Il Benevento va a Torino, ultima in classifica, con un record di undici sconfitte consecutive, contro la Juve, Strega contro Vecchia Signora, in occasione del suo centoventesimo compleanno, con la maglia celebrativa, con un arbitro che si chiama Abisso come un presagio... sulla carta ne dovrebbe prendere cinque o sei e limitarsi a fare da presenza... sulla carta però. Il calcio invece spesso non ama gli esiti troppo scontati e con le carte ci si pulisce il culo (scusate la volgarità). Capita quindi che se con simili premesse non riesci a passare subito in vantaggio, anzi, non riesci proprio a metterla dentro dopo cotante e cotali occasioni, è proprio allora che l'implacabile legge di Murphy si manifesta: quell'unica opportunità in cui le cose potrebbero andarti male alla fine si concretizza.
Un primo tempo all'insegna delle Streghe: quelle in vantaggio e quelle che aleggiano nella loro area di rigore. Due autogol mancati, due legni, salvataggi di schiena, di sedere di... tutto il corpo. Una Juve che subisce un gol "stupido" su contropiede "stupido" e con un fallo "stupido" di Alex Sandro (oggi tra i peggiori in campo) poi fa di tutto per pareggiare ma è come se davvero pendesse su di noi una macumba. Logico che chi non ha voglia e tempo di analizzare approfonditamente la partita si spinga a pensare che "il Benevento meritasse il pareggio" (Paola Ferrari a Novantesimo Minuto), con un solo tiro in porta. Come se avessimo dovuto regalarglielo addirittura noi con un autogol dovuto.
Di nuovo, ancora, sistematicamente, ciò che dovrebbe essere facile si complica oltre ogni previsione e per rimettere in carreggiata la squadra si deve ogni volta sudare sette camice. Il compito della statistica è quello di interpretare numeri e situazioni. Dopo dodici giornate il campione inizia ad essere quantomeno significativo e l'analisi pare rimanere la stessa: (ripeto) questa squadra riesce a far qualcosa solo sotto tensione, nel momento in cui questa si allenta ci "allentiamo" anche noi. L'unico modo per giungere ad una sintesi concisa, esplicativa e breve di questa strana partita.
Non a caso dopo il vantaggio la partita... o meglio... la Juve, cambia ancora. La tigre ferita che si butta con le unghie e con i denti contro il topolino, quando finalmente il Pipita (ancora lui) e Cuadrado (una delle poche cose buone fatte in partita) mettono a segno l'agognata rimonta le gomme si sgonfiano. La Juve riprende la sua spocchia, la sua irritante maniera di non gestire le cose nel migliore dei modi. Tornano gli errori individuali e di mentalità. Anziché provare ad uccidere l'avversario lo tiene in vita, permettendogli di divincolarsi rimanendo sdraiata sul vantaggio. Se la partita fosse finita in parità l'analisi sarebbe stata la stessa ma il risultato molto più doloroso. Siamo qui invece a cercare di sbollire la rabbia verso la mentalità distorta avuta sul finale dai bianconeri, lenendo i nervi tesi con la classifica. Perché, sempre per la serie il bello e il cattivo tempo del calcio, alla fine ci va persino ottimamente sotto il profilo del raccolto.
Il Napoli pareggia a Verona col Chievo, l'Inter pareggiava in casa col Toro all'ora di pranzo e la partita della Lazio è rinviata. Alla fine della fiera dunque accorciamo e ci portiamo ad un punto dalla capolista in vista della sosta per la Nazionale. Un campionato ancora strano e indefinito ma che delinea nettamente la differenza tra le prime cinque e il resto delle mediocri e scarse rimanenti squadre, delle venti di Serie A.
Per quanto ci riguarda davvero sembra che si sia destinati a soffrire e a sopportare una squadra che rischia di condurre un campionato senza fame ed interesse. Per la prima volta dopo tanti anni la mentalità e la forza della testa stanno giocando un ruolo decisivo e duraturo. Del pessimo Sandro ne abbiamo già parlato: uno che non è mai tornato dalle vacanze estive, con Dybala ormai non si sa più se continuare ad avere pazienza o criticarlo pesantemente. Prima c'era il suo ma mancava il supporto del Pipita, ora che il Pipita si è svegliato dal torpore perdiamo lui. Il prossimo obbiettivo sarà quello di ritrovare finalmente entrambi.
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