Sono sicuro che in pochi abbiano festeggiato per lo splendido ma l’inutile gol iniziale di Marchisio, non tanto per remare contro, ma perchè ormai da due anni, giunti nel girone di ritorno prima che la partita inizi già si conosce il risultato. Segnare per primi non significa nulla, perchè quel che conte è portarla a casa, e questa squadra non può sfangarla neppure con una formazione di B. E così l’Udinese fa il compitino e prende il 6 per poter portare a casa il bottino. Tutto troppo facili per chi solo una settimana fa strapazzava l’Inter.
Per chi voleva una risposta alla conferenza stampa di ieri, l’ha avuta. Chi aveva letto in quelle parole (di Agnelli e di Marotta) una resa, l’ennesima, di questa dirigenza, ha avuto le sue conferme. A noi tifosi non resta altro che urlare con tutte le nostre forze in questo deserto, il nostro disappunto, la rabbia, la frustrazione per una situazione già prevista. Una situazione che in estate faceva gridare ai gufi preventivi agli juventini della domenica e all’esagerazione da parte di tutti gli altri (i veri gufi) che in cuor loro volevano invece fosse così. Guardare questa Juve rimarrà sempre più l’abitudine protratta per inerzia dai “malati” di Juve. Da coloro che non considerano questa squadra la Juve, e che ne ricordano le gesta, anche negli anni meno fulgidi.
I calciatori non possono essere assolti. Non bisogna dare loro alibi perchè al di là delle deficienze societarie, che ci consegnano una squadra senza attacco, non sono giocatori degni di tale nome. Nel fondo debbano scenderci tutti. Indubbiamente però Marotta è colui che dovrebbe gettarsi per primo dalla nave. Per sua stessa ammissione (letta nelle interviste recenti) paghiamo la sua fretta sul mercato estivo, la sua scarsa opulenza nel giudicare brocchi come cavalli stalloni. Ora è la fiera a tirarsene fuori, tra Agnelli e Del Neri, ma in un tribunale calcistico il primo può presentare l’alibi di avere affidato a Marotta i soldi che quest’altro ha speso male, l’altro nulla può con tutte queste assenze. Il capro espiatorio è trovato e, devo dirlo, accettato da me o da molti a buona ragione. Colui che può far deviare i riflettori sulla deficienza tattica di un maniaco ossessivo del 4-4-2, che tutti gli altri moduli neppure a nominarli sottovoce.
Mettete lo scarso peso politico di questo presidente, che al di là del dovuto lavoro d’attacco su farsopoli, si lascia scappare un Borriello che ci sbeffeggia, Un Pazzini che entra e di fatto fa rimontare la china ai cartonati, incassa persino le risate di Cellino, il quale, saputo il nostro l’interesse per Matri, lo mette oggi titolare, lui segna due gol e ora lui ci diede di pagarlo a peso. Si può ben capire che con queste premesse non si va avanti per molto. Gli arbitri ti vedono debole e possono anche non darti falli o rigori come quello di Coppa Italia su Del Piero, tanto poi perderai e non potrai attaccarti al capello, anche se quel capello ti poteva comunque dare morale. E così il calcio da un po' di anni non esiste più, niente più moduli, tattiche. Solo umore nero.
I tifosi intanto son sempre più soli e impotenti… altro che progetto. Il mondo del calcio sta dimostrando che oggi giorno o sei spietato, come l’Inter che si avventa su ogni possibile alternative (Fabiano prima e Pazzini poi), cose che solo il peggior moggi faceva, oppure non puoi fare parte della stessa cerchia delle grandi. Quel mondo infatti è un mondo oneroso e per nulla taccagno, che se ne sbatte del tanto decantato Fair play finanziario, una parola vuota che può ancora significar qualcosa nelle parti basse della classifica ma non nelle parti alte. In definitiva in questo mondo chi ha polvere spara e chi no si prende il piombo in pancia.
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