domenica 31 gennaio 2021

#SerieA 20/21_20> #sampdoriaJUVENTUS 0-2 – singing in the rain


È una Juve musicale, quella vista contro la Samp del cantante. Nella sera del settantesimo compleanno di Phil Collins, canta e vince sotto la pioggia di Genova. Una pioggia copiosa e incessante, come su quel campo piovoso a Newcastle di cui si parla in Mad Man Moon dei Genesis
Una Juve che soprattutto nel primo tempo tiene in mano la gara e pare anche divertirsi. Veloce e pericolosa pecca però negli ultimi metri, dove spesso si fa ipnotizzare al momento del tiro. Una Juve che come al solito trova il gol ma lascia aperta la gara, prima di chiuderla solo sul finale.

Prima che questo campionato potesse prendere forma, in quella prima di campionato, dissi che qualcosa si stava muovendo sotto la cenere. Che magari sarebbe stato fuoco di paglia ma che quanto meno qualcosa stava cambiando rispetto all'immobilismo sarriano patito lo scorso anno. In verità, da allora le cose non sono proprio andate meglio dello scorso anno sotto il profilo dei risultati, ma qualcosa è cambiato sotto quello della personalità. Qualcosa ancora troppo acerbo per portare risultati. Ancora troppo incostante da poter servire alla classifica. Ma la Juve contro la Samp mi è piaciuta come mi piacque quella sera della gara di andata.

Che vi devo dire, sarà forse che contro la Sampdoria sappiamo tirare fuori il meglio. Quello che magari a volte non siamo stati capaci di tirar fuori in altre occasioni. Eppure lo vedi che qualcosa di buono c'è sotto la verde scorza che ancora tarda a maturare. Lo si è visto nel primo tempo, bello ma stitico, come al solito. Lo si è visto nell'azione dei due gol e in qualche altra occasione poi gettata via.

Nelle ultime gare vinte per 2-0 abbiamo fatto dei buoni primi tempi ma abbiamo lasciato la porta aperta agli spifferi, senza chiuderla a doppia mandata, se non poi sul finale. Come contro il Bologna sprechiamo troppo, o forse di più, e soffriamo più di quello che meriteremmo. Eppure le carte in tavola per evitarci questi patemi ci sono. Ci è voluto un grande Chiellini per salvarci da un altro gol dell'ex. Lui criticato perché preferito a De Ligt in formazione, lui che sarà anche delicato come un cristallo, ultimamente, ma che quando ti azzecca la partita poi ti ricorda chi è.

Continua il momento positivo di Chiesa, nella sua battaglia condotta al grido di "mi chiamoFederico ma non Bernardeschi". Anche lui ha bisogno di quella cosa che serve a questa Juve: continuità... e assenza di black-out. Quando invece esce Morata, proprio per Bernardeschi, perdiamo un bel po' di riferimento lì davanti. Il centrocampo con Mckennie e Arthur è tutta un'altra cosa, rispetto a quello più contenitivo di Rabiot e Ramsey, messi sul finale proprio per gestire la gara. Quando c'è da essere propositivi l'asse USA-Brasile si distingue nettamente su quello franco-britannico

Se poi anche Ronaldo desse una mano in più, non sarebbe male. Con tutto che spesso qualche fascio di luce lo mostra, anche se ancora in un cielo nuvoloso. Tipo quando si fa soffiare la palla all'ultimo da Yoshida o quando si fa ipnotizzare da Audero bravo a non buttarsi a terra e a spingerlo verso l'esterno. Se riuscissimo a ritrovare cinismo o quanto meno a mantenere quest'impegno nel mese che sta per arrivare...
Febbraio febbraietto, corto e maledetto, (come recitava un vecchio detto) sarà infatti un mese duro e probante, in cui si comincia tutto da zero. Come il viaggio di Dante all'inferno, ogni tre giorni dovremo affrontare quasi tutti i nostri demoni. A Marzo vedremo come ne saremo usciti.

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