Se, ad un banco di poker, ti guardi attorno e non riesci a trovare il pollo, vuol dire che il pollo sei tu. Ieri sera in verità, a quel banco da poker verde, pensavamo di aver trovato un pollo, contro cui giocarci il nostro ultimo asso di bastoni, invece erano solo i galletti del Bari che, a differenza nostra, giocano a calcio (e detto da un foggiano vale di più).
Anestetizzati, è la parola. Contro questa squadra non ci si incazza nemmeno più. L’immobilismo della dirigenza demanda ad una stasi quasi innaturale. Ferrara resta al suo posto e si presenta in conferenza stampa con le solite frasi di circostanza, come se proseguire un passo avanti e due dietro fosse una cosa naturale. Perché date addosso a questa squadra? (quante volte ce lo siam sentiti dire e, ahimè, continueremo a sentircelo dire). Siamo un progetto e… bla bla bla (si, la cattedrale nel deserto). Ma, scusate la domanda, un progetto non prevede un miglioramento nel tempo? Della serie, si stava meglio quando si stava peggio, abbiamo mandato a casa Ranieri per Ferrara. Abbiamo avuto pazienza nell’aspettare inutilmente “bradipo” Tiago, che ieri si è mangiato il mangiabile, ma abbiam dato via Almiron, che nell’emblematica serata di ieri segna e chiede scusa, quasi a voler dire: la colpa non è vostra se questa dirigenza è incompetente. Stessa dirigenza che da via il giovane Iago per farlo giocare nella primavera del Bari… assurdo! Ma perchè la Juve no c’è la una primavera? nemmeno li c’è posto per i talenti? L’inverno della Juve, più che altro.
Non vi lamentate, ci diranno sghignazzando. Nel calcio si vince e si perde, oggi a voi domani a un altro. Questo è quello che dobbiam subire nel prossimo avvenire. Questo accade nel calcio quando ci si rivolge all’avversario. Ma coloro che parlano così, fingono di ignorare che nel calcio moderno, con tutti i soldi che gli addetti ai lavori guadagnano, mandare a casa gente per i propri cattivi risultati non solo e giusto ma è anche doveroso. Molti come me si sono ormai rassegnati. L’inverno è ancora lungo e la neve ancora dietro l’angolo. Continueremo a viaggiare per l’Italia, alternando vittorie a sconfitte, elogi a critiche e alla fine, urrà, ci salveremo. Criticare modulo e giocatori, oggi come oggi, è quanto di più inutile se l’uno e trino continuerà a sedere in tribuna.
Ed ora sotto con l’inutile rap del primo rigore contro (realizzato) e il primo a favore (sbagliato). Del laser su Diego che si accinge a battere il rigore sbagliato. E della pessima prova di Cannavaro, che procura rigore e per poco non segna un clamoroso autogol degno di mai dire gol… Commentare il gioco in campo è ormai diventato superfluo.
SCHEDA TECNICA
Serie A 2009/10 – 16ª giornata d’andataBari, stadio San Nicola
Sabato 12 dicembre 2009
BARI-JUVENTUS 3-1 (2-1)
RETI: 7’ pt Meggiorini, 23’ pt Trezeguet, 44’ pt rig. Barreto, 36’ st Almiron.
BARI: Gillet; Andrea Masiello, Diamoutene, Bonucci, Stellini; Alvarez, Almiron, Donati, Rivas (18’ st Kamata); Barreto (15’ st Greco), Meggiorini (25’ st Gazzi). A disposizione: Padelli, Belmonte, Allegretti, Koman. All. Ventura.
JUVENTUS: Buffon; Caceres, Legrottaglie, Cannavaro, Molinaro (21’ st Grosso); Tiago (30’ st Camoranesi)(41’ st Giovinco), Poulsen, Marchisio; Diego; Amauri, Trezeguet. A disposizione: Manninger, Grygera, Salihamidzic, Del Piero. All. Ferrara.
ARBITRO: Tagliavento di Terni.
NOTE: al 23’ st Diego sbaglia un calcio di rigore.
AMMONITI: 7’ pt Meggiorini, 22’ pt Tiago, 43’ pt Cannavaro, 23’ st Almiron.
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