Una squadra irrisolvibile e immutabile, devota al culto del copia e incolla. Ed io con lei, come lei e forse più di lei, che mai in questa mia vita da tifoso sono stato tanto stanco di ripete sempre, pedissequamente, e noiosamente le stesse e identiche cose, ad ogni santa partita. Ctrl-Ventus. Questi siamo. Per caso vi ho parlato del fatto che questa squadra prende il pareggio e si spegne? Sì? E beccatevelo di nuovo, che vi posso fare! Subite un po’ anche voi come subisco io, da qui alla fine di questa nostra agonia. Quasi fossimo all'inferno e non lo sapessimo, condannati a questa strana legge del contrappasso a ripetere partite, critiche e articoli.
A quanti uno a uno siamo arrivati? Ho perso il conto. Noi costretti a giocare con Rabiot, che continua ad essere una sciagura sia scaramantica che scientifica. Una melma umana che rischia anche l'espulsione. Una baguette rafferma messa in mezzo al campo a puzzare di formaggio. Si perde l'uomo in area così come si perde il gioco del calcio. Vanifica la serata di Vlahovic e il suo gol-debutto da record. Ennesimo ottavo di finale da andare ad acciuffare al ritorno. Una storia immutabile e ciclica. Come le meccaniche celesti.
Tutto sempre uguale come gli arbitraggi, raffazzonati e approssimativi come al solito. Il gol del pareggio che parte da un fallo netto non fischiato per noi, così come l'anno scorso non ci fu fischiato un rigore netto su Ronaldo, all’andata degli ottavi. Tutto perfettamente ripetitivo e fantascientifico come nel giorno della marmotta. Un inverno che non finisce mai. Domani sarà di nuovo Martedì 22/2/22, un giorno che sembra un segno cabalistico. Uno sberleffo dell’universo.
Detto questo possiamo benissimamente parlare d'altro, perché ci siamo detti tutto, semplicemente ripetendo tutto. Potremmo parlare della tensione Russia-Ucraina, di come soffiano venti di guerra sul mondo e sui prezzi dell'energia. La benzina vicina ai due euro al litro. Il referendum sulle droghe leggere che non è passato. I contagi da Covid scesi di pari passo col numero di tamponi fatti. Oppure potemmo parlare di quanto lontanamente ce ne strafreghi del divorzio Totti-Blasi. Chi ce lo vieta? Che tanto qualsiasi altro discorso sarebbe una novità clamorosa.
Una squadra piena di pezze e alle pezze, che continua anche a perdere pezzi. Sembra una sfida ad eliminazione interna. Una difesa smembrata dalle assenze, un centrocampo già mediocre, menomato e privato dai pochi che lo salvavano. Senza Chiesa prima e McKennie adesso. Un’emorragia che invece di arrestarsi si allarga. Un’ecatombe.
Finché non resteranno solo quattro gatti e tra questi ci sarà Rabiot, come un Highlander con la baguette in mano, ad agitarla come la spada di Christopher Lambert. Who wants to live forever?
Nessun commento:
Posta un commento