la scena (s)cult "Zombie contro Squalo? Ecco, qua abbiamo gli zombie radioattivi, gli zombie mutati, gli zombie tornado, perfino una svolta soprannaturale verso la fine.
Na bella schifezza che si guarda solo per ridere insomma. S...No.Dopo le prime puntate lo show incredibilmente sembra acquistare una sua "sostanza" (no, non quelle che piacciono a Doc, o almeno non necessariamente): i personaggi pur caratterizzati in maniera macchiettistica acquistano un loro perchè laddove quelli di The Walking Dead sono così scandagliati, analizzati, che alla fine finiscono per fare delle cose che magari 4/5 puntate fa non avrebbero mai fatto. Qui invece i personaggi sono loro e basta, sai cosa faranno, sai cosa penseranno però le situazioni sono varie e spettacolari. In una puntata non sai cosa aspettarti: campane giganti che volano e uccidono zombie, carillon che si sentono a chilometri di distanza, ma soprattutto situazioni diverse.
Se The walking dead è "La casa nella prateria" che diventa "Assalto a Alessandria", Z Nation è un road movie (in questo caso serie) che mette i nostri personaggi ogni puntata in una situazione particolare e sfiziosa, mostrandoci quanto l?America è cambiata e impazzita dopo l'invasione.
La vera variante dello show però e quella che dà maggiormente senso alla serie è il personaggio di Murphy. La prima stagione è costruita su di lui, è lui lo scopo, va portato dal punto a al punto b in un certo periodo di tempo, anche a costo di perdere la vita o di lasciarsi altri cadaveri per strada.
Ecco quindi una corsa contro il tempo per le strade d'America alla ricerca del laboratorio, mentre uno strano dj da una stazione al polo ci aiuta dandoci istruzioni e confortandoci. Si, una specie di "Punto Z" (se non avete visto Punto Zero fatelo, o Tarantino si offende).Murphy col passare delle puntate si trasformerà da vittima a salvacondotto per poi assurgere al ruolo di leader e protagonista incontrastato. Una cosa che in The walking dead non vedremo mai. E' lui l'unico personaggio sfaccettato e che subisce un'evoluzione ma quest'evoluzione non è solo mentale ma anche fisica e questa mutazione non lascia indifferenti rispetto ad un Rick che deve decidere quale sarà la prossima città da conquistare (per poi essere invasi di nuovo e scappare).
Insomma oltre allo splatter abbiamo anche una dose di mistero e fantascienza che rende lo show più interessante. The walking dead si sforza invece di mantenere a tutti i costi un realismo assoluto, l'unica variante sono gli zombie, che fungono da pretesto e non da fulcro e sviluppo dello show (non si parla mai di come tutto abbia avuto inizio, non si saprà mai, forse all'ultima puntata, se tutto può finire, non ci sono evoluzioni e mutazioni, solo la tremenda e triste realtà avvolta dalla monotonia). Qui invece abbiamo una direzione, un punto di partenza e di arrivo, abbiamo l'evoluzione e il cambiamento (il virus non è qualcosa di "morto" e ormai statico ma non si sa cosa potrà procurare e a cosa potrà portare in seguito)
Insomma se all'inizio ci troviamo davanti ad una tamarrata senza senso, col passare delle puntate invece ci accorgiamo che la trama ci "acchiappa" decisamente di più rispetto al cugino ricco, alla fine c'è pure il megacliffhangherone che lascia tutto ma proprio tutto in sospeso e restiamo lì con l'amaro in bocca a chiederci cosa ne sarà di questi personaggi così macchiettistici e "tagliati con l'accetta" eppure più sanguigni e "veri" (per una serie sugli zombie) che sembrano attirare le sventure come una calamita. Sarà "la Legge di Murphy" probabilmente.
Insomma se all'inizio ci troviamo davanti ad una tamarrata senza senso, col passare delle puntate invece ci accorgiamo che la trama ci "acchiappa" decisamente di più rispetto al cugino ricco, alla fine c'è pure il megacliffhangherone che lascia tutto ma proprio tutto in sospeso e restiamo lì con l'amaro in bocca a chiederci cosa ne sarà di questi personaggi così macchiettistici e "tagliati con l'accetta" eppure più sanguigni e "veri" (per una serie sugli zombie) che sembrano attirare le sventure come una calamita. Sarà "la Legge di Murphy" probabilmente.
- Caciarone e "ignorante" come i film zombeschi degli anni '80
- Le puntate sono piene di situazioni folli e (per quanto possibile) varie
- Murphy è un personaggio carismatico
- Prime 2/3 puntate forse troppo demenziali e diverse dal resto
- Recitazione non sempre eccellente
- Qualche cliché di troppo.
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