Ancora una volta sembriamo un Barcellona con la penna scarica, nel senso che creiamo tantissimo ma realizziamo poco. Chiaro che non mi sono montato la testa, ma la mia era solo una battuta sarcastica che nasconde una critica profonda. Questa squadra si piace troppo, lo si vede nelle leziosità degli attaccanti sotto porta, ma esser grandi significa anche essere concreti con gol semplici. Se non si inizia a capire in fretta questo può mettersi male. Partite come queste si rischia di non vincerle (vedi Bologna e Genoa) tanto più che sono sempre più ormai le squadre che si difendono in 11 per ripartire in contropiede.
Meno male che Pepe la mette subito in buca, altrimenti la paura di non vincerla sarebbe stata maggiore. Il pomeriggio del riscatto panchinaro, infatti, stava fallendo miseramente. Del Piero e Quagliarella si son mangiati l'impossibile, gli ha fatto eco Giaccherini per non lasciarli soli. Alla fine della fiera la beffa del pareggio sarebbe divenuto realtà, se ancora una volta decisivo non fosse stato il nostro numero 1. Alla fine però la luce l'accende proprio lui, un anno dopo l'infortunio, Quagliarella.
Conte, intervistato da Premium, risponde a chi pensa che sia l'attaccante sia in vendita di non essere "Giocondo", e che il mercato lo si fa per rinforzasì... Appunto! Iniziano a pensare a cosa bisogna fare in tal senso. La classifica è corta, il campionato è luogo e i posti in prima fila pochi. Sarà questo il tormentone, ergo servono uomini in grado di reggerlo. Nelle ultime partite ad esempio pare che si debba pensare a un attaccante di peso, paradossalmente prendendo dove c'è più abbondanza, ma lucidamente per fare di più proprio per evitare il discorso fatto in precedenza sulle occasioni mancate.
Fuori dal campo invece, molte sono le storie che sgomitano per poter entrare. Storie di tavoli natalizi e di accordi impossibili, di beghe forse poco inclini con lo spirito del Natale ma che non potevano essere risolte a tarallucci e vino. Non finché non sarà stata fatta giustizia o non si tratteranno televisivamente allo stesso modo, identiche sviste arbitrali pro Juve e Milan, in partite nelle quali quest'ultime non sono parse decisive. Chi parlerà ad esempio dell'aiuto rimonta alla prescritta? A noi basterebbe già giocarci un campionato senza giochi al massacro.
Fino a martedì saremo così ancora primi, sperando di mangiare il panettone in vetta, nonostante ci attenda, forse, la partita più difficile di questo girone d'andata ad Udine: lo scontro diretto.
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