lunedì 23 aprile 2018

Serie A 34> Juventus vs Napoli 0-1 - Cronaca di uno scudetto buttato

A nulla serve aspettare un giorno (o forse due) per sbollire la rabbia, la sensazione non cambierà più di tanto nell'arco di qualche notte. E' ormai opinione diffusa e (ahimè) giustificata che la partita di ieri sera abbia sancito la fine virtuale del nostro campionato. Se è infatti vera la massima più sputtanata del gioco del calcio, che lo scudetto si vinca in provincia, la Juve ha dilapidato questo tricolore a Ferrara e a Crotone, prima di consegnarlo virtualmente al Napoli nello scontro diretto.

Virtuale e virtualmente sono ormai l'aggettivo e l'avverbio che ci separano da una dolorosa disfatta. Tanto dolorosa perché sta per avvenire ad opera delle nostre stesse mani. Facile dirlo adesso col senno di poi ma dopo lo sciagurato pareggio di Crotone di pochi giorni fa io stesso dissi: "Non giriamoci troppo intorno, lo stop di Crotone è grave. Tanto più grave perché abbiamo dimostrato di non aver imparato la lezione di Ferrara [...] Ora, o ci diamo una svegliata e lo facciamo prima di subito o questo campionato finirà nel modo peggiore. E se invece di considerarmi esagerato non vi date una mossa per smentirmi pesantemente allora vedrete se non è così.

Dopo quella sera i miei timori per lo scontro diretto si sono andati rafforzando anziché scemare e alla fine della fiera la reazione non c'è stata affatto, anzi abbiamo assistito ad una involuzione totale della squadra. Anche le ultime fiammelle di testa, gambe e motivazione si sono spente ieri sera ed assieme ad esse la mia personale speranza di avere torto. Se in Juve-Samp abbiamo avuto bisogno di un catalizzatore come Costa per indirizzare la rabbia e col Benevento è bastato affidarci all'estro dei singoli, nelle altre sono venuti a mancare tutti e persino Douglas Costa ha dovuto arrendersi. Non poteva fare tutto da solo. 

Dybala, amico da lungo tempo perduto, a spasso con Higuain, all'andata decisivo per la rimonta di classifica. Giocatori improponibili come Sturaro, altri già col biglietto pronto. Molti a fine corsa o senza più motivazioni... comunque vada questa è una squadra che va profondamente rimpastata, magari anche con qualche doloroso addio. Non si può infatti vedere questa squadra giocare uno scontro diretto in questo modo. Non è minimamente concepibile un atteggiamento del genere, consegnandosi all'avversario senza opporre alcuna resistenza. Poiché va bene impostare una partita difensiva (l'abbiamo fatto in modo egregio all'andata) col Napoli non puoi giocare in modi spregiudicato anche perché non è il nostro tipo di gioco e non va bene snaturarci. Va meno bene giocare per un pareggio (anche se si può malignamente comprendere), un pareggio ci sarebbe anche potuto stare, soprattutto se il vantaggio fosse stato di sei punti. Ma non si può assolutamente sbagliare tutto quello che si è sbagliato ieri. Se giochi di ripartenza devi "ripartire" e per farlo devi essere preciso e veloce, proprio quello che è mancato. Una quantità industriale di passaggi sbagliati e di conseguenti contropiede falliti. Il risultato è un misero palo, specchio di una inerzia negativa e l'ennesimo gol preso da calcio d'angolo. Non si può continuare a fare sempre gli stessi errori.

Questo blog mi è testimone, ho sempre difeso questa squadra perché ho sempre creduto in essa, ma se ci poteva essere un momento della stagione in cui questa mia fiducia poteva decadere era proprio questo, perché ormai il tempo per aggiustare le cose è finito. Fosse successo qualche settimana fa la mia opinione sarebbe stata nettamente diversa, perché il calcio è fatto di periodi e attimi.

A nulla serve esagerare né fare i fondamentalisti. Quando parlo di Juve io mi spoglio dell'orgoglio che i tifosi medi hanno, lo stesso orgoglio che ha portato molti tifosi della Juve a festeggiare inconsciamente questa sconfitta. Ce l'han tirata per un anno intero con Allegri, remando contro e sperando che prima la vittoria-sconfitta di Madrid ed ora quella col Napoli portassero alle sue dimissioni ed ora possono esser contenti, in un angolo più o meno recondito del loro cuore. Con questa gente ne riparleremo quando arriverà il nuovo allenatore. Sarebbe infatti bastato aspettare la fine naturale del ciclo Allegri. Molto probabilmente il Mister sarebbe andato via quest'anno comunque, anche da vincente, ma evidentemente la pazienza di questi tifosi è così debole che preferiscono tifare contro la propria squadra, per nulla conoscendo la storia di una società che non ha mai cacciato un allenatore in tempo di guerra, figurarsi in tempo di pace.

Voglio quindi innanzitutto dissociarmi da questi, intessendo una opinione indipendente e priva di orgogli personali e magari parlare agli altri fondamentalisti: quelli del "va tutto bene" quelli del "ce la facciamo comunque". Signori ho visto troppi campionati per esimermi dal dire che la situazione è disperata. Inutile tornare indietro al diluvio di Perugia, questo finale di stagione somiglia troppo a quello dello stesso Milan di Allegri del 2012, lì fummo noi a beneficiarne. La Juve pagherà inevitabilmente questo passaggio dal +6 al +1 e il Napoli inevitabilmente ne beneficerà. Un calciatore non è un robot e ha bisogno di fiducia e stimoli, cosa che in questo momento loro hanno molto più di noi, dopo 6 anni di dominio nazionale. La nostra unica speranza è dunque quella di vincerle tutte e quattro, perché gli avversari lo faranno quasi sicuramente. Allo stato dell'arte però questa speranza è molto flebile.


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