Nel corso della sua carriera M. Night Shyamalan è riuscito a sfornare veri e propri capolavori, capaci di entrare nella storia del cinema (il Sesto senso, ma anche Unbreakable), così come film venuti male (L'Ultimo dominatore della terra), pellicole deludenti (E venne il giorno), mal pensate (Lady in the water) o vere e proprie ciofeche (After Earth). Nel mezzo qualche film discreto. E' per questo che ogni nuova uscita che porta la sua firma lascia sempre un po' interdetti, spaesati, inconsapevoli. Non sai mai davvero cosa aspettarti, in positivo e in negativo. La cosa si centuplica se pensiamo ai lavori da lui solo prodotti o sceneggiati. Può uscirsene con un'idea geniale (il plot twist de Il Sesto Senso, il concetto che sta dietro ad Unbreakable e che verrà ripreso dagli altri due film della trilogia "supereroistica") così come pensare a trovate talmente ridicole che rovinano un film intero (no, non mi riferisco a The Village ma a robe come il "tallone d'Achille" degli invasori di Signs, uno dei colpi di scena più stupidi mai visti in un film). Se vi dicono quindi che c'è la sua firma su una serie horror/soprannaturale su Apple +? Come reagite? Con un boh.
Boh è proprio la parola giusta da usare quando si guardano le prime puntate di Servant. Sostanzialmente non si comprende bene dove la serie voglia andare a parare (e lo stesso accade anche in seguito). Sigla e incipit ci fanno immaginare un telefilm dai connotati horror e psicologici ma il procedere delle vicende muta quasi fin da subito, prendendo strade diverse, che hanno molto più a che fare col dramma familiare, quando non si scivola nel grottesco o in momenti quasi da commedia. Non mancheranno infatti momenti particolarmente "esagerati" rispetto al contesto, che a tratti sembrano voler fare scivolare la serie nella parodia del genere, ma si fermano sempre un attimo prima.
In sintesi abbiamo a che fare con una coppia di genitori (Dorothy e Sean Turner) che decidono di assumere una tata per il loro piccolo...bambolotto. Esatto, bambolotto. Si dà il caso che il figlio "vero" dei due sia morto tragicamente qualche mese prima. L'unico modo per far risvegliare Dorothy dallo stato catatonico nel quale era caduta è stato quindi quello di affidargli una "bambola Reborn", un pupazzo che avesse le fattezze del neonato, più o meno. Peccato che Dorothy (il nome non è casuale) col passare dei mesi abbia cominciato a credere che il bambolotto fosse un bambino vero e abbia cominciato a comportarsi di conseguenza, rimuovendo totalmente quanto accaduto in precedenza. Tutti allora, per assecondarla, hanno continuato in questa finzione, tanto da scegliere di prendergli pure una "nanny".
Ma quale tata accetterebbe un lavoro del genere (accudire un bambolotto, per tutto il tempo) senza farsi troppe domande o senza dubitare della sanitá mentale dei coniugi? Ecco, appunto, come possiamo immaginare, la tata stessa non è una ragazza qualunque. E non è capitata lì esattamente per caso. Dopo il suo arrivo infatti il bambolotto incredibilmente diventerà un bambino vero. Come è possibile?
"Hai ucciso 10 persone? Non preoccuparti nessuno chiamerà la polizia, in questo quartiere non fanno caso a queste cose" |
Sebbene, come detto, questo spunto possa fare pensare ad una serie misteriosa e psicologica, piena di colpi di scena, questi ultimi saranno invece stipati in pochi momenti ben precisi e non saranno mai realmente sconvolgenti o "impattanti". Il grosso degli eventi sará costituito dal rapporto che la famiglia costruirà con la tata: dapprima di comprensione, poi di affezione, poi di repulsione, di vendetta ecc. La trama sará un susseguirsi di scontri e riavvicinamenti. Le vere paure saranno insomma quelle legate ai fantasmi del proprio passato e all'incapacitá di perdonarsi. Horror puro non pervenuto.
