lunedì 31 ottobre 2016

TALES OF HALLOWEEN - registi vari (Speciale Halloween - puntata 5)

Da qualche anno sono tornati di moda i film ad episodi: sottogenere della cinematografia horror che condensa in una sola pellicola tanti (o pochi) piccoli racconti legati da una tematica comune. Naturalmente uno degli spunti più ovvi è dato dalla festività di Halloween. Tra i film più riusciti di questo filone c'è sicuramente l'ottimo Trick 'r Treat (qui da noi conosciuto come "La vendetta di Halloween") che, grazie a delle storie accattivanti e legate tra loro in un unica trama comune, risultò uno dei prodotti meglio confezionati degli ultimi anni. Nello stesso filone si inserisce questo "Tales of Halloween", del 2015, che vede avvicendarsi alla regia direttori tutt'altro che sconosciuti come Neil Marshall, Lucky McKee, Darren Lynn Bousman, eppure questo non è basta per renderlo un film godibile o riuscito. Vediamo perchè.

Il primo errore da non commettere quando si gira un film "ad episodi" è quello di farne troppi: "Trick 'r Treat" ad esempio ne aveva cinque, "L'occhio del gatto" ne aveva tre, Creepshow cinque più un prologo ed un epilogo, qui ne abbiamo ben 10. Si, 10 episodi per nemmeno un'ora  mezza di durata, che di fatto fanno meno di 10 minuti ad episodio. Con questo tipo di durata non c'è il tempo materiale di raccontare qualcosa di interessante o compiuto, anche le cose più riuscite finiscono per sembrare affrettate e mal raccontate. Basti prendere ad esempio "Trick" (forse il migliore dei 10 racconti): un gruppo di amici viene assalito da un gruppo di bambini assassini. Il finale a sorpresa è interessante, peccato che arrivi così in fretta e sia mostrato così svogliatamente che non si ha nemmeno il tempo di rifletterci su e di apprezzarlo/disprezzarlo, ti viene sbattuto in faccia e stop. Anche "Bad Seed" di Neil Marshall (che ha per oggetto una zucca animata che mangia le persone) risulta, soprattutto registicamente, sfizioso e citazionista (c'è più di un rimando ad Halloween 3), ma non ha il tempo di svilupparsi. In una storia così poco originale o intrigante, la costruzione della tensione è tutto, se manca questa l'unica è giocarsi la carta dell'ironia e buttare un po' tutto più sulla risata che sullo spavento.
Stessa cosa, ma in peggio, si può dire di "Grim Grinning Ghost", una semplice leggenda Halloweenesca senza sorprese e senza sussulti o un qualche briciolo di idea ("se cammini di notte e senti una donna urlare e senti dei passi, non ti voltare o morirai", tutto qua), ma al limite come storia classica ci può pure stare. Anche "Ding Dong" presenta qualche piccolo spunto (una rilettura particolare di Hansel e Gretel) ma siamo più dalle parti del weird che dell'horror, un episodio insomma più strano che bello, non aiutano nemmeno degli effetti speciali abbastanza ridicoli e una recitazione un po' troppo sopra le righe.
"Friday the 31st" una simpatica parodia degli slasher movies che per qualche minuto funziona, certo gli effetti speciali sono a dir poco risibili ma almeno la storia ha un qualche sviluppo e un qualche motivo di interesse, per quel poco che dura.
Fin qui il meglio, tutto sommato si parla di storielle sulla sufficienza che intrattengono e poco altro ma almeno intrattengono, il resto francamente è da dimenticare.



Che dire dell'iniziale "Sweet Tooth"? Una specie di Halloween (il film) di serie b che ha come spunto di partenza una trashata galattica (la storia di un bambino che ammazza le persone perchè i genitori non gli facevano mangiare i dolci ad Halloween. Brividi e raccapriccio). "The Night Billy Raised Hell" e "The Ransom of Rusty Rex" hanno praticamente lo stesso scontatissimo colpo di scena (il killer è un bambino o no?) e uno sviluppo discutibile. Il primo vira troppo sul comico giocandosi il colpo di scena con un trucco e parrucco del "cattivo" mal studiato, il secondo avendo in pratica lo stesso personaggio perde già in partenza sotto questo punto di vista. Peggio ancora "This Means War" e "The weak and the weaked" che non si capisce cosa dovrebbero rappresentare: svogliatissimi, inutili, privi di qualsiasi mordente, privi di fatto di una vera storia. Nel primo due vicini si fanno la guerra, prima a parole e poi con in fatti, ma in pratica non succede nulla fino allo scontatissimo minuto finale. Peggio ancora "The weak and the weaked": un ragazzo perseguitato da alcuni bulli evoca un demone. Ci sarebbe pure un colpo di scena interessante ma è inscenato in modo pessimo e risulta messo un po' così, tanto per metterci qualcosa per non girare il vuoto più assoluto. Non ci voleva poi molto per inventarsi qualcosa di più decente, qualche svolta di trama, qualche scena ad effetto, ma nulla.


A completare il mezzo disastro ci si mette un presunto legame tra le varie storie che legame non è (compaiono solo gli stessi personaggi in vari episodi quasi per caso, senza alcun senso), come se ci fosse qualcosa di coerente in questa accozzaglia di spunti orrorifici banali e poco approfonditi. Non basta qualche cammeo eccellente (Joe Dante, John Landis, Adrienne Barbeau..) che serve solo come specchietto per le allodole. Un film insomma che non adempie al suo compito, rappresentare una simpatica rassegna di racconti horror da guardare ad Halloween, solo a tratti risulta godibile e questo in un film che dura solo 82 minuti è abbastanza grave.

Dolcetto o scherzetto? Scherzetto di cattivo gusto

Voto 5

Nessun commento: