mercoledì 8 marzo 2017

American Horror Story: Roanoke - Stagione 6 [Serie TV 2016]

La casa stregata, il manicomio, le streghe, i freak,  l'hotel infestato da fantasmi...Cosa altro possiamo inventarci all'interno del genere horror? Il reality show. Reality? E che c'azzecca con l'horror? Beh, il tipo di horror di  Ryan Murphy e' sempre stato piuttosto modaiolo, "stiloso", poco incline al suscitare paura quanto piuttosto inquietudine.

Se le prime due stagioni si erano comunque mantenute su una base piuttosto solida e classica, sia come sviluppo che come trama, e' gia' dalla terza infatti che si comincia a perdere il bandolo della matassa con una "creatura" sempre piu' splatter e fine a se stessa, piuttosto che misteriosa e paurosa. La sostanza sacrificata sull'altare dello stile insomma.
Il Reality dicevamo. E cosa posso costruire di horrorifico con un reality?

Beh, diciamo che la stagione ha per oggetto uno show televisivo, un documentario nel quale, sia i protagonisti "reali" che alcuni attori che li interpretano sullo schermo, raccontano davanti alle telecamere la disavventura della famiglia Miller. Dopo la perdita prematura (a causa di un'aggressione da parte di una gang) del bambino che aveva in grembo, Shelby decide assieme al marito di cambiare la sua vita e trasferirsi in un posto più "tranquillo", in campagna. Qui assisteremo ad un insieme di eventi destinati a cambiare per sempre la vita non solo dei due ma di tantissime persone (attori e amici/conoscenti/parenti della coppia).


Il cattivissimo di stagione: Il Grande Maiale

Tutto molto classico, tutto molto lineare e banale ma almeno non confusionario e ridicolo. Eh no, è qui che sta l'inghippo.
All'improvviso la serie si trasforma in un "found footage", una sorta di "Non aprite quella porta" all'acqua di rose nel quale quello che vediamo è stato ripreso da una qualche sorta di telecamera di fortuna e mostrato poi in tv a cose fatte. Dalla sesta puntata in poi, in sintesi.
Se nella prima meta' di stagione quindi sapevamo gia' che tutti i protagonisti della vicenda si erano salvati (se parlano davanti alle telecamere a posteriori...), nella seconda l'unica curiosita' e' data dal voler sapere chi salverà la pellaccia, anche se sostanzialmente dei personaggi in se non ce ne freghera' un beneamato, che muoia uno o l'altro fa poca differenza. Certo è una svolta interessante in teoria, che smuove una situazione che stava diventando troppo statica ma da lì in poi tutto diventa più confuso e anche la "leggenda di Roanoke" (il mistero che muove tutto) va presto a donne di facili costumi.
Il colpo di scena di meta' stagione, che per molti ha dato nuova linfa alla serie, insomma per me e' stato l'esatto opposto. Se prima si trattava di una stagione noiosa e banale, ma con almeno con una certa tensione, nella seconda meta' si trasforma nella solita carneficina dove i protagonisti vengono fatti fuori uno dopo l'altro spesso in maniera ridicola e senza il benche' minimo momento di tensione.

E' una sorta di  ciclo infinito:

1) arriviamo alla casa
2) cominciano gli omicidi
3) era tutto vero?
4) si torna alla casa
5) altri omicidi
6) era tutto vero?
7) ennesima volta nella casa con altri personaggi da macellarre
...

Impossibile appassionarsi o provare empatia, al limite curiosita', ma piuttosto fine a se stessa

Siete sicuri che siamo ad Acitrullo? Questa non mi sembra la campagna di Campobasso

 In Roanoke abbiamo addiritttura un accenno alla critica sociale, a tratti interessante, a tratti davvero "finta" e allungabrodo in maniera quasi cartoonesca (i cacciatori di fantasmi della puntata finale).
A un certo punto sembra quasi di star guardando l'ultimo film di Maccio Capatonda: una parodia di certi meccanismi televisivi che si innescano dalla morbisita' degli spettatori per i fatti di cronaca. Solo che qui non c'e' poi molto da ridere (quelle 2/3 battute fanno abbastanza pena) o da riflettere tra uno squartamento e l'altro. Tutti troppo ravvicinati tra loro, tutti poco "impattanti". 

Si sta assistendo poi, di stagione in stagione, ad un aumento di comparsate, camei, apparizioni di attori delle stagioni passate ma che all'interno dell'intreccio hanno poco senso, destinati ad essere fatti fuori nell'arco di una puntata o due, in una trama gia' di per se (come ormai e' consuetudine) poco profonda.
Anche il fiore all'occhiello della serie, lo stile (e piu' in particolare la sigla), viene sacrificato e messo da parte una volta che ci si affida al formato "found footage": immagini mosse, sgranate, veloci. dovrebbero dare piu' realismo al tutto, ma visto il succedersi degli eventi a volte sembrano semplicemente un modo per evitare di costruire scene con effetti speciali non all'altezza.
Inutile nell'ultima puntata (davvero "loffia" tra l'altro) chiudere il tutto con un momento "commovente" se nell'arco delle puntate passate tutto hai fatto meno che approfondire la psicologia di quei determinati personaggi. Ce ne dovrebbe fregare qualcosa (almeno nelle scorse stagioni Murphy ci aveva regalato una puntata "flashback" dove si creava un contesto e si dava modo ad un determinato personaggio di essere apprezzato)?
A questo punto si fa sempre piu' forte il pensiero che Murder House e Asylum fossero l'eccezione e non la regola.

walKER FACE
 A molti però la stagione è piaciuta, è stata considerata come quella che ha ridato smalto alla serie, una stagione dove c'è stata più linearità (in parte è vero) e si è tornati ad atmosfere davvero horror (molto meno vero). La "scossa" data dalla puntata 6 se ad alcuni ha fatto rivalutare completamente la serie in positivo, al sottoscritto ha fatto l'effetto contrario: da lì in poi poi si è buttato come al solito tutto in vacca. I personaggi hanno ricominciato a morire come "carne da macello", il tutto si è trasformato in un insulto continuo tra i personaggi di un programma televisivo prima di morire (a mio parere non funziona nè come horror nè come critica allo star system).
C'è pure l'ormai consueto easter egg che rimada ad un altra stagione, si ma attaccato con lo sputo (altro che "in questa stagione ci si accorgerà che tutto è collegato").

Scusa se ti ho dato dell'assassino, mi sembrava che stessimo in quell'altro telefilm
Cosa c'è da salvare? Qualche atmosfera nelle prime puntate e qualche citazione a "Non aprite quella porta" nella seconda, troppo poco per giudicare questo Roanoke come la rinascita della "saga". Anzi, è ormai fin troppo chiaro che la china presa dalla serie è decisamente questa: personaggi monodimensionali che muoiono uno dietro l'altro, stop. Forse il fatto di essere una serie che ricila sempre gli stessi attori ha cominciato a stancare (il classico commento del fan di stagione in stagione è diventato "vediamo questa stagione chi sopravvive?" "Io faccio il tifo per..."). Una cosa che sa tanto di "teenagerata"

PRO

- Le prime puntate fanno presagire un ritorno alle origini
- Qualche citazione a film come "Non aprite quella porta"
- Qualche contentino per i fan più accaniti della serie

CONTRO

- Seconda parte di stagione confusa e ripetitiva
- Il ricilare sempre gli stessi attori comincia a stancare
- Troppi personaggi e sottotrame inutili

 Voto 6

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