domenica 26 gennaio 2025

Napoli 2-1 Juventus – Serie A 22ª 24/25 – Bullizzati da Conte


Motta contro Conte non ha solo perso, è stato bullizzato, il che è peggio. Perde su tutti i fronti. Su quello calcistico e su quello morale. Deriso e insultato dal pubblico di Napoli come la figlia di Fantozzi al Natale aziendale, mentre lui la prende per mano, saluta e mestamente se ne va. Preso a schiaffi sia in campo, dove, dopo un discreto primo tempo chiuso in vantaggio, sparisce completamente nel secondo con dei numeri che nemmeno Napoli-Juve Next Gen avrebbero registrato. Zero tiri nello specchio, zero verso la porta. Tradotto in una lingua più comprensibile alle neo masse: expected gol = 0. Poi, nelle interviste, che come al solito gli scrive ChatGPT quando rientra negli spogliatoi, ci ricorda che il Napoli è primo, che la Juve non vince a Napoli dal 2019, che loro giocano una volta a settimana e noi ogni tre giorni, non ci sono più le mezze stagioni e con ventimila lire una volta ci andavi a cena. Il discorso più scontato della storia dopo la sconfitta più scontata della stagione. Mi chiedo allora cosa si sia presento a Napoli. Dopo una resa incondizionata e vergognosa "non è preoccupato, ma dispiaciuto" (cito testualmente). Una Juve che inizia anche a perdere, dopo una valanga di non vittorie (questo sono i pareggi) è infatti un progetto che inizia a prendere piede, per gli Adani & co. Magari anche Motta ha un futuro sul web insieme e lui e Cassano.

Non solo è riuscito a perdere l'unica partita in cui avremmo accettato anche un pareggio, ma l'ha derubricata in fretta. Lo schiaffo lo avrebbe dovuto prendere in casa contro il Venezia e forse (dico forse) sarebbe cambiato qualcosa? Non possiamo saperlo ma sappiamo che per lui questa sconfitta non significa nulla e non gli ha insegnato nulla. Questo è il succo pratico delle sue parole. Siccome col Napoli si può perdere nessuno schiaffo e nessuna botta di orgoglio. Andiamo avanti così, in linea retta.

Alla fine è Conte che gli fa la conferenza stampa, ricordandogli che alla Juve sono le chiacchiere che devono restare a zero, non gli expected gol, e che questa panchina non è quella del Bologna. Che la gente qui non aspetta. Volente o nolente. È sempre stato così, anche all'inter e al Milan. Ma il vero punto non è mai stato solo aspettare. Se vedessimo dei segnali di miglioramento, saremmo disposti ad aspettare anche due anni, ma finora i segnali sono stati sempre nella direzione opposta. Gli errori si sono ripetuti pedissequamente e senza soluzione di continuità. Anzi, quando tutto sembrava essersi aggiustato il nostro allenatore è stato sempre pronto a distruggere quello che aveva costruito, con pensieri, parole opere e omissioni. Questa partita ne è l'emblema e la dimostrazione. Da una parte c'è stato un allenatore che ha corretto ciò che non andava nel primo tempo, dall'altra c'è stato uno che nel tentativo di proseguire dritto è finito contro un muro.

Motta è un autista neo patentato che ha imparato a partire, sa mettere la prima, scalare le marce, sa farsi i rettilinei accelerando quando è sul due o tre a zero. Ma appena c'è un po' di traffico si imbottiglia. Per non parlare delle tortuose strade di montagna o delle carreggiate dissestate o in pessime condizioni atmosferiche.

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