giovedì 5 novembre 2020

#UCL 20/21_G3> #ferencvarosJUVENTUS 1-4 – Orange is the new black-and-white


È sempre bello vincere, anche quando lo fai contro il dopo lavoro ferroviario di Budapest. Che poi alla fine non basta solo affrontarle queste squadre, vedi Crotone, poi devi anche batterle. Allora che siano benedetti questi due 4-1 consecutivi in trasferta, in campionato e coppa, anche al netto della scarsezza degli avversari affrontati, perché ne abbiamo già buttati via troppi di punti contro queste squadre. Sia benedetto anche il ritorno al gol di Dybala, anche quando glielo regalano gli altri, perché dopo un periodo davvero iellato anche la componente psicologica di questa squadra, e quella dell’opaco argentino, ne avevano davvero bisogno.

Peccato che il secondo regalo a Dybala, dello scarso portiere ungherese, non sia stato avallato dalla UEFA, anche perché lui aveva tirato in porta e la regola applicata per assegnare l’autogol è parsa quanto meno borderline. Magari avrebbe dovuto essere meno ingordo e regalarlo a Ronaldo, che lì tutto solo, al centro dell’area, faceva i conti con la frustrazione di chi non ha potuto partecipare al banchetto. Tra Paulo che lo ignora e Bernardeschi che gli si para davanti su un tiro a rete stasera non gli è andata poi tanto bene, anche se ci ha messo pure del suo, divorandosi almeno un paio di clamorose occasioni.

Intanto bisogna dire che segna sempre lui, quell’Alvaro Morata sempre in lotta contro il VAR e il fuorigioco, ma al quale ancora non si rassegna, e fa bene, perché anche con questo handicap di partenza ne ha già segnati tanti. In Champions dimostra di essere sempre a suo agio, sin dal Morata I della Juve di qualche anno fa. Il suo secondo gol, poi, è persino indipendente dalla scarsezza del Ferencvaros e del suo estremo difensore, infilato con una traiettoria che avrebbe spiazzato qualsiasi portiere. Il velo, guarda un po’, glielo fa McKenny, colui che occupando la casella del secondo extracomunitario toglie di fatto il posto a Suarez e lo consegna allo stesso Morata. Una bella risposta di entrambi a chi li malediceva e rimpiangeva il mancato arrivo del vampiro. Ora forse saranno costretti a ricredersi.

Alla fine un regalo glielo restituiamo anche noi, pasticciando in difesa e facendogli segnare il gol della bandiera, loro esultano manco fossero passati in vantaggio. Tutto parte da una palla persa da Bernardeschi, evidentemente entrato per riequilibrare un po’ le cose. Poco male, a quel punto eravamo già con la testa a Roma, dove dovremo impegnarci di più di quello che abbiamo fatto finora, contro la Lazio. Il tempo dei regali è finito, ora dovremo tirare fuori gli attributi e crescere.

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