Difficile dire oggigiorno qualcosa di nuovo in un genere come l'action poliziesco, ci prova David Ayer, gia' sceneggiatore di Training day e Harsh times, con questo End of The watch.
A differenza delle pellicole sopracitate questa si differenzia per l'utilizzo della tecnica del mockumentary che dona al tutto una certa dose di originalita' (anche se ultimamente risulta un po' straabusata). Il film infatti ci descrive in maniera cruda e realistica l'inferno quotidiano di una coppia di poliziotti di pattuglia, tra delinquentelli e criminali col grilletto facile.
Ad una prima parte piu' frammentaria e slegata nella quale si assiste ad una serie di eventi apparentemente scollegati fa seguito una seconda piu' classica e action. Purtroppo la trama e' un punto dolente, risultando troppo banale e ricca di cliche' (quando non di esagerazioni forse troppo buoniste, come i poliziotti tutti senza macchia e impeccabili), facendo si che quando nel finale si cerchi di tirare le fila non tutto funzioni alla perfezione. Il tutto appare un po' troppo affrettato (si arriva troppo presto alla "resa dei conti" senza aver creato la giusta dose di tensione) e manieristico (nemici sterotipati) e sebbene le scene siano ben girate (bella la sparatoria finale), l'escalation di violenza non risulta troppo riuscita.
Se quindi sul versante della sceneggiatura il film non brilli, d'altro canto risulta perfetto per quanto riguarda la caratterizzazione dei protagonisti. Il rapporto di amicizia tra i due poliziotti e' davvero ben reso, si riesce ad empatizzare con loro, a sentire che la loro e' una vita perennemente al limite, dove quotidianamente si rischia la vita spesso per futili motivi. I momenti di vita quotidiana dei due poliziotti aiutano il film a mantenere una certa dose di realismo (che invece spesso viene relagata in disparte nei momenti più action, troppo "classici"), risultando alla fine la cosa più interessante del film.
Alla riuscita di questa peculiarita' del film contribuiscono le ottime interpretazioni dell'ex Donnie Darko Jake Gyllenhaal e di Michael Pena, che riescono a rendere perfettamente credibili e sinceri i due personaggi che interpretano. Meno interessanti i personaggi di contorno, ma svolgono il compitino.
End of the watch quindi non e' un capolavoro, ne un film esaltante o originale, ma riesce ad essere sincero, genuino, rivelandosi alla fine come un film sull'amicizia e sul coraggio piu' che un classico poliziesco d'azione
(versante dove manca il bersaglio).
Voto 7-
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