domenica 8 novembre 2020

#SerieA 20/21_7> #lazioJUVENTUS 1-1 – X Factor


Quando una squadra ultimamente non proprio amica della sorte, ne incontra una famosa per i suoi recenti, rocamboleschi rattoppi finali, il destino della prima pare quasi segnato e la beffa pende sulla sua testa come una spada di Damocle dalla gravità aumentata. La fotografia però sta tutta in quella palla persa da Dybala a tempo praticamente scaduto. Un ultimo tiro di dadi che la sorte laziale non poteva non sbagliare. L’ennesimo sgambetto che la nostra coda ci mette. Uno di quei chiari segnali di un’annata che non sta girando nel verso giusto.


Stavolta a Roma sono due punti persi, altro amaro in bocca, l’ennesimo. Non si ferma questa maledetta emorragia, ingenuità e scarsa furbizia tecnica sono ormai una patologia seria. Un vantaggio largamente controllato gettato all’ortiche dal pollame generale. A partita ormai finita. Dopo il vantaggio di Ronaldo, la Lazio non è infatti parsa poter seriamente impensierire Szczesny se non con qualche tiro centrale. Sulla Juve pesa tantissimo il mancato raddoppio. Appesa all’ennesimo palo, ormai simbolico e premonitore, pende impiccata la nostra fortuna. Una squadra che si trascina le pecche dello scorso anno, che sono l’esigenza di dover quanto meno raddoppiare per portare a casa una vittoria. Il problema è ormai consolidato e difficilmente risolvibile.

La pareggite che ci attanaglia potrebbe quasi somigliare a quella che colpì la prima Juve di Conte, di cui Pirlo faceva parte, ma il vento pare davvero diverso. Perché da un lato la iella non ci molla e dall’altro siamo noi inconsciamente a non riuscire a lasciargli la mano. Emblematico che non sia tanto stata la sostituzione di Ronaldo a spegnerci quanto piuttosto l’uscita di Morata, sempre più fondamentale.

La sorte non può essere un alibi, quando le cose si ripetono, perché in fondo in fondo queste cose non esistono, se non su episodi che girano. Ancora una volta Pirlo non azzecca i cambi. Con Dybala continuiamo a giocare in dieci, non solo per quello sciagurato pallone perso, un episodio imperdonabile e decisivo che gli mette contro quasi tutta la tifoseria. Bernardeschi quando entra ormai ci fa grattare... L’ingresso dei due ha sancito la nostra sorte, non solo scaramantica ma reale.

C’è sempre una linea sottile tra il gettare un fiume di parole per partite come queste e limitarsi invece ad una veloce disanima, per lo più sommessa, dismessa e limitata dalla delusione. A cosa servirebbe infatti parlare di quello che di buono si è visto in questa gara se poi è il risultato a parlarti male in faccia? Questa era una partita che doveva essere un esame di crescita, che a questo punto (al di là dello stesso risultato) possiamo considerare fallito. Sono partite che in altri tempi si sarebbero portate a casa anche giocando male. Un segnale davvero negativo che ridisegna il morale di tifosi e squadra.

Mi ripeto, sarò pessimista, ma stando così le cose, con tutti questi punti persi per nostra immaturità, l’unica speranza di restare in corsa è quella di sperare nella scarsezza delle concorrenti. Apettare che il Milan esaurisca il suo momento fortunato, confidare nella solita “pazza inter” o sull’incostanza dell’Atalanta come del morale altalenate di una piazza come Napoli. Spero che i fatti mi smentiscano ma questo sarà il primo vero anno difficile del decennio.

Nessun commento: