mercoledì 27 marzo 2019

6 film fondamentali per capire John Carpenter - parte 2

4) La cosa (1982)
Il film meno "politico" di questa lista, anche perchè si tratta di un (quasi) remake. Si torna cinematograficamente alla tematica dell'assedio, in un posto ancora più inospitale e insidioso del solito. Qui i cattivi non sono semplicemente disumanizzati come negli altri film, non sono proprio umani, vengono da un altro mondo. Se la minaccia è ovunque, anche nella persona che ti sta di fianco, di chi potrai fidarti? Dovrai riuscire ad individuare l'umanità da piccoli segnali, indizi, frasi, comportamenti. Ma esiste ancora qualche umano o sono stati già tutti corrotti e replicati? E' con questa domanda che si chiude il film, portandoci a riflettere su quanto visto fino a quel momento e sulla nostra visione del mondo. Spesso il pericolo deriva più da chi ci sta vicino, un alieno sotto mentite spoglie, che da chi sappiamo essere già una minaccia. Ci ritroviamo quindi senza contromisure e saremo costretti a riscoprire l'istinto.


5) Essi vivono
Ancora una volta un cattivo "alieno" eppure tremendamente vicino a noi. Qui però si rincara la dose: con Essi Vivono Carpenter gira il suo manifesto politico. Un film dove il messaggio è più importante della forma, dove la sua visione del mondo viene portata a compimento in maniera concreta. Siamo ormai assuefatti alle mode, alla pubblicità, allo stile di vita che la società ci impone, non riusciamo più a "vedere". Continuamente bombardati dai media, dalle promesse dei politici, dal nuovo fenomeno del momento, dall'apparenza sulla sostanza. Stiamo perdendo il nostro lato umano, vendendoci, cedendo la nostra personalità a "esseri" che se ne fregano di noi ed intendono solamente sfruttarci e gettarci via quando non gli serviremo più. Chi potrà accorgersi di quello che sta succedendo? Naturalmente  gli esclusi, quelli che vivono alla giornata e che non hanno un futuro, non in questo tipo di mondo (il nome del protagonista è emblematico: John Nada, Nada come nulla, come "un signor nessuno") e non possono che partire già perdenti. Sono stati già buttati via, come spazzatura, non hanno voce in capitolo. La loro stessa ribellione è raffazzonata, fatta senza mezzi, senza possibilità di riuscita. Il mondo è già andato, da tempo ormai.
Un'accusa al reaganismo insomma (siamo negli anni '80), ma che può essere benissimo applicata al trumpismo odierno (non stupiscono quindi gli strali che il povero John si è dovuto sorbire sui social per questa, naturalissima, associazione, strali che di fatto non fanno che confermare quanto ci avesse visto giusto). Un messaggio, quello di Essi Vivono, ancora attualissimo, messaggio totalmente stravolto negli ultimi anni e trasformato in un complottismo "da terra piatta" da chi lo ha interpretato alla membro di segugio. Un film fatto con 2 soldi ma col cuore, che attacca il capitalismo, spesso accusato di essere brutto perchè fatto con pochi mezzi e "con effetti speciali pessimi". Destinato ad essere frainteso e boicottato per l'eternità probabilmente.


6) Il seme della follia
Un ulteriore estremizzazione del concetto già visto in Essi Vivono. Qui a minacciare l'umanità non sono gli alieni ma sanguinari esseri primordiali (le citazioni a Lovercraft sono più che evidenti, anche nel titolo), il loro scopo non è assoggettare e sfruttare, siamo di fronte ad una minaccia ancora più grossa: lo sterminio totale. Attraverso cosa? Il proselitismo.
Lo scrittore Sutter Cane ha tratti in comune con Stephen King ma il suo successo non è genuino, è stato "costruito" al solo fine di corrompere le menti, di tutti e preparare la strada alla venuta dei grandi antichi. Chi non leggerà il suo libro vedrà il film. Una pellicola che in tempi come questi non può che risultare più attuale che mai: i social riescono a raggruppare anche grandissimi numeri di persone grazie alla menzogna e a falsi miti. Più persone entreranno in contatto con quella cerchia e più ne verranno inspiegabilmente attratti, un fascino illogico e privo di appigli con la realtà delle cose ma che, nonostante tutto, continua ad aumentare e ad attrarre persone tanto da diventare alla fine qualcosa di reale e tangibile. La menzogna che raccontata cento volte diventa verità di Goebbelsiana memoria.
Un'accusa anche allo stesso show business, un mercato che si ciba quotidianamente di nuovi fenomeni mediatici, spesso costruiti a tavolino, dietro i quali si nascondono intere industrie pronte e fagocitare fette di mercato e possibili acquirenti.
Nessuna possibilità di scampo. In un turbinio di colpi di scena e cambiamenti di prospettiva, per il protagonista comincerà una spirale di follia nella quale sarà sempre più complicato distinguere la realtà dalla finzione, in un continuo gioco metatestuale che rende questo film non solo significativo ma estremamente godibile anche a livello di puro intrattenimento. 

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