domenica 4 aprile 2021

#SerieA 20/21_29> #TorinoJuventus 2-2 – Natale con i tuoni Pasqua con i fulmini

Dovrei ringraziare Andrea Pirlo per tutta la pubblicità gratuita che continua a fare al nostro blog. Sì, insomma, per tutti quei "poi si risolve" che gli si sentono dire dopo ogni gara nelle interviste.

Perché è poi si risolve che in realtà risponde Pirlo ai giornalisti, e peggio ancora a noi tifosi, quando sul finire di una sciagurata stagione come questa ancora dice che... "dobbiamo migliorare". Manco fossimo ad Ottobre. Dopo il Porto... "Dobbiamo migliorare". Dopo il Benevento... "Dobbiamo migliorare". Dopo il Toro... "Dobbiamo migliorare". Continuando a demandare a domani la risoluzione di problemi che chiedevano una soluzione ieri. E sì che siamo nell'era del ce la faremo, ma è anche vero che questa frase è diventata ormai più ipocrita di quella dei film.

Ma questa ormai è una squadra insolubile. Perché non solo non ha le soluzioni ma non vuole neanche trovarle, anche perché è stata programmata per non averne. In fondo il suo peccato originale è quello della sperimentazione e lì c'è poco da risolvere.

Poi si risolve, siamo la Juve, vinciamo da nove anni e c'è poco da lamentarsi. È questo che continuano a dirci, forse per prendere tempo. Nell'anno in cui i tifosi non possono sfogarsi fisicamente allo stadio, questa dirigenza (perché questo pesce puzza dalla testa) ci dice chiaramente che non abbiamo alcun diritto a lamentarci, nemmeno concettualmente o filosoficamente.
L'ha detto esplicitamente Paratici dopo una vergognosa sconfitta, in una intervista ancora più imbarazzante. Come se il Porto non fosse mai esistito, come se non avessimo esonerato uno uscito col Lione. Come se non avessimo cacciato uno che ti ha fatto fare due finali di Champions, per inseguire cosa? consiglieri fraudolenti delle TV che volevano il bel calcio ma che in realtà volevano solo che ci levassimo dai piedi? Dato che chi si appresta a vincere il campionato quest'anno (nonché loro squadra del cuore) è più brutta di quella di Allegri. Ma che vince quindi è bella, ancor più bella perché non è la Juve.

Allora cosa vuoi migliorare? Ormai è finito il tempo per migliorare, sta iniziando di nuovo quello per cambiare. Se davvero vogliamo migliorare, non domani ma per la prossima stagione, dobbiamo cambiare testa e uomini. Il guaio piuttosto è l'eredità che dovrà raccoglie chi verrà (se verrà) con una Juve in Europa League invece che in Champions. Perché è a questo che ci porterà il menefreghismo di gente messa lì per fare pratica ed esperienza in una stagione sperimentale.

Il dirigente che vuole camminare con le sue gambe dopo essere stato all'ombra di Marotta. il Presidente che con meno ricavi da incassare fa le nozze coi pirli secchi. I giocatori giovani messi in campo a farci le ossa più che a farsi le ossa. Che tanto siamo la Juve e se non si vince quest'anno, o quello dopo o quello dopo ancora, i tifosi hanno poco di cui lamentarsi. Con buona pace dell'antico motto che in molti non capiscono e che fingono di non capire. Un'iperbole (se vogliamo) che non ci obbliga a vincere ogni anno ma ci obbliga a cercare la vittoria ogni anno (che non è la stessa cosa) perché non ci permette di dire: "fa nulla, siamo qui solo per divertirci, chissenefrega". Perché la sconfitta capita, ma per te deve essere una malattia a cui devi trovare una cura non un'occasione per restare a letto a vedere la TV.

E così via, fino al completo menefreghismo di gente che dopo un anno è stata pagata per vedere quella TV e che si fa cacciare dalla rosa giusto ora che poteva rientrare. Per non parlare di quello che ci ha fatto perdere col Benevento, che invece di andare a nascondersi si dà alla pazza gioia. Perché continuano e continuamo a dimenticare che gli stipendi che prendono non li esonerano certo dai guai della natura ma dovrebbero quanto meno tenerli lontani da quelli degli uomini, intesi come se stessi.

Ecco che risalendo a ritroso la china, come alla fiera dell'est, dietro ad ogni giocatore che lungi da lui migliorarsi continua anzi a fare gli stessi errori in fotocopia, dietro ai Dybala latitanti, agli Arthur senza rimorso, ai Kulusevski col record di assist all'avversario, ai Bernardeschi che in panchina giocano a spronare la squadra a voce ma coi piedi si tuffano in area e prendono ammonizioni per simulazione, dietro a tutti questi c'è un allenatore che ci sta capendo poco, che poverino ha ricevuto un regalo prematuro, come un neopatentato a cui regalano un Bigfoot e finché si viaggia in autostrada e si va dritto si ha l'illusione di poterlo domare, ma che sul ghiaccio di questa stagione finisce per peggiorare la situazione.

Ma dietro di lui c'è chi l'ha messo, chi sperimenta e se ne frega se va male, perché tanto era in preventivo tra le possibili perdite. Ora che però siamo a fine stagione ed è più tempo di consuntivi che di preventivi, senza la Champions il prossimo anno dovremo ricostruire prima di migliorare. Per risorgere speriamo di non metterci troppi anni.

Perciò Buona Pasqua

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