domenica 21 ottobre 2018

#SerieA1819 9> #JuventusGenoa 1-1 - Genoa Bessa Juve Fessa

Tu chiamale se vuoi distrazioni...

In verità vi dico che era più facile perdere punti in casa contro una piccola come il Genoa, dopo la sosta (da sempre periodo mentale critico per la Juve) e prima di Manchester, che farlo in un big match dove devi tenere la tensione alta per tutti e novanta i minuti, e oltre. E dire che Allegri l'aveva detto che questi pericoli erano in agguato, con tutti i discorsi fatti ad arte sul vincerle tutte. Invece alla prima occasione ce la siamo tirata addosso da soli. Avete presente quei bambini impotenti che continuano a dirti: "tanto le vinci tutte!" contornando le parole con un muso che arriva al mento e le sopracciglia aggrottate? Ecco! Se poi Allegri all'ottantacinquesimo chiede ad una squadra già calma di restare calma perché c'è tempo...


Nel calcio non c'è mai tempo. Non c'è contro squadre che con l'uno a uno sarebbero disposte a farsi ammonire in undici per perdita di tempo, ascoltando i famosi consigli di Trevisani e Adani di Inte-Tottenham. Ma poi all'85°... Posso capire una squadra determinata a segnare, una di quelle che abbiamo visto spesso e che han portato a vittorie in extremis in partite tipo il derby, ma non questa schiacciata a sandwich da una (sempre) deleteria sosta per le nazionali e il pensiero per la Champions.

Se c'è una squadra che pur vincendo le sue prime dieci partite ufficiali consecutive può essere definita "troppo buona" è proprio questa Juve. Avrebbe potuto segnare già una valanga di gol ma non ha mai avuto voglia di spingersi oltre il 2-0. Chiamatela coscienza di essere i più forti e di non infierire troppo sull'avversario, o il piacersi troppo e pensare più alla forma che alla sostanza, ma questa squadra ieri ha sofferto del classico paradosso di Zenone. Un pie' veloce Achille che guarda la tartaruga Genoa arrivare al traguardo rimanendo impotente più per l'incredulità che per altro.

La parabola del tutto ce la offre proprio il gol, per il modo in cui è arrivato. Un gol che definire da polli e poco, al primo tiro in porta del Genoa. Un gol che ha come protagonista il solito attore, quello a cui ieri, tra non poche critiche, viene assegnata la fascia di capitano. e sapete di chi parlo. La difesa, e lui in primis, battezzano quella palla fuori come forse avevano già battezzato la fine della partita. Una palla all'apparenza innocua, come innocuo era stato l'attacco del Genoa, per tutta la partita. Tutti li ad aspettare il capocannoniere Piatek che non si fa vedere in campo se non fino alla metà del secondo tempo, per poi tornare all'ombra in cui si era rifugiato per tutta la partita. D'altro canto la sua squadra non aveva potuto fare altro che rintanarsi nella proprio metà campo a difendere uno 0-1 che per come si erano messe le cose gli sarebbe andato già d'oro. Invece la palla non è uscita e la partita non era finita. Ancora nel suo torpore capitan Bonucci non si accorge che la stessa torna in area dopo un cross e Bessa vince alla lotteria, diventando re per una notte.

Loro, fino al gol non fanno niente di più di un Frosinone qualsiasi, poi al primo tiro in porta segnano, ci ringraziano per l'errore è ritirano tutto il montepremi a cui potevano sperare di accedere. Avessimo avuto la cattiveria di segnare almeno un altro gol (magari invece di quel palo) oggi non ci sarebbero stati meno caroselli preventivi in tutta Italia. Ma noi ben sappiamo, perché l'abbiamo ripetuto fino allo sfinimento, che non si può vincerle tutte nemmeno se giochi in due categorie inferiori alla tua. Perché i periodi di rilassamento mentale di una corazzata li abbiamo conosciuti bene in questi otto anni. Non era scritto nulla quando il Napoli si vantava di aver già vinto tutto, figurarsi adesso che Marzo è ancora lontano.

In fondo così il derby di stasera ha un po' di sale in più, per chi è costretto a guardare maggiormente in casa nostra rispetto alla propria. Buon campionato a tutti e... a noi più di tutti.

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