domenica 28 agosto 2016

Serie A 2> Lazio vs Juventus 0-1 – Nell'olimpico laziale, andiamo a comandare

Lazio-Juve da anni è una certezza: in casa giochiamo noi, dato che portiamo il pubblico, e alla fine ce ne andiamo con i tre punti in tasca. Inzaghi lo sa, l'ha persino detto sperando che in questa partita le cose fossero andate diversamente ma, sempre alla fine, il copione non cambia e la tradizione non muore. 

Caldo, time-out e confusione tattica, il primo tempo è la sagra del fallo, soprattutto per la Lazio che ne sforna 10 e riceve la metà dei gialli che merita. L'unico modo per fermare la superiorità tattica di questa Juve e buttarla sulla scontro fisico. Naturalmente il napoletano Guida non se la sente, tranne quando Sandro va sul pallone ma si becca fallo e il giallo. Oh, questo non se la sente ma anche a non vedere non scherza mica!

Così la Lazio per cercare di contenerci pressa a tutto campo, falciando gambe e mani (Alves) ma che spende così tanto in fiato che alla Juve non resta che aspettare che non ne abbia più. La Juve però è ancora una Juve d'Agosto, volenterosa ma acerba, ancora in condizione fisica da beach soccer e con poche idee ma confuse. La mancanza di Bonucci si vede e i lanci lunghi sono per lo più starati. Quindi il primo tempo, tra Lazio arroccata e in cerca di contropiede e i bianconeri alla ricerca della grande onda, scorre via sonnacchioso e senza emozioni. Tranne quando Asamoah, dopo un avvio disastroso sotto il profilo della gestione di palla a centrocampo, svirgola un pallone in area su in cross e per poco non la mette dietro al portiere. Fortuna loro che a quell'ora Marchetti era sveglio. 

Nel secondo tempo la Juve cresce e pur mantenendo pari possesso palla laziale inizia a confezionare qualche palla gol. Va vicinissimo al vantaggio con Mandzukic e Dybala (parata centrale di Marchetti e fil di palo) poi Khedira la piazza fuori da buona posizione… anche se si tratta di deviazione. Ma non si fa in tempo a incazzarsi con lui che ti giri e lo vedi andare in gol. Nel frattempo era entrato Higuain che come al solito è un annuncio diretto o indiretto di gol del vantaggio. Quasi un presagio di sventura per gli avversari. 

A quel punto il tuo cuore sente che è fatta ma che dovrai soffrire temendo che arrivi uno svarione difensivo che possa regalare alla Lazio il pareggio insperato. Ma la difesa regge, quando in svantaggio i biancocelesti cercano di raddrizzarla tra noi che la gestiamo. Buffon non si scompone neppure i capelli. Rimane BBBC anche se una B sta per Benatia e non per Bonucci. Chiellini è una garanzia, bloccando al limite dell'area Immobile, l'ex che come al solito non trova sbocchi non lasciando adito alla stampa di riaprire la vecchia e noiosa filastrocca del rimpianto. Filastrocca che risuona ormai solo in qualche eco lontana di stampa, perché nessuno di noi l'ha mai realmente rimpianto, e forse anche anche i tifosi del Toro han capito che Ciruzzo è finito quando li ha lasciati per il Borussia.

Inzaghi inizia allora a chiedere "quanto manca" ogni 55 secondi (qualcuno oggi gli avrà regalato un orologio) ma per lui si tratta dell'impotenza di chi aveva fatto la bocca ad un "prestigioso" pareggio ma è stato svegliato dal suo sogno. Mancherebbe solo la ciliegina, oltre a quella auspicata sul mercato da Marotta, ed è quella del gol di Pjaca, ma dopo il doppio passo la spara sul portiere. 

Bene così dunque. Sami Khedira "tunisino" di Germania, il numero 6 che la insacca al 66°, diviene il capocannoniere bianconero del prologo di questo campionato.  Punteggio pieno prima della sosta, dopo viola e biancocelesti e un ampio margine di miglioramento. Sul mercato il centrocampo chiede aiuto ma non penso arrivi il campione o addirittura un altro giocatore, gli ultimi giorni non sono il forte di Marotta, lui è più tipo da Luglio, ad Agosto le sue pile sembrano a corto di autonomia. Ma me riparleremo a carte ferme. 

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