C'è una canzone latino-americana, che voi tutti conoscete ma che a me sta fortemente sullo stomaco, "si chiama obsession" e una volta letto il testo questo potrebbe benissimamente adattarsi al rapporto che c'è da anni tra la Champions e la Juve. Indotta o auto-procurata, questa ossessione ormai ci logora dall'interno. Ogni anno non è un buon anno se questa cosa non si concretizza e più non si concretizza più pregiudica l'anno successivo sin dall'anno precedente. Un'ossessione tanto potente che è ormai rimasta l'unica arma in mano agli antiju per sopravvivere a questo loro duro decennio.
Non giriamoci intorno, quello di ieri è l'ennesimo disastro, che al di là di qualsiasi ottimismo ci sbatte praticamente fuori da questa Champions. Sì lo so, lo scorso anno in pochi credevano ce l'avremmo fatta a fare tre gol al Bernabeu, bla bla bla... ma vi prego non mi accostate quel ritorno con questa speranza, perchè è del tutto fuori luogo e quasi fuori logica. Lo spocchioso Real, carico di boria per quel 3-0 a Torino, con gli occhi ancora pieni di quel gol di Ronaldo pensava che il ritorno sarebbe stata solo una formalità, persino quando si era ancora sul 2-0 per noi. Il cambiamento di PH di quella partita, passato da un neutro bicchiere d'acqua ad un acido dolore di stomaco, rimane impressa nella cartina tornasole-Ramos e nelle sue tre fasi d'umore che l'han portato dalla comoda poltrona di tribuna a bordocampo.
Juve-Atletico non sarà lo stesso ritorno. la squadra del Cholo andrà a nozze nel difendere il risultato e nel partire in contropiede. Atterrerà con l'aereo direttamente davanti alla porta e gli metterà la maglia biancorossa, per poi ripartire negli spazi che inevitabilmente gli lasceremo. Il risultato sarà di nuovo lo stesso a questo, anche con più impegno e gioco da parte nostra.
Se l'evidenza di quello che possono averci capito i nostri da questo ottavo di ritorno ce l'ha data Bernardeschi nelle interviste di fine partite - il quale dichiara che si è perso per due dettagli, due gol su calci piazzati - significa che davvero non ci han capito nulla. Per l'Atletico i calci piazzati non sono dettagli, sono proprio legge costituzionale. Inutile parlare di cosa sia l'Atletico, una squadra che mal sopporto quando la guardo da spettatore neutrale, figurarsi trovarsela di fonte dopo aver ottenuto "l'agognato primo posto nel girone". Con una tifoseria che inneggia alle morti dell'Heysel, cantando amo Liverpool nella perfetta indifferenza dei telecronisti. Con un allenatore, ex cartonato che si fa chiamare Cholo, forse perchè fratello della Chola barese visto i suoi gesti da bon ton da far invidia ad un rutto con la cravatta. E pensare che qui in Italia si piange razzismo (anche giustamente) ogni domenica e ce chi vuol squalificare allenatori perchè sbattono i cappotti a terra.
Ancora una volta la nostra ossessione si trasforma in tragedia o quanto meno in una odissea di ritorno. Quel che manca a questa squadra è ancora una volta la cattiveria adatta ad affrontare queste partite. Il timore di perdere che ti porta inevitabilmente alla sconfitta. Non puoi perdere una partita senza mai tentare nemmeno il tiro in porta. Ad un certo punto come vada vada devi dare l'anima, e spesso questa squadra non ha dimostrato di saperlo fare. Scontato che si debba parlare di scarso impegno anche se sembra un paradosso che questo impegno non lo si metta proprio in quella che è la tua ossessione. Continuo ad essere convinto che l'ambiente (società, spogliatoio, tifosi e antipopolo) carichino troppo questa competizione. Una pressione che ti toglie il fiato e ti spezza le gambe, che qualsiasi calciatore avverte una volta arrivato alla Juve. I risultati solo sempre gli stessi con uomini diversi e con allenatori diversi.
Da oggi si riapre il vecchio carrozzone del cacciate Allegri, come se servisse davvero a cacciarlo, o come se servisse davvero a vincerla. Come se quelli prima di lui avessero fatto meglio di lui in Champions. A differenza vostra a me che sono uscito dalla Champions sono discorsi che attraggono meno massa di un neutrino. Socraticamente, a differenza vostra, so di non sapere di calcio (veramente) perchè ne sapessi davvero sarei a Coverciano, non qui come voi a vedere le partite alla TV o allo stadio. Ma una cosa mi pare evidente di questa Juve di Allegri, la staticità degli uomini senza palla. Lo scarso movimento che i giocatori fanno tra le linee e la lentezza nei contropiede. Non si tratta di avere un gioco o meno. Si tratta del fatto che questa squadra ha bisogno di ritornare cinica e cattiva. Ma badate che tutto questo non serve affatto per vincerla. Non serve il mercato non serve la volontà. Lasciatemi passare il paradosso, per vinverla serve... vincerla. Scrollarci di dosso in ogni modo la pressione ci farà vincere più facilmente anche le successive.
Detto questo adesso che inizi la processione dei forcaioli. Poichè ciò che ci resta adesso é chiudere in fretta questo campionato e pensare alla prossima stagione. Quando con un nuovo allenatore (non darei per scontato però l'addio di Allegri, che lo si voglia o meno) torneranno a dirci che se non la vinciamo sarà un altro anno fallimentare. Così continueremo a vincere scudetti su scudetti, agli altri non resterà allora che tirarci i piedi in Champions, ma più non vinceremo la Champions, più vinceremo scudetti, lasciando a voi la bocca asciutta sia in Italia che in Europa. Entrambi dimostreremo ancora una volta di non averci capito nulla, perchè una competizione come la Champions non può essere un obbiettivo e più lo si avrà come obbiettivo più saremo artefici del nostro fallimento artefatto. Visto ad esempio a cosa è servito arrivare primi nel girone? Per questo dobbiamo vincere altri 100 scudetti perchè sia noi che voi (antiju) meritiamo questo.
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