venerdì 26 ottobre 2012

Steve Hackett - GENESIS REVISITED 2

© 22 Ottobre 2012
Quando Steve Hackett una quindicina di anni fa se ne uscì con Genesis revisited spiazzò i fan (sia suoi che quelli dei Genesis): perchè recuperare alcuni tra i maggiori capolavori del suo ex gruppo stravolgendoli e riarrangiandoli in modo completamente diverso? Forse una volontà dissacratoria dettata  dalla voglia di togliersi qualche sassolino dalla scarpa (aveva ancora qualche rancore con gli ex compagni) e il desiderio di far scoprire nuove sfumature o esaltare alcune parti di brani che erano rimasti nella storia. L'operazione, pur con qualche riserva riuscì, e permise anche a una perla come Deja-vu (un inedito che però era stato concepito all'epoca del sodalizio) di vedere la luce.

Molti fans ovviamente criticarono l'operazione definendola una mezza eresia, uno scempio, uno squarcio su un bellissimo quadro. Doveva attenersi di più agli originali insomma.

Negli anni successivi Hackett ha fatto pace col gruppo, ha imparato ad apprezzare il suo contributo alla band che prima considerava sottostimato (e propbabilmente è vero), ha riscoperto la bellezza di certi paesaggi sonori da lui disegnati assieme a Banks, è entrato a far parte della Hall of fame assieme ai suoi colleghi, ha ritrovato insomma un giudizio sereno sul suo passato da chitarrista dei Genesis.
Alla notizia dell'uscita di questo Genesis revisited 2 molti fan allora hanno subito pregustato una rilettura totalmente nuova ed originale di quei brani che mancavano alla collezione, Hackett però come detto è cambiato, ecco allora che questo nuovo escursus sulla carriera dei Genesis non "dissacra" anzi omaggia e lo fa con uan rilettura modernizzata ma a tratti troppo pedissequa.

Alcuni brani si distinguono soltanto per il fatto che hanno una voce non degna di Peter o Phil (The Chamber of 32 Doors, Eleventh Earl of mar, Ripples...), altri invece fortunatamente riescono a modernizzare il sound e a risultare degni di nota anche sotto il profilo vocale: Supper's ready (che oltre ad avere alcune parti interessanti si avvale anche di un cantato a più voci, tra queste Mikael Akerfeldt degli Opeth, Simon Collins, figlio di Phil, Francis Dunnery ex It bites e Hackett stesso) che ha un finale magnifico, Entangled che non sfigura soprattutto nella prima parte con l'originale, The musical box con l'interessante idea di introdurre il brano con un carillon...

Altri brani, oltre ad una riuscita parte vocale, hanno anche qualcosa di interessante e di originale che riesce a fargli avere una propria identità: Can utility and the coastliners si avvale di una bella interpretazione di Steven Wilson dei Porcupine tree e risulta più moderna nel sound, The lamia cantata ottimamante da Nick Kershaw ha anche un ottimo duetto finale tra Hackett e Ciccio Rothery dei Marillion, The return of the Giant Hogweed è forse il pezzo che "osa" di più e quello più riuscito tra le cover genesisiane, con un andamento ancora più duro dell'originale e con diverse improvvisazioni (figurano tra gli ospiti anche due mostri sacri come Roine Stolt e Neal Morse, che oltre a fare la fortuna, rispettivamente, dei Flower kings e degli Spock's Beard, hanno coverizzato proprio questo pezzo nell'ultimo album dei Transatlantic).

Abbiamo poi anche dei pezzi dell'Hackett solista che hanno qualche punto di contatto con i Genesis: la sempre bella Shadow of the Hierophant scritta assieme a Mike Rutherford o Please don't touch (scritta assieme a In that quiet earth e mai pubblicata nei Genesis) o soprattutto le meravigliose Camino Royale (in una versione jazzata e decisamente superiore all'originale) e A tower struck down (versione piuttosto diversa e più potente del brano contenuto sul "quasi genesisiano" Voyage of the Acolyte).

Insomma un operazione nostalgia dove quasi tutto è in funzione di un nuovo tour acchiappaconsensi, con tanti pezzi fedelissimi agli originali, ma che si fa apprezzare anche per alcune ottime cose (una modernizzazione generale del sound, qualche bella variazione, qualche versione più "dura"). Non sconvolge e rivoluziona nulla ed è l'opposto di Genesis revisited, se quello dissacrava, questo omaggia.

S.V.

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