Le stagioni stesse (4 in totale) d'altronde presentano elementi peculiari che le distaccano nettamente tra loro, facendo compiere ai vari personaggi giri repentini che li conducono verso intenti sempre diversi: dalla curiositá della prima stagione, alla rivalsa della seconda, fino alla voglia di vendetta nella terza e alla paura e la ricerca del perdono e dell'espiazione della quarta. Un percorso che ha risvolti biblici (sia a livello di fotografia che di iconografia) e la serie sottolinea continuamente questi riferimenti, soprattutto nelle ultime due stagioni (il diluvio, l'angelo caduto, il messia, le piaghe d'Egitto).
"O Signore, ti ringraziamo per questa cena, preparata da questi poveri miscredenti corrotti dal peccato e troppo stupidi per capire" |
Peccato che per quasi tutto il tempo la serie si regga quasi solo su questo, su suggestioni, riferimenti e citazioni cristiane, senza però riuscire ad offrire una trama costantemente interessante e che risulti sempre coerente. 4 stagioni sono tante e 40 puntate dedicate ad una famiglia che deve confrontarsi con una tata dalle capacitá particolari (?) che deve sfuggire ad una setta sono un po' tante per reggere senza scricchiolii.
Vi dovrete insomma abituare ad una certa lentezza delle vicende (a volte sembra che nell'arco di intere puntate non accada assolutamente nulla), sospendere l'incredulitá e fare la bocca a certe trovate un po' "meh" che non sono esattamente logicissime e plausibilissime, anche in un contesto horror (genere nel quale le persone tendono spesso a prendere le decisioni meno logiche possibili). I due coniugi (più il fratello di lei) saranno costantemente in balia del momento, sballottati qua e lá da dalla decisione del singolo al quale puntualmente finiranno per accodarsi (Leanne è una brava ragazza in pericolo, poi fa parte della famiglia, poi è il male puro, poi ancora torna ragazza impaurita da proteggere, poi è Lucifero in persona ecc). Cambiamenti continui di prospettiva anche da una puntata all'altra. Pure la "caccia all'intruso" ad un certo punto sfugge leggermente di mano. I membri della setta sembrano essere ovunque, spuntano come funghi, anche i personaggi più insospettabili, tanto che nella stagione finale siamo pressochè sicuri che tutti ne siano adepti. Chiamare la polizia? Assolutamente no, che poi è probabile che ne facciano parte pure loro.
Lo sviluppo insomma non è esattamente impeccabile o privo di momenti che faranno storcere il naso. Peccato, perchè le atmosfere sono effettivamente inquietanti e gli attori risultano pure piuttosto bravi (c'è pure Rupert Grint in un ruolo piuttosto sfaccettato). E' come se Shyamalan e soci avessero bene in mente da dove partire e dove arrivare ma non avessero abbastanza sostanza da farci stare nel mezzo. L'ironia e il grottesco riescono solo in parte a compensare uno sviluppo un po' schizofrenico e traballante. Le quattro stagioni non appaiono insomma del tutto giustificate.
"Ma qua c'è il colpo di scena finale alla Shyamalan? Non vorrei ritrovarmi a scoprire nell'ultima puntata che sono io ad essere solo una bambola" |
Servant resta comunque una serie ben recitata e dalle belle atmosfere e dagli interessanti spunti mistico/sovrannaturali, a patto che non vi aspettiate un horror canonico e che soprassediate sulla mancanza di logica nelle azioni dei personaggi.
PRO
- Atmosfere e fotografia di livello
- Le metafore mistico/religiose riprodotte convincono, anche a livello visivo
- L'incipit cattura
CONTRO
- Lo sviluppo un po' lento e zoppicante a tratti
- Personaggi schizofrenici che cambiano idea su come comportarsi ad ogni battito d'ali
- 4 stagioni sono poco giustificate
Voto 7
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