C’era una volta un re vanitoso che si fece commissionare un vestito speciale da degli strani sarti giunti in città. Tali imbroglioni si vantavano di aver fabbricato un abito magico che risultava invisibile agli occhi degli indegni. Il re allora chiamo un paio di sudditi e provò i nuovi abiti. I sudditi, che in realtà lo vedevano nudo, per non risultare indegni, come da profezia, iniziarono a lodarlo per la bellezza dei suoi vestiti. Sicuro di se allora il re usci per le strade del paese e tutti i cortigiani si complimentavano per i suoi nuovi vestiti... ma ecco che al suo passaggio un fanciullo, voce dell’innocenza, strabuzzando gli occhi grido: “il re è nudo!”.
C’è da noi un detto che recita: “le cose che non si fanno, non si sanno!”. Questo moderno re è arrivato a credersi tanto potente da credere di poter fare tutto quello che vuole, certo che i suoi sudditi saranno tanto bravi a nascondere le sue nudità. Ma se prendi il sole in giardino senza protezione ti scotti col flash (ecco perchè è così abbronzato?). Alcuni di loro ancora si affannano ad occultare le sue “monellate” dietro un paravento di censura e di “voltare lo sguardo” altri attaccano per difendersi, come nei migliori film americani. Sarà proprio la sua sicurezza ad essere la sua condanna, come quell’automobilista con tanti anni di patente che dice: “tanto ci passo”, cosa che un neo-patentato non farebbe mai, o quel barista che lascia volteggiare la bottiglia sempre più in alto finché non riesce più ad acchiapparla. Insomma quest’uomo finirà per covare una serpe in seno che lo avvelenerà.
Meno male che WEB c’è… verrebbe da dire. Siamo nel 21° secolo, e con la tecnologia attuale nascondere la verità è sempre più difficile e prima o poi quel 60% di gente che ancora segue le notizie solo in tv è destinato a dimezzarsi. La stessa tecnologia contenuta in una fotocamera o in un telefonino, tanto In Iran quando a palazzo Grazioli, raccontano storie tra loro molto diverse ma accumunate dall’assenza di un filtro censorio. Dovesse ancora farla franca la credibilità dell’Italia all’estero toccherebbe i suoi minimi storici. Da fuori infatti osservano un paese “cornuto e contento” che non lo punisce ma anzi lo rielegge, perchè in realtà, come lui stesso afferma, gli italiani lo vogliono così. Perchè in fondo, ahimè, gli italiani sono come lui.
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