Con questa Sampdoria si poteva e si doveva vincere, tanto più perchè nelle prossime due sarà proibitivo farlo, la realtà delle cose ci dice invece che, al di là delle occasioni sciupate clamorosamente dal febbricitante Del Piero e dal raccapricciante Amauri, due formazioni senza attaccanti sono destinate a condurre una gara dura a centrocampo e sterile in attacco. 0-0 è quindi il titolo di questo film dal copione scontato. In casi come questi solo la fortuna può darti una mano, ma il jolly già sprecato domenica scorsa col Bari non consente repliche quest’anno.
L’immobilismo kafkiano di questa dirigenza scrive un nuovo capitolo. A torto o a ragione, nella gestione del momento, nessuna illusione e concessa ai nostri tifosi. Squattrinati e decimati ci si avvia verso la stessa stagione che c’eravamo lasciati alle spalle, con opzione per il futuro, visto che la mancata qualificazione in Champions ci porterà a rivivere lo stesso anno l’anno prossimo. Che cosa dovrebbe spingere a discutere d’altro? Non so Del Neri, al di là dalle parole di circostanza delle interviste, quanto sia soddisfatto di aspettare la ripresa fisica di giocatori utili ma non decisivi, parcheggiati in infermeria. E intanto Luis Fabiano altrove mette a segno la sua tripletta.
E ci chiediamo per quanto ancora dobbiamo subire umiliazioni da parte di avversari e giornalisti come quel Volpi, che ancora è li a straparlare, sciorinando analisi che ancora ci offendono e restano impunite. In quest’Italia in cui qualsiasi mistificatore può sentirsi padrone della verità, soltanto in base a congetture di parte, anche i calciatori e il tecnico sembrano aver gettato la spugna. Lo si percepisce dalle interviste, tutti contenti per un punto strappati Marassi, reazioni di chi sapeva che l’unica alternativa era perdere.
Il campo però ha detto altro, due squadre senza attacco protagoniste di una brutta partita. La Samp di ieri poteva essere battuta da chiunque, guardate cosa riusciamo a fare con l’ingresso di Martinez, tutt’altro che irresistibile e per buona parte anche senza Pazzini. Ma se a loro va bene così davvero non c’è che dire… nel senso che non ho più parole…
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