Siamo tutti qui riuniti oggi, per celebrare l'ennesimo funerale (sportivo) di Coppa, chiedendoci se sia stato peggio uscire col rimpianto di un rigore ingiustamente subito, come lo scorso anno al Bernabeu, dopo una favolosa rimonta ed un'ottima prestazione o se sia peggio essere eliminati in casa dall'Ajax, con loro che meritano di passare e noi che ci annichiliamo nel secondo tempo. Se ci sia più sfortuna (alias caso o casualità , non sovrannaturali ma naturalissimi) o una cattiva programmazione atletica. Ma tanto alla fine poco importa, dato che per un caso o per un altro la storia e il campo ci vedono ancora una volta eliminati e la somma delle cause di tutti questi anni di digiuno è così variegata che non si può non annoverarla tra il "caos scientifico".
La Champions per la Juve è sempre più un rapporto direttamente proporzionale tra il volere e il nulla stringere. La sfortuna è quella cosa che ti capita quando hai paura di cadere e alla fine cadi, proprio perchè ne hai paura. Quando poi perdi partite come quelle di ieri, davvero sovviene tutta quella impotenza che non ti porta neppure a volere che arrivi presto un altro anno e un'altra occasione. Oggi è dunque il giorno del pessimismo cosmico? Se vogliamo intenderlo come il giorno in cui non si intravede ancora il futuro allora un po' è vero. Alzarsi e combattere è più una cosa a cui possiamo pensare a Luglio. Questo è il giorno in cui ci lecchiamo le ferite.
Resto convinto del fatto che se non si riesce ad allentare la pressione e diluire un po' questa fissa per questa coppa non la vinceremo mai. Così come le altre non vinceranno in Italia se continuano a farsi trasportare dal proprio vittimismo, così noi in Europa continueremo a raccontare storie di eliminazioni se ci facciamo trasportare perennemente dalla nostra ossessione. Questo è il nostro paradosso purtroppo e non se ne riesce a venire fuori, quasi si fosse oltrepassato l'orizzonte degli eventi di un buco nero calcistico e non si potesse più tornare indietro.
Il campo resta sempre l'unico giudice, nel bene e nel male. In partite come quelle di ieri sera davvero non puoi far altro che leccarti le ferite e cercare di migliorare ancora e ancora. Ecco perchè poco mi sono piaciute (a caldo) le interviste di Allegri e Agnelli, accomunate nel giusto riconoscimento dei meriti di un avversario assatanato, ma anche dalla quasi assoluta assenza di autocritica. Lo so è prassi da microfono, ma davvero spero che dietro le quinte di Vinovo una scossa arrivi, anche non dovesse servire a nulla. Abbiamo l'obbligo di migliorarci costantemente e sembra che alcuni attori di questa "tragedia" abbiano un po' fatto il suo tempo. Nelle parole si evince di fatto una conferma della guida tecnica, ma davvero ormai sembra essere un tentativo di incaponirsi su un'idea.
Non sono mai stato un anti-Allegri pur non essendo mai un suo fanboy. Ho sempre sostenuto gli allenatori che hanno avuto i loro meriti e non mi si dica che non bisogna esser grati ad un allenatore che ti fa vincere 5 scudetti e 4 Coppe Italia consecutive, soprattutto dopo aver vissuto quest'ultima come una Champions in miniatura che non voleva più tornare. Sono sempre stato uno che poco si è fatto influenzare dal bel gioco e tra il circo e la vittoria ho sempre preferito quest'ultima, ma bisogna comunque tutti convenire che Allegri ormai è divenuto per noi e per alcuni giocatori un capro espiatorio. Ecco perchè penso che la sua avventura bianconera sia finita, non perchè mi sia improvvisamente iscritto al partito dei "Cacciate Allegri". Anche perchè, credetemi, non serve a nulla, questa società ha dimostrato di avere le idee molto chiare e poco influenzabili. Qualora dovesse rimanere, o ci facciamo passare questa malattia dell'anti-allegrismo ad ogni costo o meglio che ci prendiamo un anno sabbatico e guardiamo il Basket o magari le Juventus Women.
Appare ormai evidente constatare, ad esempio, quanto la squadra di quest'anno abbia sofferto e soffra contro chi l'attacca in velocità (come con l'Atalanta in coppa Italia). Noi invece siamo apparsi poco propensi a "gettare il sangue" per questa qualificazione. Non si è visto dare in casa quello che dovresti dare quando devi reagire a uno svantaggio. Diamo pure la colpa alle assenze o alla forma del secondo tempo ma rimane comunque un limite che abbiamo dimostrato di non saper superare. Se l'Ajax è stato migliore di te in queste due partite devi riconoscere e accettare i tuoi limiti così come riconosci e accetti la sconfitta meritata. Ma un limite per te che ti chiami Juve non può non essere qualcosa di negativo. Il tuo obbiettivo (sempre se la vuoi vincere questa coppa) deve essere superare quel limite e non puoi sentirti realizzato finché non ci sarai riuscito.
Pare ad esempio evidente come non ci sia alternativa a gente come Chiellini in difesa e quanto Bonucci senza Chiellini sia "milanista". Così come quanto sia "interista" Cancelo se lasciato in difesa. Su come si riesca a dare il meglio quando si ha rabbia e motivazione (vedi Juve-Atletico) e quanto sia deleterio iniziare a pensare di voler gestire le partite. Di quanto si sia incapaci di tenere i novanta minuti, senza contare la prova empirica di un'infermeria che sistematicamente si riempie. Ad un certo punto si deve trovare in queste una linea scientifica o pseudo tale, sennò è tutto affidato al caso. Questo non significa sputare sullo scudetto, anzi ho sempre condannato l'atteggiamento di chi lo fa. Finché non si vince la coppa si deve continuare a non far vincere le altre in italia. Perché tanto, come si è visto, snobbare il campionato non porta a concentrarsi di più in Coppa. Oggi decade tutto il ragionamento illogico di chi dice: "basta scudetti, voglio la coppa". No! Altri mille scudetti se non arriva la Coppa e poi puoi iniziare a "schifare" lo scudetto non prima. Se capisci cosa intendo.
Ma per cambiare davvero o si cambia tutti o non cambia nulla. Allegri è un capro espiatorio? Lo si ringrazi e saluti (magari con la promessa di rivederci un giorno) ma bisogna anche prendere atto che non puoi più affidarti a giocatori come Rugani, Sandro e almeno altri due o tre in partite come quella di ieri. Se davvero lo si vuole chiamare anno fallimentare (per me vincere uno scudetto e una supercoppa non è mai fallimento e sono molto fermo su questa mia idea) o quanto meno peggiore dello scorso (e dati alla mano questo è più oggettivo) allora lo si deve giudicare un fallimento anche per noi tifosi. Un anno in cui una curva decide di non incitare la squadra in casa, non so se ce ne stiamo rendendo davvero conto, per me questa è blasfemia. Se non vuoi farlo resti a casa se entri lì dentro urli e metti sotto i piedi l'orgoglio, lo fai per la maglia.
Un anno in cui moltissima gente ha remato contro e agognato in cuor suo serate come questa per cacciare Allegri. Poi sarebbero i calciatori i soli mercenari? Davvero e solo colpa di Allegri? O dobbiamo un po' guardarci in faccia l'un l'altro e decidere: siamo juventini della domenica o veri tifosi?
Detto questo ci vediamo il prossimo anno, perchè non si molla mai.
Nessun commento:
Posta un commento