Dove se la fa la gente normale il sabato alle tre del pomeriggio, almeno che non sia al lavoro o impegnata in qualcos'altro? Al bar per un caffè? A casa a schiacciare un pisolino? O sul divano a sfogliare, sul cellulare, le foto di un estate appena passata, soffrendo già di nostalgia? Qualcuno di voi legge a quell'ora? Guarda la TV?
Cos'altro si può fare a quell'ora? Troppo tardi per un cappuccino e forse per pranzare. Troppo presto per un aperitivo o per andare al cinema. Noi irriducibili, eravamo invece a casa a guardare la Juve su DAZN, a quell'ora. E già la nostalgia di un'estate senza calcio ci assaliva. Non tanto per l'estate, ma per il meritato riposo da una stagione calcistica come quella passata, che ci aveva fatto incazzare e bestemmiare parecchio.
Ecco, ieri la Juve, ad esempio, sapeva benissimo dove non sarebbe voluta essere. E cioè nella periferia di Firenze a giocare a pallone. Noi invece, che siamo masochisti, non abbiamo voluto privarci della nostra razione settimale di tortura. L'ennesimo spettacolo calcisticamente indecoroso per un tifoso, che non solo non è bello da vedere ma che non è nemmeno funzionale. Sia per chi crede nel gioco che per chi crede nel risultato. Se vuoi davvero giocare in difesa poi devi ripartire in contropiede. Altrimenti il tuo è solo un allenamento per la difesa invece di una gara ufficiale. "Ok, adesso mettetevi dietro e non fateli passare, poi quando prendete palla buttatela in avanti e ricominciate". Questo è stata questa partita.
Il vantaggio vissuto come traguardo e non come punto di partenza. L'assoluta mancanza di motivazioni e una condizione fisica indegna per un gruppo di atleti. Tutto condito da una pochezza tecnica da far tremare i polsi. Giocatori che non sanno mettere a segno due passaggi in croce e che nemmeno più gli schiaffi svegliano. Di solito capita, infatti, che prendere gol ti dà quel moto di orgoglio che ti serve per reagire, o per colare a picco. A noi invece nulla ci scalfisce. Continuiamo a giocare allo stesso modo. Come se nulla fosse accaduto.
Non pretendevo di vedere almeno un tiro in porta della Juve in tutto il secondo tempo (come mi sarei permesso ad avere simili pretese) ma addirittura non vedere nessuna azione... Sto giocando più a calcio io mentre sto scrivendo, adesso, che non loro in mezzo al campo col pallone che ogni tanto gli capitava tra i piedi. Una squadra intera da cui solo il portiere si salva dall'insufficienza. Che se non avesse mandato quel rigore sul palo e se non avesse fatto quel paio di parate, oggi si sarebbe parlato di meritata sconfitta.
Ma, detto sinceramente, come posso io pretendere di analizzare una partita della Juve se in realtà quella partita la Juve non l'ha mai giocata? Ecco perché vi ho chiesto cosa avete fatto ieri, magari anche mentre guardavate la partita in background. Perché chi è rimasto a "vedere" la partita e non ha spento il televisore, magari qualcos'altro l'ha fatto. Sì è davvero messo a leggere un libro o a sfogliare le foto sul telefono. Chi era sul divano si sarà addormentato e avrà sognato chissà quale modulo magico che trasformi il rospo in principe azzurro.
E veniamo al punto Allegri. Colpa sua o meno ad un certo punto la domanda dovranno pur porsela in società. Fatto salvo il fatto che la Juve non lo caccerà mai prima della fine della stagione, lo stesso Allegri, che tanto sembra incazzarsi con la squadra durante la partita, quale punto di rottura pensa di avere? Se davvero la colpa non è sua, o se è sua ma lui non pensa che lo sia, quando il suo moto di orgoglio lo porterà a dire (come fece Sarri) che questa squadra è inallenabile e che nessuno lo segue più? La risposta secondo me è... mai. Non è logico pensare che le cose arrivino ad un punto di rottura, a mio parere. La situazione anzi rischia di trascinarsi fino alla fine.
Ora l'allenatore stesso dimostri che non è vero che è un buono a nulla e lo dimostri con i risultati non con le chiacchiere. Oppure prenda atto che, o questa squadra non lo segue, o è scarsa o davvero è colpa sua. Ma le mie sono chiacchiere al vento e si cancellano come la ram di un computer spento.
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