"Come volete che mi senta? Mi sento come Colin Farrell nella seconda stagione di True Detective" |
Innanzitutto qui lo spunto di partenza è il secondo romanzo sull'avvocato della Lincoln (La lista), opportunamente rimaneggiato (li il destino di Haller si scontrava con quello del detective Bosh, altro personaggio ideato da Connelly e portato sul piccolo schermo però da Amazon e quindi qui non citabile) e rimescolato lievemente con alcune idee del primo, a cominciare dal titolo: per noi abitanti del Belpaese si opta di nuovo per il discutibile Avvocato di Difesa.
Pur essendo piuttosto fedele alla fonte originaria In questo caso oltre a non avere i vari Bosh o altri personaggi del romanzo non abbiamo ovviamente neppure McConaughey, sostituito qui dall'attore messicano Manuel Garcia Rulfo, non uno di primo pelo (6 Underground, la serie Dal Tramonto all'Alba) ma neppure un attore "di grido", per così dire. Non se la cava male comunque, certo il paragone forse è un po' ingiusto e impietoso, però la faccia da schiaffi ce l'ha e sa rendersi simpatico, aiutato pure da una sceneggiatura che sceglie dialoghi e situazioni interessanti per metterlo in buona luce (i suoi monologhi o i consigli all'autista/assistente nei quali spiega alcuni dei trucchi e dei meccanismi da avvocato sono particolarmente efficaci, fanno un effetto simile, in piccolo, a La Grande Scommessa). La serie si regge quasi tutta sulle sue spalle (i comprimari sono funzionali ma non spiccano per originalità) quindi tutto sommato non se la cava male.
"Allora non ci siamo capiti? Mi avevano detto che eri bravo come avvocato. Voglio che il giudice si scusi con me e ammetta che sono una brava persona in diretta TV, non chiedo troppo no?" |
Quanto al succo delle vicende in se, ci troviamo di fronte al classico legal thriller alla Connelly: puntuale, efficace, privo di grande originalità. L'atmosfera fa il grosso mentre il caso in se offre spunti interessanti e qualche colpo di scena ma nulla di davvero sconvolgente. In buona sostanza un suo vecchio amico, anch'esso avvocato, muore in circostanze misteriose lasciandogli tutti i suoi casi, tra i quali anche un caso di duplice omicidio da parte di un noto programmatore di videogame. Colpevole o innocente? C'entra qualcosa con la morte dell'amico di Haller? Lo stesso Haller è in pericolo di vita?
La visione risulta sempre interessante, con pochi momenti morti, grazie anche alla scelta di affiancare alla trama orizzontale diversi piccoli casi "di puntata" che mettono le capacità del protagonista in bella mostra. I colpi di scena appaiono poco sconvolgenti ma inseriti con criterio (anche quello finale) e sempre funzionali alle svolte di trama. Forse la serie si prende pochi rischi, scegliendo un approccio evidentemente adatto a tutte le tipologie di pubblico, senza mai calcare troppo la mano su determinate situazioni (Bosh ha diversi punti in comune ma da quel punto di vista ha una fisionomia più delineata). Un buon intrattenimento insomma, di genere, di quelli che vanno bene un po' per tutte le stagioni e scelgono di non strafare ma solo di offrire un po' di sano svago. C'è bisogno anche di questo tipo di serie TV ogni tanto.
Pro
Contro
Voto 7
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