venerdì 25 ottobre 2024

Mr McMahon - Miniserie (2024)


Tutti coloro che sono nati in Italia tra la metà degli anni '70 e la fine degli anni '80 hanno avuto, chi più e chi meno, una strana fascinazione per il wrestling durante la loro infanzia/adolescenza. Sebbene si trattasse di un fenomeno tipicamente americano e americanocentrico, ad un certo momento si trattava di una cosa più che naturale: venivi bombardato quotidianamente dai programmi TV che trasmettevano questi omaccioni che se le davano di santa ragione  e tu li vedevi come dei supereroi in carne ed ossa, a combattere battaglie (agli occhi ingenui di un ragazzino dell'epoca) epocali su tematiche (fintamente e ruffianamente) importantissime a livello globale (niente altro che una infarinatura di luoghi comuni con una spruzzata di razzismo latente). Eppure tutto quel kitsch, quegli atteggiamenti sopra le righe, le risse vere e presunte, i look stravaganti, le luci sfavillanti avevano un potere difficile da spiegare razionalmente. Almeno per qualche anno ti saresti fatto ammazzare, pur di non rinnegare davanti a tutto il mondo intero che si trattasse di uno sport vero, che tutto ciò che accadeva era reale (per fortuna per quanto mi riguarda l'infatuazione durò poco, ma molti altri caddero nel tunnel e alcuni ci sono dentro con tutte le scarpe, anche se si tratta di mosche bianche in un wrestling che ormai è diventato apertamente tutt'altro, accettando la sua vera natura di spettacolone da circo proprio grazie al "padre/padrone" oggetto della serie in questione). Poi scoppiò la bolla. E si seppe tutto ciò che avveniva dietro le retrovie e non si trattava di cose molto piacevoli, tutt'altro. Tra scandali sessuali, risse, uso di anabolizzanti, morti sospette, il wrestling non si è fatto mancare nulla, soprattutto sotto la longa manus dell'uomo più potente, nonché vero e proprio patriarca, del business: Vince MC Mahon. Amato, odiato, specchio di un realtà sempre più costruita, tra vere finzioni e falsità vere Mr McMahon ci racconta l'ascesa e il declino di un uomo che ha cambiato per sempre la storia dell'entertainment USA e il prezzo che ciò è costato. 



"No, non sono certo un molestatore. Sarò pure un egocentrico, un esibizionista, un terrorista, un molestatore, ma vi assicuro che non sono un drogato"


Per dirla alla Pippo Baudo, McMahon è il classico uomo che se gli dici di parlare del wrestling ti risponde "l'ho inventato io". Risposta ovviamente  falsa, ma che rende bene l'idea in merito al suo ego smisurato e all' importanza che ha avuto per questa forma di "intrattenimento" (e la parola non è usata a caso). Prima dell'avvento di McMahon, all'epoca nella quale il business era gestito da suo padre come un'azienda a conduzione familiare, il Wrestling era considerato da buona parte delle persone ancora uno sport, sebbene fosse già evidente la sua natura "particolare" e artificiosa rispetto agli altri tipi di lotta. Tutto era più raffazzonato, pagliaccesco, costruito, infantile. E tutto questo lo rendeva uno spettacolo di nicchia, dedicato soprattutto a ragazzini. 
La rivoluzione apportata da McMahon si basò su 2 punti fondamentali:

-Rendere il wrestling più "adulto" (per quanto possa esserlo una baracconata trash fatta da uomini in costume che se le danno per finta e fanno le boccacce), allargando di conseguenza il bacino di utenza e rastrellando anche atleti e mezzi dalla concorrenza.

-Eliminare del tutto la (poca) componente sportiva del business per renderlo puro intrattenimento senza altre contaminazioni (morali, agonistiche, meritocratiche). Era lui a decidere tutto: chi vinceva, come, quando e perché.


