La coscienza dei propri limiti è il tratto distintivo di questa squadra, assieme all’incapacità di superarli. Inutile persino provarci ormai, bisogna bellamente rassegnarsi a sopravvivere alla stagione, magari cercando di non perdere scontri diretti come questo, fuori casa e con l’avversario sotto in classifica. Quando Szczensy fa un miracolo su Muriel (respingendola sulla traversa) e poi se la “scappotta” su Koopmeiners dopo una respinta goffa, sai di averla sfangata. Quando l’Atalanta paga le sue imprecisioni, tanto che il tabellino recita 3 tiri a 2 per noi nello specchio, più di questo non puoi ottenere da questa partita.
Ma eccettuate le due vere occasioni da rete sul finale, per la quasi totalità del match, lo 0-0 è stato nell’aria. Tanto che sono parse più movimentate le processioni domenicali, in onore dell’arcangelo Michele, che sono andate di scena ieri pomeriggio in qualche paesino del subappennno pugliese. Le poche illusioni le regala Chiesa (manco a farlo apposta) che in confronto agli altri sembra un fenomeno, ma che resta da solo avanti a portare la croce. Il gioco si limita alla solita lenta circolazione palla che arretra e lascia al lancio lungo l’unica idea per superare l’avversario, manco a dirlo inefficace,. Più che a calcio, insomma, ormai giochiamo ad un rugby senza botte.
Bremer che esce per crampi dà la dimensione di quanto si sia girato e corso a vuoto. Questi sono quelli che volevano fare le coppe ma che non reggono un turno infrasettimanale senza crampi o infortuni. Il prossimo obbiettivo è quello di cercare di non ciccare il derby, prima della trasferta contro il Milan. Sempre che si possa schierare una formazione più decente di questa.
Nessun commento:
Posta un commento