Ed hanno avuto anche il coraggio di chiamarci fortunati, dopo una partita del genere, i pagliacciotti del Tube. Con i loro cappellini colorati, dai loro cessi di casa, si sono strutti in video per quel gol al 96:00 spaccato, dopo aver passato una partita intera a ridere delle nostre “sventure”. Da noi si dice che “gli è rimasto in gola” (tradotto in italiano) come il boccone che non riesci a mandar giù. Ecco perché nell’inconscio (neppure tanto inconscio) delle loro menti semplici, questo gol è stato peggio di quello di Locatelli arrivato con deviazione, in una partita (quella sì) caratterizzata dalla sorte e dal karma. Il che dice tutto sul loro concetto di bilanciamento degli episodi e della sorte, che poi è lo stesso concetto di bilanciamento che si è sempre avuto in Italia nei nostri confronti, tenuto anche da giornalisti e addetti ai lavori, seri e sedicenti seri.
Dopo 30 tiri, 2 gol annullati, una candidatura all’oscar per Faraoni, qualche altro episodio sparso e 97 minuti, la Juve abbatte le barricate veronesi e l’Italia antiju non ci può credere. E dire che sarebbe stato il colpo perfetto, come quello che colpisce Faraoni da un palazzo di Dallas, sul secondo gol annullato a Kean. E non voglio neppure stare qui troppo a parlare dei lacci delle scarpe di Kean in fuorigioco, uno che le poche volte che segna glielo annullano. Lasciamo stare persino il presunto rigore su Chiesa, commentato in modo folle da Marelli, col giocatore del Verona che invece si disinteressa del pallone e bada solo ad ostacolare il numero 7 bianconero. O la gomitata presa da Gatti in area, di cui nessuno parla, o semplicemente dei tre angoli non concessi alla Juve da un arbitro alquanto distratto. Citiamo ma non parliamone.
Immaginate però, solo per un istante, cosa sarebbe successo se al posto di Faraoni ci fosse stato Giovannino Cuadratino (scritto con la C), persino con la nuova e candida maglia che quest’anno gli hanno cucito addosso i suoi nuovi tifosi, dopo quel battesimo purificatore preteso dai pregiudicati della curva nord di Milano ad inizio stagione. Come avranno liquidato invece la cosa su Dazn, dall’alto dei loro cinque anni di monopolio conquistati sulle spalle dei tifosi? Marelli cita e glissa e i premi nobel del calcio in studio giustificano con “l’accentuazione di un colpo subito”. E dire che le immagini sarebbero impietose e dovrebbero far riflettere sui mezzucci che il mondo del calcio trova per indirizzare il sentimento popolare e arbitrale. Tutankhamon resuscita per vedere se la palla va in rete e poi torna a fare al mummia a terra, fino alla fine della visione al VAR dell’arbitro, quando viene riesumato da un gruppo di speleologi, suoi compagni di squadra. Povera meteora Krasic, l’unico giocatore ad essere stato squalificato per tre giornate, dalla prova TV, per simulazione (pluriautocit.).
Con tale carnet di episodi contro la Juve (tutti in punta di regolamento) ad un certo punto è dovuto intervenire Marelli per riportare un po’ di ordine e tarare le bilance fuori dal sistema metrico. Ragazzi fermi tutti e soffermatevi sulla gravità delle immagini che stiamo per vedere (più o meno queste sono state le sue parole) Gatti sbraccia a centrocampo Duric con palla lontana. Gravissimo! Parliamone per mezz’ora. Mentre persino la Gazza (storica antijuve e guidata da Cairo) oggi parla del teatrino Faraoni e di quel gol annullato a Kean.
Un peso e trenta misure (il gol e i tiri fatti) per bilanciare la sorte di una partita. Un episodio contro quattro per bilanciare il metro arbitrale. Per una sera si accantonano persino i discorsi sul gioco, se è la Juve a dominare, e si elogia il Verona per le sue barricate, dandogli un colpetto sulle spalle come si fa con i bimbi che subiscono le angherie di un bullo all’uscita di scuola. Una Juve in testa alla classifica per una notte è inaccettabile. Primati notturni (per lo più ad inizio stagione) che, tornando seri, contano meno delle vostre chiacchiere e distintivi. Che il circo continui il suo show.
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