"Tze, dilettante, qui di poltrone e sedie da offrire ne abbiamo a bizzeffe, ne ho una qui se la vuoi, magari in testa"


Per quanto riguarda il primo punto non si poteva che premere l'acceleratore sull'eccesso, lo scandalo, le dinamiche da telenovela di serie b, il sesso. Quindi lasciato da parte un target di pubblico più infantile, sotto l'egida di Vince McMahon il Wrestling si trasforma in un concentrato di testosterone (i wrestler diventano sempre meno "naturali" e sempre più pompati), machismo, esaltazione dell'americanismo. Ecco quindi che vengono inserite sempre più figure femminili, che avranno il ruolo di bamboline atte ad attirare pubblico e a svolgere il ruolo di oggetto delle dinamiche da soap opera nelle storyline ideate da McMahon. Dapprima solo come mente dietro le varie trame, poi come vero e proprio attore e performer nel ruolo del cattivissimo tiranno Mr McMahon: nella sua testa una specie di concentrato all'ennesima potenza dei suoi lati peggiori e delle sue manie, in pratica un personaggio non distantissimo da quello reale. A lui poi si aggiungeranno perfino i membri della sua famiglia in un calderone fatto di tradimenti (finti ma anche reali), mobbing, vessazioni, abusi, in una corsa all'esagerazione sempre più spinta fino alle estreme conseguenze.

Per quanto riguarda il secondo punto si è detto della maggior attenzione al lato più spettacolare degli incontri. E allora, così come le donne dovevano diventare tutte delle bamboline da copertina, anche i wrestler pian piano smettevano di essere panzuti o bassi per essere sempre più muscolosi e statuari. Ma non facevano uno sport si e detto e non erano dei body builder, ecco che allora arriva l'escalation dell'uso di steroidi, presi in quantità sempre più massicce. Improvvisamente le morti cominciarono ad aumentare e le giustificazioni si facevano sempre più ridicole. 


Figli che picchiano i padri, padri che picchiano i figli, figlie usate come oggetti, mogli fintamente tradite che però si fanno tradire davvero, abusi, violenza, razzismo, droghe...il buon vecchio intrattenimento a stelle e strisce


Sebbene la serie dedichi del tempo a questi lati più controversi del wrestling, tende a fare risaltare sempre e comunque la figura di McMahon e, sebbene le sue giustificazioni appaiano sempre traballanti, non ci si concentra mai veramente sul suo lato più oscuro. L'intento è quello di raccontare una persona esaltando i suoi pregi e i suoi difetti ma spesso si ha la sensazione di assistere ad un minestrone di suggestioni più che ad una docuserie che racconta i retroscena del Wrestling e del suo capo supremo. Lo diventa a maggior ragione quando i nudi fatti di cronaca la sopravanzano e gettano nuove ombre sul personaggio, quando però la serie ormai era fatta e finita (molte interviste sono di qualche anno fa, prima che accadessero determinati eventi o venissero formalizzate determinate accuse). 
Non si capisce poi per quale motivo nella versione italiana si parli fin dal principio di WWE, anche quando è evidente che i vari intervistati la chiamino continuamente WWF e anzi una puntata della serie accenna proprio alla causa intentata dal WWF che poi portò alla modifica del nome in WWE. Il senso di tutto ciò?

Mr McMahon è una docuserie interessante, che sceglie l'approccio "inclusivo" alle vicende raccontate. Adatto al fan del wrestling che rivivrà alcuni dei momenti più memorabili e ritroverà alcuni dei performer più famosi in assoluto, così come incuriosirà il neofita o chi non apprezza particolarmente quella forma di spettacolo. Lo spazio lasciato invece agli elementi più ambigui delle vicende è minore. Sempre presente in ogni puntata ma mai approfondito davvero (oltre al fatto che ne mancano molte altre, una su tutte la morte di Eddie Guerrero, neanche citato). 

PRO 

- Adatta all'appassionato di wrestling come al neofita
- Dipinge abbastanza fedelmente una fase importante è irripetibile dello show business americano
- MC Mahon è una figura volutamente detestabile e sempre sopra le righe, per questo risulta in ogni caso interessante e non banale

CONTRO

- Il lato più spettacolare è sempre in primo piano, rendendo i risvolti umani, personali, ed ambigui delle vicende raccontate molto meno efficaci. 
- Risulta già un po' invecchiata a causa di ulteriori risvolti successivi a quanto viene raccontato
- Nella versione italiana la questione WWF/WWE risulta un po' ridicola a causa di una traduzione poco calzante.

Voto 7+

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