lunedì 17 aprile 2023

Shrinking - prima stagione (2023)


E' fuori di dubbio the Ted Lasso sia la serie di punta di Apple TV +, tanto che rappresenta (visto il suo successo) l'immagine stessa del servizio streaming. Per usare un gergo caro ai videogiocatori si potrebbe considerare una vera e propria "killer application": è il motivo per il quale molti si abbonano. Ma se togliamo Jason Sudeikis e compari, cosa resta d'altro? Le serie di pregevole fattura non mancano di certo (Severance su tutte) ma non si può certo dire che il catalogo sia esattamente sconfinato, soprattutto nell'ambito del genere "dramedy". 
A colmare, in piccolissima parte, questa lacuna è arrivata ultimamente sul servizio streaming Shrinking, serie prodotta dagli stessi autori di Ted Lasso. Come ovvio immaginare i punti di contatto tra i due telefilm non mancano, eppure l'accoglienza di pubblico e critica in questo caso è stata molto più "tiepida". Perchè? 


"L'unica soluzione è una "terapia d'urto". Sai perchè la chiamano così? Allaccia bene le cinture"


In Shrinking al posto dell'allenatore abbiamo come protagonista uno psicologo. Vedovo. Giá questa caratteristica del protagonista aggiunge immediatamente un maggiore tocco di malinconia, dovendo dedicare molto più tempo all'introspezione e alla riflessione. Jason Segel è piuttosto credibile nel panni di Jimmy, un padre che deve imparare a reinventarsi dopo la scomparsa della moglie, districandosi tra i suoi impegni professionali e quelli da padre (ruolo nel quale precedentemente non era stato molto presente). Ma la serie non è cupa o pessimistica, anzi alterna senza soluzione di continuitá parti tristi ad altre molto più solari e comiche. Queste ultime, forse per contrasto, appaiono spesso esagerate, sguaiate, si avvalgono di una comicitá sopra le righe e da classica commedia degli equivoci. Se in Ted Lasso c'era maggior misura tra queste due anime, qui invece entrambe sono molto più enfatizzate, spesso in contrasto tra loro.

Volendo trovare qualcosa di simile si potrebbe paragonare Shrinking ad After Life, serie di Netflix con Ricky Gervais. Solo che qui tutto è molto più "americano", più ordinario, senza la stessa "cattiveria" e affilatezza che lì trasformava quasi ogni nostra risata in un ghigno. Non è colpa del protagonista, che come detto se la cava bene, ma (oltre che della comicitá molto più di grana grossa) di uno spunto iniziale davvero poco sfruttato. Jimmy, a causa della perdita della moglie, è uno psichiatra disilluso, che non crede più in se stesso e molto poco nel suo lavoro. Compie quindi la scelta radicale di essere il più sincero possibile con i suoi clienti, mettendo da parte l'etica, incitando i suoi assistiti a fare tutto ciò che passa loro per la testa, creando quindi il caos fuori e dentro la sua vita. In teoria...


"Se vuoi un consiglio spassionato, a volte invece della carota serve la frusta. Ah, ai miei tempi la usavo piuttosto spesso"


Come detto però questo incipit, sicuramente interessante, si sgonfia quasi immediatamente (per poi ricomparire solo a tratti e nella scena finale, molto significativa) lasciando il posto ad una classica commedia degli equivoci : amori, incomprensioni, qualche momento malinconico.
Non che tutto questo in Ted Lasso non fosse presente, anzi pure in quel caso il calcio non era che un pretesto per parlare più o meno delle stesse cose. Ma lì avevamo sempre presente degli obiettivi, un fine, vittorie, sconfitte sul campo e nella vita. Qui c'è una premessa e non si va molto in lá. Ed è un peccato perchè tutto sommato, a ben vedere, anche Ted Lasso non è che fosse il massimo dell'originalitá, ma sfruttava al meglio le sue carte.

Uno dei punti di forza della serie invece non può che essere il cast. Oltre a Segel impossibile non citare un ottimo Harrison Ford, in una rarissima sortita televisiva. Il suo Paul funge da mentore per Jimmy e rappresenta l'anima (poco) saggia della storia. Qui, come in Ted Lasso, infatti ci troviamo di fronte a personaggi irrisolti, che cercando di risolvere i propri problemi finiscono per commettere gli stessi errori. Jimmy, così come Ted, si sente inadeguato, fuori posto, incapace di avere un rapporto sincero con i propri cari e costretto a fare una professione che non ama/non ama più. Solo che qui manca tutto il sottotesto culturale delle vicende (le differenze tra America ed Inghilterra) e la "rinascita" attraverso la professione svolta. Jimmy ha momenti in cui si sente più sereno, appagato, ma le situazioni che riguardano l'ambito del suo lavoro sono sempre piuttosto piatte, ordinarie, non hanno grandissimi spunti. La psichiatria, come il calcio, è qui in fondo solo un pretesto, ma è davvero troppo esile. 


"Mia figlia finalmente mi parla. Oggi dopo mesi di silenzio mi ha mandato a quel paese. Che giornata magnifica"


Shrinking insomma è una discreta serie dramedy. Intrattiene, a tratti commuove, i personaggi tutto sommato sono simpatici. Non va però molto in lá, non riuscendo a trovare nel suo spunto di partenza un fattore in più che riesca a distinguerla dalle serie appartenenti allo stesso genere. 

PRO

- Buono il cast, con un Harrison Ford a suo agio anche nel formato seriale
- Interessante l'idea alla base della serie 
- Intrattiene e non presenta mai momenti troppo noiosi o pesanti, visti i temi trattati

CONTRO

- Spunto iniziale davvero poco sfruttato
- Comicitá a volte troppo sguaiata e in contrasto con la seriositá di certi temi
- Un po' ripetitiva

Voto 7+

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