Quello che non ti ammazza ti rafforza, ed in vero la Juve, l’allenatore e il tifo bianconero esce di nuovo fuori con le unghie e con i denti da un’altra situazione che cercava di destabilizzarci. Non è dunque un eccesso di fanatismo tifoso definire Conte un leone in gabbia, non storcano il naso i nostri nemici, non dopo aver visto come il circo mediatico si sia nutrito sullo spettacolo della sua “detenzione” dei vari box d’Italia, Crozza ci ha costruito su una gag acchiappascolti, tutte le reti sportive hanno piazzato telecamere sui suoi box e ieri ancora tutti a vedere “l’effetto che fa” quando esce il leone.
Così come farsopoli ha soffiato sul fuoco del tifo di qualche Juventino assopito dalla lunga serie di successi, così averci privato ingiustamente per quattro mesi del nostro mister ha rafforzato la sua icona, già carismatica. Ieri abbiamo potuto assistere al circo che si complimentava con l’allenatore, tra le ire di chi lo avrebbe voluto (e lo vuole ancora) fuori dai giochi e persino i finti amici, i più infidi, i Pippo Baudo e i Travaglio di turno, i Grima Vermilinguo che tramano, neppure tanto nell’oscurità, fingendo di stare al nostro fianco. Non abbiam bisogno di questa gente, cambiate squadra, credo sport, la Juve siamo noi. Qui non ci son i Farfuglia, i Ferrara, i Ranieri, i Blanc, I Cobolli o i Gigli messi li alla bisogna come pezza a colore, qui ci sono un allenatore una tifoseria e che condivide una sola linea, unita e combattiva. Ci giocano tanto, loro, con le battute di “sul campo” ma il campo, questo vostro sconosciuto, quello che voi usate solo per appoggiare le telecamere che si rivolgono alla tribuna o sugli spalti, per scegliere quali striscioni giustamente condannare o quali altri allegramente snobbare è, e sempre lo sarà, il giudice supremo. Ieri c’era il Palermo la squadra di Miccoli, uno delle tante volpi a cui è stata tolta l’uva sotto il naso e oggi preferisce saltare l’Inter per giocare contro noi… soddisfatto?
Così come farsopoli ha soffiato sul fuoco del tifo di qualche Juventino assopito dalla lunga serie di successi, così averci privato ingiustamente per quattro mesi del nostro mister ha rafforzato la sua icona, già carismatica. Ieri abbiamo potuto assistere al circo che si complimentava con l’allenatore, tra le ire di chi lo avrebbe voluto (e lo vuole ancora) fuori dai giochi e persino i finti amici, i più infidi, i Pippo Baudo e i Travaglio di turno, i Grima Vermilinguo che tramano, neppure tanto nell’oscurità, fingendo di stare al nostro fianco. Non abbiam bisogno di questa gente, cambiate squadra, credo sport, la Juve siamo noi. Qui non ci son i Farfuglia, i Ferrara, i Ranieri, i Blanc, I Cobolli o i Gigli messi li alla bisogna come pezza a colore, qui ci sono un allenatore una tifoseria e che condivide una sola linea, unita e combattiva. Ci giocano tanto, loro, con le battute di “sul campo” ma il campo, questo vostro sconosciuto, quello che voi usate solo per appoggiare le telecamere che si rivolgono alla tribuna o sugli spalti, per scegliere quali striscioni giustamente condannare o quali altri allegramente snobbare è, e sempre lo sarà, il giudice supremo. Ieri c’era il Palermo la squadra di Miccoli, uno delle tante volpi a cui è stata tolta l’uva sotto il naso e oggi preferisce saltare l’Inter per giocare contro noi… soddisfatto?
Scusate lo sfogo ma penso sia stato doveroso. La giornata di ieri è stata una bella iniezione di ottimismo, l’euforia della qualificazione in Champions non lascia tossine e gli avversari sotto si eliminano a vicenda. Quel che di diverso c’è dallo scorso anno è evidente, una squadra mentalmente più matura che avrà già perso due partite ma a differenza di un anno fa ne vice di più e ne pareggia meno, e soprattutto con le medio piccole, che lo scorso anno ci facevano penare non poco. Avessimo un bomber saremmo davvero una corazzata e si potrebbe guardare diversamente anche all’Europa. Prendi uno come Vucinic, un fuoriclasse indispensabile per il lavoro di scardinamento difese e assist (vedi tacco che libera Lichsteiner sul gol) ma pessimo marcatore (vedi due pali e un gol fallito a tu per tu con Ujkani). Questa è la Juve, sempre in divenire, qualcosa già buona che potrebbe migliorare ulteriormente.
Matri e Bentner il lato oscuro della luna, niente da fare il gol è sempre più un tabù, una mira lontana… e gennaio si avvicina. Asa un po’ in ombra nel giorno del suo compleanno, Buffon una sola parata, in coerenza con numero di anni dei suoi singoli contratti. Non chiudiamo la partita? Non mi ricordo se l’ho già detto nei post precedenti, ma ora raccogliamo e andiamo avanti ce ne ancora di strada da fare, lasciamo che siano glia atri ad arrampicarsi, noi procediamo dritti, decisi e uniti.
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