giovedì 3 agosto 2017

SPIDERMAN HOMECOMING - Jon Watts

Torna (e ritorna) al cinema il re dei reboot della Marvel Studios, ma la prima inquadratura del film è tutta per "Batman"... o meglio, per Michael Keaton, che nel ruolo da Villan si rifà, però, più al suo Birdman. Ma andiamo per ordine.

Abbiamo ormai perso il conto di quanti Spiderman abbiamo dovuto "rivedere" e "rivivere". Come uno scrittore che scrive qualcosa, poi strappa il foglio e ricomincia, e che periodicamente lo rifà, Spiderman ritorna a raccontarci la sua storia. In fondo, però, è sempre stato questo il suo destino, quello dell'eterno-giovane uomo ragno: col passare degli anni i suoi interpreti crescono, diventano uomini ma lui deve restare un ragazzo, così si deve cambiare. Come un computer con poca RAM che bisogna riavviare ogni volta che questa "cresce" troppo. Ogni volta uno Spiderman diverso a secondo del filtro applicato su di esso dalla personalità e dalle idee del suo regista (che naturalmente cambia assieme a lui). Così si è passati dallo Spiderman romantico di Raimi a quello più malinconico e dark di Webb (versione che non mi è dispiaciuta). Ognuna di queste versioni è sembrata cogliere un adolescente diverso, con un carattere differente e uno stile proprio, sottolineando le turbe esistenziali della fase pre-adulta.


il prossimo Reboot

Bene... il fatto è che... ogni volta, nel corso di questi reboot, si è avuto un Peter Parker più giovane, una sorta di Peter Benjiamin Parker. Tanto che secondo me al prossimo reboot ce lo ritroveremo all'asilo a rubare le merendine ai compagni e a scappare sui muri per non essere preso dalle maestre. Naturalmente se lui è più giovane, anche zia May lo è. In questa versione è interpretata dalla sexy Marisa Tomei... quindi capirai quanta "ricotta" che gli faranno! Il fatto diventa, anzi, una vera e propria gag del film che parte da Iron Man e finisce al kebbabbaro del quartiere. Cosa che sarebbe stata impensabile con le adorabili vedove delle scorse versioni.


Be', in realtà, più che un classico reboot stavolta si tratta più di un... "ricomincio da Avengers". Niente storia del ragno radiattivo, il "bimbo ragno" (cit. Iron Man) lo avevamo, infatti, già conosciuto nella Guerra Civile tra i supereroi, schierato nella squadra giusta, e cioè con Iron Man contro quel montato di un Captain America. Pupillo di Tony Stark, che lo trasforma in una sorta di Spiderman 2.0 supertecnologico (un Iron Spiderman) quando gli regala la tuta ragno di sua progettazione, Peter Parker è ancora al liceo. Sarà forse il segno dei tempi, sarà che una volta si cresceva prima, ma io mi ricordo Peter Parker come una specie di piccolo Clark Kent che lavorava come fotografo freelance per il giornale di New York e già conosceva il tedio di un capo che continua a darti addosso (che oltretutto odiava l'uomo ragno). Niente morale sui "grandi poteri dai quali derivano grandi responsabilità", in Homecoming Peter Parker non è altro che un quindicenne che si divide tra il salvare il mondo e l'invitare la fidanzatina al ballo... spesso non riuscendo a decidere quale sia l'impresa più ardua. Un adolescente che non sa ancora cosa fare da grande, ma che vista la crisi di vendita dei giornali, potrebbe benissimamente considerare una carriera da youtuber di succeso.


Pellicola rubata alla Disney? i più maligni potrebbero rispondervi di sì. Completamente opposto al cupo concetto di Amazing, in molte scene l'ironia è quasi pixariana. Prendete ad esempio l'amico cicciotello e ditemi se non è il classico amico dei film di animazione. In alcune scene a me ha ricordato Troll Hunters, ad esempio. Quando lei lo aspetta ma lui invece è impegnato a giocare al supereroe. Persino nella morale finale è tipicamente Disney e politicamente corretta.

Per il resto la trama è sostanzialmemte quella che abbiamo visto in tutti i primi Spiderman, con variazioni qua e là nelle "parentele" dei personaggi, ma quasi nessuna variazione nella sostanza della stessa.

Non risparmia però le punzecchiature (velate o meno) alla concorrenza. Oltre ad avere come Villain Batman-Keaton, che potremmo considerala più come una assonanza suggestiva, ha un amico-nemico di nome Flash (nomignolo ispirato proprio al supereroe della casa concorrente) il tipico ragazzo che ti prende di mira a scuola per gelosia. Scimmiotta anche stesso, o meglio quello di Raimi, nella scena in cui si cala a testa in giù per salvare la sua bella e incontra i sui occhi. Nemmeno il già odioso Captain ne esce bene, relegato (dal finto gioco delle fazioni) a ruolo di moralista da video. E se restate anche dopo tutti i titoli di coda (caratteristica Marvel) ne avrete una dimostrazione sostanziosa.

Discreto...

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