Era il primo banco di prova impegnativo della stagione, dopo una serie di piccole avversarie. Juve-Fiorentina... che non è Fiorentina-Juve (più simile a una finale di Champions contro una partita come tante) ma che è pur sempre una classica di Serie A, tra due squadre che non si sono mai amate. A conti fatti è stata davvero troppa la fatica spesa per portarla a casa non foss'altro perché il tabellino finale della Viola recita zero tiri in porta.
Tra la scommessa di una difesa sperimentale e il logoramento fisico di un attacco confermato interamente anche stasera, a influire di più è la seconda che ho detto. L'unica nota veramente stonata del reparto arretrato è stato Sturaro. Partita disastrosa la sua, che già non aveva molti estimatori tra le fila del tifo bianconero, quasi bilancia la superiorità numerica in cui ci eravamo ritrovati. E pensare che il solito Pioli da Stadium è riuscito persino a lamentarsi dell'espulsione, anziché ringraziare il VAR che in compenso ci ha tolto il rigore lasciandoli in partita fino alla fine. Perché col 2-0 davvero si poteva giocare col le mani in tasca contro questa Fiorentina. Il rammarico è quello di aver speso troppe energie in un periodo in cui invece sarebbe stato meglio dosarle. Aver tenuto in vita chi è venuto a Torino per aspettarci e sperare di ripartire con qualche contropiede di Chiesa e Simeone.
La Juve non riesce a scardinare il muro Viola con le idee e la fantasia del capocannoniere Dybala e deve quindi affidarsi alla concretezza e alla forza del Guerriero Croato. Come in un assalto ad un castello ben difeso si è dovuti ricorrere all'ariete per entrare nel fortino. Su Cross di Cuadrado il Manzo finalmente butta giù la porta con una incornata ben assestata. Dopo di che va vicino un paio di volte al raddoppio in fotocopia. In tutto questo continua anche a sacrificarsi a tutto campo... e pensare che c'è una piccola schiera scandalosa di tifosi a cui non piace. Una schiera molto più silenziosa e strisciante di quelli che invece stan facendo un baccano della Madonna contro Higuain, sempre più depresso e disperato, a cui più che una settimana di allenamento servirebbe uno psicologo. Tra lui e Sturaro è stata una serata disastrosa. Sbaglia qualsiasi passaggio anche il più facile e scivola sempre più nel baratro, su cui volano i suoi sciacalli.
La nota più bella della serata invece si chiama Rodrigo Bentancur, classe 1997 che sembra un classe 1987 per maturità. Una partita di personalità e freddezza palla al piede, che impressiona. Il migliore in campo assieme a Cuadrado che finalmente incide su quella fascia, non sbaglia quasi nulla e confeziona tre/quattro assist che potevano e dovevano essere meglio sfruttati lì davanti.
Una Juve che a conti fatti si mostra comunque concreta e con pochi fronzoli che continua a badare più al sostanza che alla forma, li dove altri si abbuffano di elogi la Juve soffre ma non molla. La strada è ancora lunga e più che le chiacchiere e gli elogi serve l'esperienza e la mente fredda, in un campionato dove le piccole sono sempre più scarse e le grandi rischiano di fare caterve di gol e punti.
Andiamo dunque avanti. Affrontare "nemici battaglieri" come con Fiorentina, Torino e poi giocare in Champions nell'arco di una settimana, con la preparazione fisica che ancora non decolla, è una sfida a cui una grande squadra non può sottrarsi né col fisico né col cervello.
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