venerdì 9 settembre 2016

[9/9/2006] E quindi uscimmo a riveder le stelle…

Era il pomeriggio di un Sabato qualsiasi, ma non per noi (e forse neanche per "loro"). Un sabato di 10 anni fa, una vita fa. La Juventus iniziava una pagina inedita della sua storia e lo faceva lì dove un'altra estate era appena finita. Lì sulla spiaggia di Rimini. Come tutte le avventure il cui primo passo risulta impacciato e titubante, anche quella corazzata non potè fare a meno di zoppicare e quasi inciampare sulle strette e tortuose strade della cadetteria. I neo campioni del mondo (o quantomeno molti di loro) ottennero un misero pareggio su un campo di provincia. Un 1-1 che fece fregare le mani a molti loschi figuri. 

Con la sua ironia da riviera la Gazzetta credeva di mietere, finalmente, i frutti della SUA Farsopoli. Quella "piadina andata di traverso" doveva tenerci fuori dai giochi per un bel po' (o almeno così speravano che fosse) e con noi fuori dai giochi il campionato maggiore "sarebbe stato più equilibrato e tutti avrebbero potuto vincerlo". Noi invece avremmo avuto "l'occasione di purificarci e rivalutarci" agli occhi del sentimento popolare. Le ultime parole famose nascondevano però un subdolo progetto, costruito a "tavolino", che invece quel "tutti" fosse in realtà riferito ad un insieme di persone raggruppate sotto un unico simbolo (un logo successivamente svenduto). Il povero bimbo Massimino, da anni vessato dall'uomo (bianco)nero che di notte gli rubava i giocattoli, poteva finalmente pendersi ciò che doveva essere suo. 

Così si costruì il suo impero sulle macerie della Serie A, badando bene di nascondere le proprie marachelle finché non fosse stato troppo tardi per darne conto. Mentre noi rimanevamo consci del nostro lignaggio e ripartivamo da zero… anzi da sotto zero. Così finalmente le ricchezze di Massimino aumentavamo e anche i nostri debiti lo facevamo. Ma mentre gli stadi di Serie A si svuotavano quelli di Serie B si riempivano. Ogni nostra trasferta era paragonabile all'arrivo delle olimpiadi in città e quel giorno a Crotone i ricoveri in ospedale crebbero del 300%, ma non per i fegati spappolati come accade oggi bensì per il furbo tentativo di scroccare una vista sul campo adiacente. Per la prima volta le pay-tv investirono nella B e (dati alla mano) quell'anno "camparono" quasi esclusivamente con la B. Fu una stagione sicuramente più interessante delle paraolimpiadi di Serie A nelle quali le squadre (decimate di punti) badavano più a ricostruirsi che ad altro. Quello si che era ammazzare un campionato vincendo facile. Oggi quantomeno c'è lo scudetto d'Agosto! 

E fu per la B davvero tanto remunerativo che una volta perduto dalle tv quella manna nacquero screzi che indirettamente (?) portarono alla scissione delle Leghe. Massimino invece, presa la rincorsa, si fece finalmente lo "squadrone", persino a discapito di chi diceva che "con noi tra i piedi sarebbero arrivati sempre secondi". Eppure l'occasione c'è stata anche per loro, mi ricordate invece a che posto arrivarono quell'anno? Come sapete io seguivo un altro campionato. 

E come icaro Massimino salì sempre più in alto con le sue ali di cera, mentre noi formichine ricostruivamo per l'arrivo dell'inverno, finché quelle ali si sciolsero e non bastarono i guadagni di 5 anni di monopolio. Massimino fu costretto a cedere, a dire il vero a chi riuscì persino a far peggio di lui economicamente e sportivamente parlando. 

Che fine ha fatto il campionato che poteva vincere chiunque? Quello che prima era definito "il più bello del mondo"? Che fine han fatto quelli (anche tra i nostri) che dicevano che la Juve in B si sarebbe purificata, se gli alibi son rimasti gli stessi? Che fine han fatto gli onesti e i secondi che prima del 2006 qualche scudetto l'avevano persino vinto?

Ecco che allora, a 10 anni di distanza, quella discesa negli inferi non deve da noi esser vista come un onta ma come un orgoglioso ricordo e l'inizio di rivalsa sportiva epocale. Poiché noi non andammo in B… fummo mandati in B, ed c'è una grandissima differenza tra i due verbi. Come quando (da che pulpito!) qualche milanista ci ricorda di non omettere nei nostri trofei quella coppa scudetto. Certo, vero, non bisogna assolutamente farlo, specialmente se a dircelo è chi ne ha 2 di quelle coppe. Gli stessi che pure sono stati mandati in B per un'inchiesta della giustizia sportiva ma che a differenza nostra una volta risaliti ci sono subito ritornati senza alcun intervento di terzi. Noi che invece dopo quel bombardamento abbiam mantenuto i più fedeli in rosa, che ancora oggi ricordano quell'anno con un mix di simpatia ed orgoglio, abbiamo dimostrato che con la serietà, l'impegno e la perseveranza si può ricostruire tutto anche dalle macerie. Mentre i grattacieli eretti coi mezzucci, la pressapochezza e gli alibi sono destinati a cadere al primo alito di vento. 

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