domenica 11 settembre 2016

Serie A 3> Juventus vs Sassuolo 3-1 – Un Preserata Spumeggiante

Juve-Sassuolo, per i più maliziosi un'amichevole dati i ben noti incroci di giocatori che ci sono tra le due squadre. Ma tanto ormai lo sappiamo che se vinciamo facile siamo apparentati o ci fanno passare, se soffriamo rubiamo e se vinciamo facile (magari contro di "loro") il nostro avversario è una squadra di incapaci. Possiamo quindi glissare sul ronzio di questi insetti fastidiosi. Come l'articolo de Il Giornale che, appena il giorno prima, eleggeva Lichtsteiner a capitano dei "mobbizzati" (italianizzazione per vittime da mobbing) e condannati alla panchina da qui alla fine della stagione o del contratto. Difatti ieri lo svizzero era in tribuna, vero?

Con Alves a riposo i bianconeri partono con la BBC di "scorta" in difesa e con l'esordio dell'HD in attacco dal primo minuto. Tra le linee "nemiche" invece due vecchie conoscenze come Matri e Peluso. Mentre l'antipopolo era ancora li a lamentarsi perché Berardi, azzoppato nella scorsa giornata, non si faceva prestare un paio di stampelle per affrontarci stoicamente, Il Pipita, lanciato da Dybala, la metteva dentro dopo soli 4 minuti e raddoppiava subito dopo, tanto per rimettersi in media con il numero delle giornate e confermare come quei 90 milioni siano stati davvero gettati. 124 se ci mettiamo dentro anche quelli della clausola di Pjanic, ieri in gol all'esordio assoluto. Molti fegati hanno conosciuto il collasso nel vedere il "Gonzalo traditore" disputare una prestazione come quella di ieri. Il "panzone" più goleador della storia. E che gol! Una coppia HD appena avviata e che fa già ben sperare per il suo rapido affiatamento. 

Nel primo tempo è una Juve straripante e narcisa. Uno spettacolo per gli occhi. Si diverte e diverte dando persino l'impressione di non voler dilagare per non umiliare l'avversario. Una squadra alla continua ricerca dell'estetismo e del gioco di prestigio. Un assedio che produce soltanto tre gol, considerato che poteva invece portare ad una goleada. Questo di sicuro fa girare un po' le balle al concretismo di Allegri, sempre un po' allergico (come giusto che sia) al giochino fine a se stesso che non porta frutto. 

Il tutto si acuisce quando su quel calcio d'angolo Buffon (eletto in settimana dalla Uefa come miglior portiere della storia della Champions) sbaglia l'uscita e si fa infilare di testa. Mettiamola così, con quel gesto involontario ha tolto qualche riflettore della critica di dosso a Chiellini che tornava da una partita storta con la nazionale ed era improvvisamente diventato un vecchio brocco ormai finito. Lo stesso Chiellini che agli Europei era lo zoccolo duro della solida difesa azzurra. Ma si sa che i media calcistici non conoscono mezze misure perché le mezze misure non vendono copie. Se poi è davvero così brocco come dite il nostro consiglio e quello di intercedere con Ventura per lasciarcelo in esclusiva, non temete sappiamo noi cosa farci. 

Il gol subito resta però un sassolino negli scarpini dei nostri, che nel secondo tempo continuano l'assedio ma con minore cinismo e più appannamento. Dybala eccessivamente altruista cerca perennemente il compagno al centro dell'area invece di sganciare un terra-aria che avrebbe spiazzato Consigli, tranne quando da posizione defilata la tira sul portiere invece di passare al centro. Ma non lo biasimiamo perché si crea un'azione dal nulla che lui, più degli altri, avrebbe meritato di realizzare. 

A dispetto dei luoghi comuni a Torino ieri faceva più caldo del solito e quel "sassolino" iniziava a dare davvero fastidio quando i bianconeri entravano in riserva di ossigeno e quelli del Sassuolo (in condizione fisica più avanzata) iniziavano a inserirsi negli spazi più pericolosamente. Il 3-1 però ci dava l'opportunità, oltre che l'obbligo tattico, di pensare più alla gestione del risultato, anche in vista della Champions. Fortunatamente lo spettro del 3-2 è stato scacciato anche se non senza qualche palpitazione di troppo. 

Alla fine la Juve vince e convince anche col gioco, cosciente persino del fatto che la perfetta forma fisico-tattica deve ancora arrivare. 

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