Immaginate cosa deve significare subire un gol da un ex difensore, vedersi "negare" il pareggio sul finale dalla prodezza di un ex portiere, disperandosi per un gol divorato da un giocatore preso e poi scartato dall'avversario, quando non ci sarebbe stato più tempo per recuperare... in sintesi Juve-Roma di ieri. E meno male per loro (magra consolazione) che quel tiro di Pjanic è finito sulla traversa.
Juventus Stadium: per noi Allianz per loro Mai-Una-Gioia (o in tema natalizio Maina gioia). L’implacabile legge applicata alla Roma da quando questo è stato eretto, ormai sei anni or sono, quella della sconfitta. Ma quanti brividi stavolta! Per una partita che poteva esser chiusa con largo anticipo e che si è andata complicando sempre di più sul finale.
La Juve lascia a loro uno sterile possesso palla, controlla agevolmente la gara ma spreca il solito rimorchio di gol, finché ad un certo punto della ripresa, la riserva della benzina si illumina di giallo-rosso. L'altra dura legge, quella del gol mangiato e gol subito, sembra arrivare per battere cassa. Due errori clamorosi che han portato a due tiri su cui solo lo spirito del Natale ha provveduto a porvi rimedio. Una beffa sventata, che a caldo ti lascia la spiacevole indecisione di chi non sa se gioire o essere arrabbiato, ma che a freddo si traduce con un solo aggettivo: goduria.
Una partita che nella sua ossatura ha ricordato inizialmente quella con l'Inter, ma che nella sua muscolatura (sostanza) si è sviluppata in maniera diversa. La Roma infatti non è l'Inter, quella che per novanta minuti è andata a Torino badando soltanto a mantenere lo 0-0. Lasciata due volte senza guinzaglio la Lupa ci ha quasi azzannato. Due amnesie difensive che restano imperdonabili, nonostante il tutto-è-bene-ciò-che-finisce-bene. Una lupa che in difesa è stata tutt'altro che perfetta e che deve ringraziare i bianconeri se resta in partita fino alla fine.
Checché ne dica il tifoso giallorosso, infatti, o l'antijuventino medio al bar o su Twitter, la differenza tra Juve-Inter e Juve-Roma, per settantacinque minuti si riduce a quel gol segnato, di riffa o di raffa, dall'ex Benatia. Un tabellino che alla fine segna una valanga di falli commessi dai romanisti e che recita otto tiri in porta della Juve, contro i due (famigerati) della Roma. Nei numeri e nella sostanza tutto questo predominio giallorosso, decantato oggi da qualcuno, non c'è stato affatto. Capisco che gli ultimi quindici minuti sono quelli che i tifosi della Roma ricordano meglio anche perché quelli più recenti dal punto di vista cronologico, ma la partita intera ha detto altro.
Immagine da girare a Capuano della Gazzetta |
E' stata una Juve solida ma senza cinismo... o meglio col cinismo ridotto a quel gol di Benatia. Un gol che, in vero, ha fatto un po' montare la testa al difensore, colpevole dei molti attacchi di cuore tra gli juventini, quando regala a Schick la palla della vendetta perfetta. Dopo Natale molti divani verranno sostituiti, solo per il salto che nelle case ha prodotto quell'occasione. Noi che vedendo entrare Schick l'avevamo quasi previsto. Altra regola non scritta.
Ma in fondo è proprio quando superi le regole che riesci ad essere una grande squadra. In un campionato lungo come quello di Serie A, alla fine tutto torna e solo i migliori vincono lo scudo. L'abbiam visto coi debiti che sta pagando adesso l'Inter alla sorte dopo le partite con Roma, Napoli e Juve.
Meno male che ex salva ex. Quel portiere dal nome impronunciabile, ma col doppio delle Z nel cognome rispetto a Zorro. Da ieri in odore di santità. Una parata che vale più di un gol. Salva un risultato che doveva essere in freddo assieme allo spumante già da tempo, ma che avevamo colpevolmente lasciato nella busta della spesa. Ora sì che possiamo brindare al Natale...
Auguri Bianconeri a tutti!
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