Come volevasi dimostrare, abbiamo faticato persino col Pafos. Giusto per non scontentare nessuno e non fare a chi figli e a chi figliastri. 67 minuti per scacciare lo spettro di un nuovo Maccabi.
Un primo tempo ignominioso, come al solito e forse più del solito, nel quale abbiamo dovuto ringraziare la sorte, i pali, Di Gregorio e le imprecisioni cipriote.
Male, male, male. Tanto che pure Spalletti ha dichiarato di non essere contento, a fine partita; persino dopo la vittoria; ha pure aggiunto che, ha visto cose inspiegabili per dei giocatori professionisti, soprattutto quando la palla ce l’avevamo noi. Quando invece il pallone ce l’avevano loro, ad ogni singolo contropiede la nostra difesa andava in tilt, facendosi saltare e penetrare come il burro.
I fischi che piovono dagli spalti all’intervallo sono persino troppo timidi, per quello che meriterebbero questi calciatori. Non è solo mediocrità è pure mancanza di personalità e voglia. A Zhegrova viene data l’opportunità di un tempo da titolare, stesso tempo che ci ha messo un mese esatto a mettere insieme: dall’8 novembre (col Toro) a Domenica scorsa (col Napoli) in 4 presenze. Cerca di mettersi in mostra dimostrando di essere la copia di Conceiçao, imitandone anche i difetti. Ma nel primo tempo nessuno si salva dallo sfacelo, nemmeno Yildiz che davanti alla porta la getta alle stelle; e a volte si fa fregare la palla sui piedi.
Nel secondo riusciamo a riorganizzarci e forse anche loro finiscono la benzina. L’assetto più spregiudicato e offensivo porta al gol di McKennie e dietro si smette di subire. Sarà un caso, ma dopo l’uscita del capitone la squadra ha girato meglio. Il raddoppio arriva col tanto criticato David, in gol dopo la strigliata del mister in conferenza stampa. Poi viene tolto per riequilibrare la squadra a centrocampo. Nell’uscire Spalletti lo abbraccia per ringraziarlo e gli sussurra qualcosa all’orecchio. Chissà se gli ha anche suggerito di non cullarsi troppo su questo gol, visto quello che si era divorato nel primo tempo, come da suo solito.
Una vittoria contro questo Pafos era il minimo sindacale e come avevo previsto non è nemmeno stato facile ottenerla. Il dilemma adesso è se chiamarla speranza o accanimento terapeutico. Non so quante chance abbia questa Juve contro Benfica e Monaco, soprattutto dopo aver faticato, e non poco, contro le due cenerentole del calendario. E se poi riuscissimo a strappare una qualificazione? Con che faccia ci presentiamo ai playoff off? Insomma questa squadra resta un’armata Brancaleone chiamata a sostenere ogni battaglia mentre noi ci copriamo gli occhi per non vedere.

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