lunedì 25 agosto 2025

Juventus 2-0 Parma – Serie A 25/26 – Ricomincio da quarto


Una nuova stagione inizia, all'insegna della più assoluta incertezza. Non è che sia stata una novità negli ultimi anni, ma mai come quest'anno lo scetticismo è stato tanto tangibile. Un anno dopo le false illusioni di rivoluzione, la nuova dirigenza si trova oggi a pagare (letteralmente) la campagna acquisti di progettisti tanto fantasiosi quanto fallimentari. Due giocatori presi (David e Mario) e più di cento milioni da pagare per gli obblighi di riscatto dei vari Luiz e Gonzalez, con Vlahovic in scadenza e sul groppone, trattando un giocatore che era già nostro (Muani). Roba che la Lazio, col mercato chiuso, è messa solo leggermente peggio di noi.

Juve-Parma ci conferma quanto Yildiz resti l'unico punto fermo di questa squadra. Suoi i due assist che portano ai due gol, troppo belli per essere veri. Nel senso che, in questa domenica d'agosto, con il ricordo dei Righeira nelle cuffie, sono proprio David all'esordio e il nostro Dusan Speroni a segnare. Quasi non fossimo ancora sazi di illusioni. 

Cercando di rimanere cauti invece, data la prematurità del momento, bisogna dire che abbiamo liquidato la pratica con relativa tranquillità. Soprattutto dopo aver superato un primo tempo di barricate ducali. Unico vero ostacolo alla vittoria. Per il resto è stata solo Juve, con tanti buoni spunti, qualche tiro centrale ma anche una traversa e un palo sfiorato. Persino la sfortuna di un loro autogol sfiorato è mitigata da un nostro fuorigioco che avrebbe invalidato tutto, al VAR.

Di certo non ci trovavamo di fronte al Parma dello scorso anno, anche perché nemmeno noi eravamo la Juve di Motta. Bravi noi a lasciare a loro meno contropiede, ed imprecisi loro in un paio di cross bassi che attraversano l'area vuota. Ma forse la vera sliding door della serata è stata chiusa da chi ci è tanto mancato lo scorso anno e sto parlando di Bremer. Suo il salvataggio su un gol già fatto, che il Parma si divora e che resta anche l'unica loro grande occasione, se si eccettua la grande parata di Di Gregorio all'88' su Bernabè, che non riapre una gara già chiusa.

Un esordio positivo macchiato "solo" dal solito vizietto di rimanere in inferiorità numerica. Di certo questa è una delle cose che più destabilizzano le nostre partite, un buffet offerto ai simulatori nostrani che alla minima reazione vanno a nozze (e a terra). Cambiaso deve lavorare molto anche sulla sua furbizia difensiva: troppe volte si fa gabbare e rubare la palla sulla sua trequarti, quando arretra.

Perciò poche illusioni, lavoro e poche chiacchiere. In attesa di un miracolo di mercato.

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