venerdì 5 maggio 2023

Slow Horses - serie TV (2022)


Nel medioevo si usava indicare come ronzini quei cavalli di scarso valore e pregio, spesso riservati ai servitori o ai paggi, non certo agli uomini più nobili. Spesso si trattava di animali esili, non certo adatti alla corsa o a particolari e utili mansioni. "Cavalli lenti", cavalli di serie b in pratica. 
Lo stesso destino capita ai protagonisti di Slow Horses, serie disponibile su Apple TV + : spie reiette dell' MI5, che hanno commesso dei gravi errori nello svolgimento delle loro missioni. Non tanto gravi da farli licenziare del tutto, ma abbastanza da farli finire nel cosiddetto "pantano" (in originale "slough house"). Il pantano è un ufficio, nel quale saranno costretti ad occuparsi di scartoffie, lavori molto poco avventurosi ed eccitanti, a fare spesso il lavoro sporco. Una sorta di Purgatorio, nel quale affluiscono le anime delle spie in disgrazia, e dal quale nessuno è mai riuscito a risalire ai piani alti. Un luogo anonimo, angusto, sporco, gestito in prima persona da Jackson Lamb (un gigionesco Gary Oldman), un capo logorroico, non proprio fan della pulizia, petomane e incline al mobbing.




Lamb è un personaggio che non fa nulla per farsi amare, non perde occasione per insultare i suoi sottoposti e fa svolgere loro le mansioni più noiose o pericolose, in attesa che questi prima o poi mollino. Tuttavia sia lui che i suoi uomini, seppur messi all'angolo, non sono degli sprovveduti e anzi avranno la loro rivincita e troveranno il modo di mettere in mostra le loro reali capacitá, anche a dispetto di coloro che li hanno sottovalutati, relegandoli nel pantano. Quanto questo poi permetterá loro di rifarsi una reputazione è un altro conto e in fondo a Lamb (a dispetto di chi lavora per lui) va bene così, restare nelle retrovie è il suo elemento, è un modo per mantenere i riflettori da un'altra parte e rischiare il meno possibile. Ma sará davvero così? Come detto in apertura i ronzini restano degli animali molto poco nobili, destinati al lavoro sporco, sacrificabili, quindi di fatto sono dei perfetti capri espiatori da sfruttare quando c'è da coprire qualche magagna ai piani alti. La direttrice dell'MI5, Diana Taverner, cercherá di usarli proprio per questo scopo, salvo scoprire che Lamb e i suoi sono molto meno stupidi e molto più affiatati di quanto sembrino.

Slow Horses è una serie spionistica piuttosto leggera. Non si perde in troppe chiacchiere e manierismi, va dritta al punto. E' veloce nelle dinamiche e nel dipanarsi della trama (molto diretta, quando spesso il genere è pieno di prodotti talmente contorti dal risultare noiosi e confusi), è breve nella durata (solo sei episodi a stagione), è soprattutto fresca nel linguaggio. I dialoghi sono diretti, ficcanti, fanno sfoggio di un umorismo politically scorrect e tipicamente inglese, dove il personaggio interpretato da Oldman non fa che prendere in giro chiunque e comunque, pure se stesso. Si tratta di un umorismo amaro, che non fa mai scivolare la serie dalle parti della commedia pura, anche perchè le parti più classicamente thriller e adrenaliniche non mancheranno di certo, soprattutto nella seconda stagione. Una seconda stagione dove si sfruttano meglio tutti i personaggi a disposizione e si fa un migliore uso delle dinamiche "di squadra", una squadra scombiccherata ma a suo modo leale. Il telefilm si mantiene in perfetto equilibrio, non prendendosi mai del tutto sul serio eppure non rinunciando a momenti drammatici e più riflessivi, graziata da una scrittura brillante.




La serie tratta dall'omonimo romanzo di Mick Herron si distingue insomma all'interno dei prodotti di spionaggio grazie ad un protagonista particolarmente efficace (repulsivo e affascinante allo stesso tempo) e all'uso insistito di un'ironia dark che condisce una trama che sfrutta bene colpi di scena e sequenze più action. Riesce a farci affezionare ad una serie di personaggi a primo impatto respingenti, ma che percepiamo come "esclusi", sottovalutati, che continuano a mandarsi a quel paese ad ogni frase ma contemporaneamente si mostrano più leali di coloro che li usano soltanto per i propri secondi fini. 

PRO

- Un Gary Oldman gigionesco e simpaticamente odioso
- La scrittura brillante sempre in bilico tra ironia e dramma
- Non si perde in troppe lungaggini come altri prodotti di spionaggio

CONTRO

- I protagonisti all'inizio respingenti e per nulla simpatici
- La trama non è il massimo dell'originalitá
- Forse un paio di puntate in più a stagione non avrebbero guastato

Voto 8+


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