domenica 10 dicembre 2017

Serie A Juventus vs Inter 0-0 – Il buono il brutto e il catenaccio


Finora l’inter si era fatta la nomea di squadra più fortunata del torneo. Dopo la partita di ieri devo dire, invece, che tutte queste voci erano… vere. Cazzo se lo erano! Ma attenzione a non prendere questo appunto come l'invidia di chi si “cuoce” per il risultato. Ho sempre detto che la fortuna, l’inerzia, il “crederci di più”, il pensare positivo... o come diavolo volete chiamarlo voi, è una componente fondamentale del calcio che però serve molto di più in coppa che in campionato, dove alla fine è sempre la più forte a prevalere. Definendo forte come una squadra che ha trovato una combinazione costante tale da non dipendere dalla buona sorte. Per questo penso sia ancora da scrivere la parola fine, su questo campionato, ma per ora va così e il punto strappato a Torino è per l’inter, del talismano Spalletti, un punto d’oro.

Dopo la vittoria di Napoli i soliti noti ci han chiamato “simpaticamente” Frosinone, per via della maglia e dell’atteggiamento scelto per portare a casa il risultato. Atteggiamento che come si è visto paga, ed ha pagato anche ieri, ma qualcosa mi dice che gli stessi soliti noti non saranno così repentini nel soprannominare Pisa l’inter. Ieri si è vista una partita speculare al contrario, in cui ad attaccare eravamo noi e ad arroccarsi in difesa, per portare a casa il punto, erano loro. I maligni lo chiamerebbero Karma, ma, così fosse, quale grande Karma aspetta l’inter prima della fine di questa stagione?

La differenza sta nel fatto che, mentre noi a Napoli abbiamo fatto di necessità virtù, adattando l’atteggiamento all'avversario e imbrigliando il solito e prevedibile “ticche tacche” (versione sarriana del “tiki taka”) napoletano, l’Inter ha assunto questo atteggiamento come tattica predefinita dall'inizio di questo campionato, andandosi a prendere un pareggio simile a Napoli (subendo tanto quanto ieri e forse di più) una vittoria in contropiede a Roma (condita di un set completo di pali giallorossi) e aspettando le piccole per poi approfittare delle loro ridicole difese. Un primato (provvisorio) costruito con fortuna cinismo e cattiveria. Doti che a noi stanno mancando. Il cinismo che lo scorso anno ci ha permesso di vincere con un gol da fuori area di Cuadrado. La cattiveria che è mancata allo stesso Mandzukic: tra pali, cadute sul più bello e scarsa velocità di lettura. L'atteggiamento positivo, assente ieri nella miriade di passaggi arretrati, come di chi ha paura di affondare il colpo, nella sindrome di chi quest’anno prende gol al primo tiro in porta. Ci vien quasi da capirlo, abituati a prender gol al primo tiro in porta è paradossalmente un bene non averne subiti contro chi sta segnando sistematicamente nel modo opposto.

Ne è venuta fuori una partita brutta, persa di mano da una squadra troppo buona sotto porta, contro una squadra catenacciara che porta a casa un punto di platino senza mai tirare in porta. Un risultato che va benissimo anche per i denigratori di Icardi, quelli che pensano sia decisivo solo con le piccole e si spenga con le grandi (discorsi che a noi poco interessano). Persino lo spettatore non pagante Szczesny ha toccato più palloni di lui coi piedi. Totalmente inesistente, più di Higuain che un paio di occasioni le ha avute, fallendole.


Uno 0-0 per l’inter (verrebbe da dire) per buona pace di tutti quelli che pensano che nel calcio si vinca facendo il ticche tacche di Sarri. Quelli che si fan sedurre e bidonare in coppa dal quel perculatore per eccellenza di Guardiola. Che ti loda per farti imbrodare e a cui solo loro ormai abboccano. 

Quelli che lodano questa inter sono gli stessi che ci criticano per il nostro gioco guardingo, oculato e spesso più attento alla sostanza che alla forma. Eppure solo da qualche partita la Juve ha trovato un equilibrio tra attacco e difesa. Segniamo meno ma ci sbilanciamo meno, facendo anche meno gol. La vecchia storia della coperta corta, che da argomenti d'oro a giornali e tifosi, sempre in cerca della critica e della critica contraria. Non vedo affatto lorsignori fare lo stesso contro l’inter di Catenaccetti. In uno dei tanti misteri di Pulcinella continueremo a chiederci il perché conoscendo già la risposta: “chiunque, e in qualunque modo, ma non la Juve”. Questo il loro nuovo motto.

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