Un paio di settimane fa, recensendo The Stand, avevamo parlato di ciò che rende i romanzi di Stephen King diversi da tutti gli altri: in sintesi l'atmosfera. Non le trame in se, comunque spesso di buon livello, ma l'immedesimazione con certi personaggi e il senso di immersione in determinati scenari. The Stand falliva proprio in questo suo scegliere di seguire i presupposti sbagliati (che poi è lo stesso errore fatto dal 90% delle trasposizioni su schermo dei romanzi di Stephen King). Dall'altra parte della barricata abbiamo invece una serie di prodotti cinematografici e televisivi che scelgono l'approccio giusto, che magari pur non risultando capolavori riescono a catturare lo spirito delle opere originali. E poi c'è Castle Rock che...sceglie una terza via.
La serie antologica di Sam Shaw infatti sceglie di partire da King, utilizzandolo però solo come impalcatura, per costruire qualcosa di originale. La cittadina ritratta in numerosi romanzi dello scrittore del Maine diventa qui una sorta di contenitore nel quale fare confluire storie, suggestioni e citazioni e aggiungercene delle altre affini. Un'operazione per certi versi simile a quella che in origine voleva essere la Gotham di Bruno Heller. Un'incubatrice di personalitá e segreti, quasi come si trattasse di un qualcosa di vivo e in grado di influenzare le esistenze dei suoi stessi abitanti.
Molti sono i rimandi, più o meno espliciti, alle opere di Stephen King: nomi, situazioni, parentele, allusioni, come in si trattasse di una divertente caccia all'easter egg nascosto riservato ai fan dello scrittore. Non stucchevole ma sempre corrente con quanto vediamo sullo schermo comunque. Pure la scelta del cast della prima stagione non è affatto banale e rientra in questo tipo di idea programmatica: abbiamo ad esempio Bill Skarsgard direttamente dall'ultimo adattamento di IT (in un ruolo qui ugualmente inquietante), o una rediviva Sissy Spacek (Carrie), persa tra i ricordi del passato, veri o presunti. C'è insomma un'innegabile cura nella scelta stilistica e formale del tutto, che non si ferma però alla sola confezione.
La stessa storia raccontata infatti ha le stimmate del racconto kinghiano. Al netto di una introduzione piuttosto lenta, che non prende fin dalle primissime battute (si ha come la vaga impressione, poi fugata via, che non si sappia dove andare a parare), la trama assume una sua forma col passare delle puntate e si fa largo soprattutto grazie ad una buona caratterizzazione dei personaggi. Non originalissima ma di indubbio fascino: lo sconosciuto, uscito fuori da una gabbia, che sembra arrivato dal nulla si fa incarnazione dei timori e dei segreti di un'intera cittadina. Un demone? Un innocente che si trova in un luogo che non gli appartiene? Un profeta di sventura o uno sventurato? Sta nella risoluzione di questo enigma il succo del racconto, una ossessione che consuma per 27 anni le vite di queste figure destinate ad intrecciarsi con quella dell'oscuro "forestiero". Ma forse non c'è nessun mistero da svelare, ogni persona sceglie di vedere ciò che vuole e di vivere la propria vita di conseguenza, fino a portarla allo stremo pur di dimostrare la sua verità (il padre di Henry) o forse solo perchè non riesce ad ottenerne una (il direttore del carcere).
"Ho capito che dobbiamo fare milioni di citazioni, ma la pedina degli scacchi del RE mi pare un po' esagerata" |
Castle Rock è insomma una serie che omaggia Stephen King, non una che ne riprende pedissequamente alcune storie. E' una specie di Fargo (la serie TV) in versione horror, segue una via poco dibattuta dagli adattamenti televisivi e c'entra il bersaglio pur con delle pecche abbastanza evidenti (un certo sbilanciamento nel ritmo e nella costruzione degli eventi) che non ne minano comunque la buona riuscita in generale.
PRO
- Tante citazioni dei romanzi di Stephen King
- Riesce a ricreare lo spirito e l'atmosfera di alcuni dei libri ai quali si ispira
- Ottimi il casting e la citazione
CONTRO
- Inizio piuttosto "lento"
- Un certo sbilanciamento a livello di ritmo e tensione
- Puntata finale frettolosa e non soddisfacente
Voto 8--
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