Il Vecchio Trafford si inchina alla Vecchia Signora. La trasferta più impegnativa sulla carta del girone si chiude con la Juve che va a Manchester e detta legge. A Mourinho, stuzzicato dai tifosi Juve in trasferta (anche essi per lunghi tratti più rumorosi dei tifosi di casa), non resta altro che vivere di ricordi, sostituendosi al quarto uomo nell'indicare i tre minuti di recupero. Tre come i tre punti presi in casa sua dai bianconeri e come le tre vittorie di fila che permettono alla squadra di Allegri di guidare il proprio girone a punteggio pieno.
Così bella che bisogna trovagli un difetto, uno strabismo di Venere, che forse la rende ancora più bella ma la ridimensiona tanto da non prestare il fianco a distrazioni da specchio, tipo quelle viste Sabato col Genoa. Ecco a volergli (e a dovergli) trovare per forza un difetto non possiamo non continuare a notare come questa Juve non riesca ad essere un tantino più cinica. Insomma, l'abbiamo vista trattare lo United al pari di una provinciale italiana, tenendo costantemente il possesso palla (soprattutto nel primo tempo) concedendo alla squadra di casa giusto il minimo necessario per far scaldare il proprio pubblico infreddolito. Forse questo Manchester United è una squadra che non vede l'ora di cacciare l'ex inter, ormai indigesto allo spogliatoio red devil, ma questa Signora di inizio stagione è tanto bella quanto versatile e si adatta alla forza di chi ha di fronte.
Sarà stato l'arrivo di Ronaldo a dare stimoli, o semplicemente la voglia di dimostrare che gli altri non sono da meno, ma questa squadra sembra divertirsi sempre di più con il pallone tra i piedi. Un possesso palla a tratti tikitachesco schianta il Manchester, che per quasi novanta minuti non può far altro che aspettare nella propria metà campo in attesa di qualche contropiede velenoso, che la difesa della Juve riesce prontamente a disinnescare. Lo stesso Mourinho, per quanto abbia nel suo stile buttare sempre benzina sul fuoco e aizzare tifosi avversari e giornalisti, non può esimersi dal complimentarsi pubblicamente con la retroguardia bianconera, affermando che "Chiellini e Bonucci dovrebbero insegnare difesa ad Harvard".
Il Nemo-Profeta-In-Patria Allegri sembra aver cambiato volto persino alla sua mentalità di gioco, prediligendo un po' di più il possesso palla. Ronaldo invece inizia a capire che neppure a lui è dato di essere la prima donna e che se vuole un passaggio deve mettersi in lista d'attesa. Per quanto però si dovrebbe cercarlo un po' di più, perché uno col suo piede caldo fa sempre male. Non a caso il gol di ieri viene propiziato proprio da CR7, in questo inizio stagione più assist man e propositore che finalizzatore. Il palcoscenico è di nuovo della Joya, al quarto gol in Champions, che esce dal campo con la positiva delusione di chi avrebbe voluto dare di più, più che restare solo in campo a fare presenza.
Ed ora? Ed ora il segreto e mantenersi su questi ritmi, per quanto sia possibile. Mantenere continuità e cercare di diventare un po' più cattivi sotto porta, perché le Genoa sono sempre dietro l'angolo. Specie come quando domini (come ieri) ma segni ancora troppo poco per quello che produci. Nella sera successiva al Flop di Report, trasmissione su fatti vecchi e passati in giudicato, ma attesa dagli antiju come un'enciclica del Papa e che si conclude con un "la ndrangheta ha provato ad infiltrarsi nella Juventus e se non c'è riuscita è perché la Juventus ha anticorpi forti, più forti di altri", la Juve dimostra che le chiacchiere stanno sempre a zero... anzi no, in realtà certe chiacchiere continueranno ad avere un valore, quello di renderci sempre più forte.
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