Broadchurch, terza stagione, ovvero "certe serie televisive bisogna chiuderle dopo la prima stagione" parte 2. Cosi' si
puo' riassumere in poche parole l'ultima stagione di
Broadchurch. Si, perchè la seconda serie di episodi fu quanto di più sbagliato si potesse scegliere di fare per tradire lo spirito della prima: zero empatia con i personaggi, genere totalmente stravolto (un legal drama all'acqua di rose, scontato e privo di spunti se non l'irritazione), zero mistero, scarsa caratterizzazione di alcuni personaggi principali a scapito di altri che invece ormai conoscevamo alla perfezione. Non contenti gli autori se ne sono usciti anche con una terza che...non è proprio una ciofeca. Per fortuna si sceglie di riprendere lo spirito della prima stagione (un crimine da risolvere e le ripercussioni sui cittadini di quest'ultimo), un approccio quindi molto più classico, pur scegliendo di affrontare un nuovo "caso", un po' come accadde per la terza stagione di The Killing. A differenza di quest'ultimo però la terza stagione di Broadchurch mantiene anche un
forte legame con personaggi ed eventi delle passate stagioni e non è
purtroppo sempre un bene. E' infatti il ripetere certe situazioni e stati d'animo ancora e ancora
senza avere realmente nulla da dire che ha portato la seconda stagione
prima ad impantanarsi e poi a prendere una strada del tutto deleteria e
priva di spunti interessanti. In questo caso si opta un approccio più "sobrio" ma comunque alcuni momenti che vorrebbero essere emozionanti appaiono forzati, non aiutati anche da dialoghi non particolarmente brillanti
"Più volte ho chiesto al Signore quale fosse il vero senso della...mia presenza in questa terza stagione" |
Sebbene il "caso" abbia dei punti di contatto con quello delle due stagioni precedenti (tanti possibili colpevoli, tanti segreti, una cittadina piccola dove tutti si conoscono e mentono...) i risvolti sono del tutto differenti. Innanzitutto la "vittima" non è stata assassinata e sarà quindi parte integrante nell'aiutare i due poliziotti a fare luce sul colpevole, ha voce in capitolo, si ribella, ha modo di elaborare quanto è accaduto. Una scelta particolare e sicuramente abbastanza originale, che si allontana dalla classica indagine su un omicidio.
In secundis in questo caso la "vittima" non è un innocente bambino ma una donna di mezza età, nemmeno avvenente, che non andava certo d'accordo con tutti e che aveva appena divorziato. Si assiste quindi ad un ribaltamento dei ruoli: la vittima subisce il giudizio e i preconcetti degli abitanti della città anzichè ricevere una solidarietà unanime ("Ma è brutta, chi la violenterebbe?" "Sarà vero? Non è che si è inventata tutto?"). La reazione degli abitanti quindi in questo caso è piuttosto diversa da quella di coloro che avevano assistito all'omicidio del piccolo Danny.
"Mi hai chiamata solo per chiedermi che ore sono?" |
Peccato che queste ottime idee di partenza non vengano sviluppate come avrebbero meritato. Se, come è lecito aspettarsi, il lato più intimista della vicenda spesso tende a prendere il sopravvento, è invece la parte crime che risulta piuttosto piatta e poco interessante, banale perfino. Nulla che non si sia già visto in altri telefilm, senza in questo caso l'empatia suscitata da certi personaggi (tutti i conoscenti o i parenti di Trish sono come delle figurine di "Indovina chi" che non dicono nulla, non riescono ad affascinare, non hanno lo stesso impatto della famiglia del piccolo Danny). Il "dolore" in questa vicenda è solo quello di Trish, gli altri sono personaggi sullo sfondo che di quando in quando compaiono perche sospettati, ma che al di là del lato più "giallo" delle vicende fanno poco o nulla. Il maggior pregio della prima stagione era invece proprio questo amalgama riuscito tra mystery, intimismo, atmosfera, luoghi affascinanti e inquietanti allo stesso tempo (la famosa scogliera parte integrante delle indagini nella prima stagione e qui soltanto citata, anche in maniera scherzosa).
C'è insomma una spaccatura ben più evidente rispetto alla prima stagione tra "emozione" e "mistero", laddove il primo prevale nettamente sul secondo. E se per quanto riguarda la vicenda di Trish è più che comprensibile, il reiterare ancora lo smarrimento e il dolore della famiglia Latimer appare forzato, troppo insistito, a tratti noioso laddove vorrebbe essere commovente. Nulla che non avessimo già visto nelle passate stagioni, per non parlare
del resto degli abitanti "noti" (il prete, la giornalista ecc.).
I due poliziotti protagonisti poi sono sempre simpatici e i loro
battibecchi riescono ad intrattenere, anche grazie alla bravura dei due
attori, ma la trama che dovrebbe sostenere il tutto non è così solida come invece ci si aspetterebbe.
Apprezzabile il fatto che la serie mantenga comunque sempre un approccio poco conciliante alle vicende (pensiamo anche al finale della seconda stagione), rifuggendo dal classico happy ending e lasciando spesso lo spettatore stesso a dover immaginare certi risvolti futuri. In questo caso immaginare è proprio la parola giusta, visto che con l'ultima puntata si chiude anche la serie.
"E adesso che facciamo?" "Perchè non ti apri un canale di cucina su Youtube?" |
Alla fine dei conti Broadchurch si è rivelato un progetto con poco respiro: una prima stagione riuscita e affascinante, una seconda irritante che voleva essere coraggiosa, è una terza superflua ma godibile. I due protagonisti sono come al solito ben caratterizzati e i loro dialoghi spesso tengono in piedi le puntate ma dopo i primi 8 episodi quasi impeccabili è svanita la "scintilla". Forse il dover restare per forza legati ad una piccola cittadina ha un po' tarpato e ali al lato più crime (non è che ci si possono inventare chissà quanti omicidi nella stessa, piccola, comunità), laddove The Killing aveva dalla sua un sottobosco molto più ampio.
In definitiva Broadchurch chiude senza lasciare particolari rimpianti o questioni importanti lasciate per strada, regalando una terza stagione più che sufficiente.
PRO
- I due attori protagonisti sono sempre apprezzabili
- Scelta di affrontare un caso originale e coraggioso
- Si rifugge dal classico "e vissero tutti felici e contenti"
CONTRO
- Lato "crime" della stagione banale e didascalico
- Troppa insistenza sulla famiglia Latimer (dopo 3 stagioni non c'è più nulla da dire)
- "Sospettati" poco interessanti
Voto 6,5
Voto 6,5
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