lunedì 23 ottobre 2023

Serie A 23/24 9ª Milan-Juventus 0-1 - Il Karma è una brutta bestia


Vittoria importantissima per quanto insperata alla vigilia. In una giornata in cui tutte le altre avevano vinto, nel caso avessimo perso, sarebbe stata davvero una bella botta in ottica classifica. Una vittoria nel segno del destino, con un gol di Locatelli arrivato esattamente sette anni dopo e due minuti prima di quel gol, nello stesso stadio ma a maglia e porta invertite, che il 22 ottobre del 2016 (a.V - avanti Var) ci condannò alla sconfitta, dopo che Pjanic si vide annullare un gol regolare su punizione. Episodio ben più pesante di qualche fallo di Gatti, che Allegri trattò con ben altra ironia nel post gara. Per chi crede nel Karma, o nella Cabala, ecco spiegata quella deviazione che spiazza Mirante. Ieri abbiamo saldato un conto in sospeso col destino.

L’espulsione condiziona una partita che fino a quel momento aveva detto poco e che dopo dice anche meno, sotto il punto di vista dello spettacolo. Una partita da lì in poi gestita da una squadra troppo buona per finire un animale ferito che si dissangua a terra. Solo l’entrata di Chiesa e Vlahovic (entrambi sotto il 50% della carica fisica) impensieriscono il terzo portiere del Milan, che sarebbe dovuto essere tartassato da tutte le direzioni, seguendo l’esempio di Locatelli.

Continuo a ripeterlo da anni ormai, potrà essere anche il peggior allenatore della storia della Juventus secondo molti juventini e di sicuro continua a collezionare grandissime colpe tecniche, quindi è giustissimo che a fine stagione faccia le valige, ma sotto profilo umano Allegri si mangia la metà degli allenatori di Serie A. Di sicuro si mangia Pioli senza sale, che dopo una partita del genere non trova altra scusa che non sia quella di lamentarsi dei falli di Gatti. Una scena patetica, tipica del tipico allenatorucolo italiano, quello che prova sempre e comunque a spostare l’attenzione del popolino da una sconfitta con la prima cosa che gli viene a tiro. Cercando di evitare di andare lungo a terra ma cadendo poi lo stesso rovinosamente (anzi precipitevolissimevolmente). E il caro Padre Pioli non è nuovo a scene del genere, quasi deriso in diretta da Ferrara che gli fa notare come anche ai sui tempi (per non parlare dell’origine della storia del calcio) il mestiere di un difensore era quello. Avrebbe dovuto invece lamentarsi col suo difensore, per aver fatto l’unico fallo che è davvero contato in questa partita, quello che ha portato all’espulsione da ultimo uomo su Kean, che in alternativa si sarebbe involato da solo verso la porta difesa da Mirante.


Dall’altra parte c’è invece chi si infuria e si incazza con la propria squadra, più impaurita di non prendere gol, da un Milan in dieci e alle corde, che voglia di annientarlo definitivamente a suon di gol. La sua incazzatura è la nostra, o per lo meno la mia, a cui l’Apple Watch chiede letteralmente di abbassare la frequenza cardiaca e stare calmo. Bisogna sempre dare a Max quel che è di Max, sia nelle vittorie che nelle sconfitte. Appena passati in superiorità numerica, con il terzo portiere in porta e con due uomini in barriera, bisogna tirare nello specchio, non fare cross in area. Kean, quello che si ieri si mangia un gol a porta libera da due centimentri, è comunque meglio di un inesistente Milik e causa l’espulsione, l’episodio più importante della gara. Non bisogna dimenticare che alcuni di questi giocatori si trovano in campo per grazia ricevuta, a causa di chi è rimasto fuori per mala sorte o per libero arbitrio. Un Rugani in vantaggio su Calabria, e in possesso di palla, che la getta in fallo laterale invece di arretrare e gestirla, magari passandola al portiere (giusto per fare un esempio) non può non farti infuriare. Tutti sintomi di una Juve tecnicamente non al livello della sua storia che ha come parafulmine l’allenatore più odiato della sua storia. Ecco perché un uomo come Allegri, con tutte le sue pecche tecniche, non può più continuare a fare da parafulmine per questa società in ricostruzione.


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