mercoledì 3 febbraio 2021

#CoppaItalia 20/21_Semifinale> #interJUVENTUS 1-2 – Remuntaldo


Non è ancora una la rivincita della sciagurata sera di sedici giorni prima, perché questa è una partita che dura 180 minuti, ma vincere a San Siro contro l'Inter ha sempre un gusto speciale.
Intanto la prima va a noi, che abbiamo creduto si potesse giocare una partita diversa da quella di campionato. Quindi è come se fosse finito solo il primo tempo con un intervallo che dura una settimana.

Si è parlato molto degli assenti di questa partita, senza ricordare però gli assenti di quella. Quando causa Covid ed infortuni giocammo con Frabotta in difesa, senza De Ligt, senza Dybala, senza Arthur, ma soprattutto senza Cuadrado.

È stata una gara, questa, da un tempo per parte in cui la vittoria è andata alla squadra che è riuscita a riparare meglio ai propri errori e a sfruttare meglio quelli dell'altra. Il resto lo fa Cristiano Ronaldo.

Nel primo la grinta dei bianconeri è stata protagonista. Il gioco pure. Ma in avvio è sembrato quasi di rivedere un remake.
Passiamo in svantaggio al primo tiro in porta, in un modo che non esenta la difesa e Buffon da colpe. Lautaro, quello che segna ma che spesso si mangia i gol, viene lasciato solo in fuga verso la porta e la spara centrale. La palla rotola addosso al neo quarantatreenne come un pneumatico che salta su un dosso e finisce in rete. Mezza frittata è fatta.

Ma stavolta la Juve ha il suo scatto di orgoglio, agevolato dal genio negativo nerazzurro. Distratti da un cross gettato al terzo anello di San Siro da Bernardeschi, con lo sguardo in aria a guardare il pallone volare manco fosse gonfiato ad elio, pochi si accorgono di quel Cuadrado trattenuto in area per un braccio, e tra questi anche l'arbitro. Il VAR gli telefona e lui come Morgan a Sanremo si chiede cosa sia successo.
A quel punto gli interisti (in campo, in panchina e a casa) provano a gettarla sulle solite proteste e sul sapete-solo-rubare che parte ormai in automatico. Ma sottovoce già si lasciano scappare un'ammissione: il rigore è netto e c'è poco da fare. Semmai il vero pollo è quel vecchio trentacinquenne di nome Young.

A questo punto l'unica protesta (neanche troppo convinta) che provano ad accampare è il fatto che Cuadrado cada in avanti, anziché all'indietro. Lo si sente nel post gara di Raisport (che con Altobelli e Teotino in studio fa concorrenza ad Inter Channel) e lo si legge su Twitter con il Lauro Palmer nazionale. Il Tancredone parla di una trattenuta ma anche di una caduta che "sfida le leggi della fisica". Lui invece sfida le leggi del calcio, perché avrebbe voluto una trattenuta senza rigore. Magari un indulto per acclamazione giornalistico-popolare in stile Lukaku-Ibrahimovic.
Nel frattempo Ronaldo segna su rigore, una cosa che gli interisti aspettavano dal 1998. La pareggia scagliando una sassata centrale e sotto il soffitto della rete, come un cowboy che spara in aria in un saloon.

La seconda bastonata se la danno con da soli con... Bastoni e Handanovic, ma di nuovo è Ronaldo a punirli. Approfittando della chiacchierata tra le due commari in difesa, vi avventa sul pallone come uno scippatore in vespa. Uno spippatore di emozioni.
Che giro ha preso quel pallone? Juventini e interisti trattengono il respiro più di Umberto Pellizzari quando si immerge. Il giro della palla verso palo e porta ci ricorda la relatività del tempo. Tipo quei film che si rallentano e poi ripartono con video e audio.

Il pallone entra, Cristiano la ribalta, aggiornando anche il conto dei gol di Pelé. Già perché ormai, nel conteggio italiano, ad ogni suo gol aumentano anche quelli del vecchio fuoriclasse a distanza di decenni. C'è sempre un gol segnato contro il Rio Obrigado o il Deportivo futbolero che manca all'appello. In Spagna invece lo si celebra già come il calciatore che ha fatto più gol della storia.

La rimonta è il coronamento del gioco bianconero che nel secondo tempo diventa più allegriana. Forse memore delle volte in cui non è riuscita a gestire un vantaggio, bada più al contropiede. L'idea non sarebbe stata malaccio, se solo fosse riuscita ad imbastire una ripartenza velenosa. Invece finisce che sono loro a prendere fiducia sfiorando il pareggio per ben due volte.
Dobbiamo ringraziare due miracoli di Demiral e Buffon. Il turco che nel primo tempo si era fatto ammonire in modo dilettantistico, la caccia via in angolo, quasi sulla linea di porta, a portiere battuto. Il Portierone invece, dopo l'infortunio sul fantaggio, dice no a Darmian con un riflesso da ventenne. Oggi molti interisti credenti sono stati costretti ad andare a confessarsi, per le Madonne che han tirato.

Scampati i due pericoli la partita si riequilibria e volge lentamente al termine senza patemi finali. L'ingresso di Arthur e Morata ci danno un po' di respiro e persino l'attesa polemica di un Ronaldo sostituito e arrabbiato si diluisce dopo averlo visto dirigere la squadra dalla panchina come un allenatore aggiunto.

Due a uno è un risultato che espone alla scaramazia. Molti interisti son già pronti ad andare in giro dicendo che ormai è finita, non si può rimontarla. Ma quelli più sgamati tra di noi mangiano la foglia, sapendo che è solo pretattica. Ci ricordiamo ancora di quel 3-0 di Coppa cancellato dallo 0-3 del ritorno (vinto poi ai rigori), perciò la cosa positiva della vittoria di misura speriamo sia quella di tenerci in allerta e concentrati per il ritorno.

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